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Doom ai tempi del genere FPS contemporaneo

Il ritorno del Re ci ha portato a fare un po' il punto della situazione sul genere, come si è evoluto e cosa ancora abbia da dire.

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Dire che Doom sta facendo di tutto per assomigliare a Call of Duty o Halo è come dire che i Metallica stanno facendo di tutto per sembrare una band trash metal. Onestamente, che cosa dovrebbe fare il padrino del genere FPS per essere davvero preso sul serio!? Con Doom, id Software ha praticamente scritto la Bibbia che ha insegnato al mondo come realizzare un FPS perfetto: storia coinvolgente, incredibili modalità multiplayer ed un editor mappe che ha praticamente reso infinite le possibilità di gioco della sua community. Ma questo non è più il 1993.

Il 2016 sta rapidamente diventando l'anno che gli appassionati di FPS troveranno difficile da dimenticare, mentre i novizi troveranno il genere ancora più difficile da capire. Da Doom in poi, gli sparatutto AAA si sono sempre distinti focalizzandosi su idee nuove, come ad esempio è successo con Half-Life di Valve e le sue armi aliene bizzarre, poi con l'incredibile Team Fortress, con grande attenzione al PvP. Non sono mancati titoli con ambientazioni fantasy o titoli molto realistici: Call of Duty 4: Modern Warfare è stato illuminante da questo punto di vista. Alla soglia dei 25 anni del genere FPS, potremmo quasi dire di aver visto tutto ciò che è immaginabile.

Eppure siamo qui in trepidante attesa per Overwatch (Blizzard-Activision) e carichi a giocare a Battleborn (2K-Gearbox), due esperienze pionieristiche che dimostrano quanto il concetto di FPS continui ad evolversi. Overwatch è un caso particolarmente interessante vista la scarsa esperienza passata dello sviluppatore con il genere, anzi ha addirittura chiesto una mano ai colleghi di Treyarch per sviluppare al meglio la parte gunplay del gioco.

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Battleborn (a sinistra) e Overwatch (a destra)

Esperienze nuove, uniche e team-oriented, Battleborn e Overwatch sarebbero ancora più intriganti se non fossero arrivati sulla scia di Destiny (Bungie-Activision), e di The Division (Massive-Ubisoft). Quasi due anni dopo il suo arrivo, il pubblico si è reso conto solo ora che Destiny non è un MMO, quanto piuttosto un looter-shooter con mondo condiviso. Alcuni giocatori lamentano la medesima sensazione in The Division, anche se Massive è stato chiaro fin dall'inizio, dicendo che si trattava innanzitutto di un gioco di ruolo. Certo, anche questa definizione vi risulterà strana, se siete tra quelli che pensano a Skyrim se si parla di gioco di ruolo.

Se spari a qualcosa, si tratta di un 'sparatutto' in fin dei conti, giusto!? Chiaramente, non più. Non si parla più di load-out, ma di build dei personaggi. Non si spara più ai nemici, ma togliamo aggiunte. Le missioni sono diventate incursioni. Non si parla più di un Deathmatch, ma di Zone Nere. Per molti aspetti, quasi tutto ciò che coinvolge una competizione online caratterizzata da armi da fuoco e/o incantesimi potrebbe essere descritto come un Multiplayer Online Battle Arena (MOBA). Solo che poi c'è Paragon (EPIC), che è riuscito ad adattare la classica esperienza di League of Legends e DOTA in un modo tutto nuovo.

Tutto questo è straordinario per i giocatori, ma mette anche enorme pressione agli shooter tradizionali, che devono necessariamente mettersi al passo con i tempi. Call of Duty probabilmente ha fatto un lavoro migliore nel ricreare un'esperienza à la Salvate il soldato Ryan rispetto al gioco che ha aperto la strada al genere ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, il sorprendente Medal of Honor di EA. Ci sembrava tuttavia essere ingabbiato oramai alla Seconda Guerra Mondiale per sempre, fino a quando Infinity Ward ha ben pensato che sarebbe stato fantastico passare da un FGM-148 Javelin ad un carro armato T-72, e Modern Warfare è diventata la nuova strada da seguire. Che ha portato Battlefield a reinventare il concetto di multiplayer offrendo mappe multiplayer colossali, spingendo l'aspetto del realismo ai limiti dei PC di fascia più alta, e tanto altro.

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Call of Duty 4: Modern Warfare
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Destiny (a sinistra) e Titanfall (a destra)

Ora, mentre Call of Duty sta andando addirittura oltre, ambientando le sue ultime iterazioni nel futuro per seguire l'esempio di Titanfall di Respawn, si parla invece della possibilità che Battlefield 5 riavvolga le lancette dell'orologio per buttarsi sulla Prima Guerra Mondiale. E dal momento che quasi ogni gioco al giorno d'oggi vuole (necessita della) nostra attenzione 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, passando da un DLC ad un weekend con Doppia XP oltre ad altri festeggiamenti simili negli MMO durante le vacanze, la questione di quale il giocatore sceglierà si riduce ad una cosa sola: la purezza di questa esperienza, il godimento minuto per minuto.

È stato affascinante sentire Rod Ferguson (The Coalition) parlare di "Guidare, non inseguire" per quanto riguarda Gears of War 4. Quando il gioco più conosciuto grazie alla sua meccanica di copertura ha iniziato a vagare pericolosamente nel mirino dei migliori shooter run-and-gun, la serie ha preso una battuta d'arresto, per fortuna non fatale. Ci piace dire che Destiny è riuscito a resistere alle tante critiche mosse alla sua struttura narrativa, semplicemente perché quello che i giocatori hanno maggiormente a cuore è un gunplay solido e una community particolarmente bonaria.

Per uno shooter riuscire a sopravvivere a qualsiasi cosa in questa epoca, non dipende semplicemente dall'adattarsi a quanto viene fatto da altri, ma in fin dei conti deve fare qualcosa che sia immediatamente riconoscibile. Gears of War 4 ha fatto qualcosa in questo senso, e - a quanto abbiamo visto finora - anche Doom ha fatto lo stesso. Resterà da attendere la nostra recensione per riuscire a capire se il nuovo Doom ha effettivamente quella marcia in più che ci auguriamo abbia, ma è già evidente che id Software abbia bene a mente cosa sia sempre stato Doom. A questo punto sta a voi capire quanto e se odiare id Software per aver impreziosito l'esperienza 'gore', abbracciando tendenze di personalizzazione attuali e gli utili EXP. Ciò che fronteggeremo è un'esperienza carica di ciò che a suo tempo l'ha reso unico, forte di quella scintilla originaria: quell'essenza che farà rizzare i capelli e far venire la pelle d'oca a tutti i più grandi appassionati della serie, e degli FPS in senso lato.

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