Secondo l'agenzia Reuters, EA non pagherà più i diritti per inserire nei propri giochi i nomi reali delle armi. Non si tratta, però, di una protesta nei confronti dei finanziamenti all'industria delle armi, bensì di una protesta relativa al fatto che i libri e i film non devono pagare, mentre i videogiochi sì.
"Raccontiamo una storia e abbiamo un punto di vista" ha affermato Frank Gibeau di EA. "Un libro, ad esempio, non deve pagare per dire Colt".
La parte più divertente della notizia, però, si deve a un'affermazione del professor Brad J. Bushman dell'università dell'Ohio. Il professore ha infatti affermato che, con ogni probabilità, i produttori di armi chiedono soldi all'industria in quanto non vogliono che i loro prodotti ottengano una "cattiva pubblicità" a causa dell'uso smodato che se ne fa nei videogiochi, aggiungendo con un po' di sarcasmo: "Le armi vengono associate al comportamento aggressivo e violento? Com'è scioccante!"