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Lego Lo Hobbit

Lego Lo Hobbit

TT Games sforna un nuovo tie-in dedicato all'universo cinematografico Warner, e ancora una volta non manca di lasciarci a bocca aperta (ma non solo).

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E' oramai indubbio che il trio TT Games, Lego e Warner Bros Interactive sia sinonimo di prodotti di qualità e di sinergia vincente. L'originalità e l'umorismo del team di sviluppo inglese - uniti all'indiscussa popolarità dei mattoncini danesi - hanno sicuramente contribuito alla creazione di tanti piccoli capolavori videoludici, che rileggono con ironia e un pizzico di magia alcune tra le più popolari pellicole blockbuster contemporanee. Accanto alla recente parentesi di Lego The Movie: Il videogame - titolo squisitamente auto-referenziale, tratto dall'omonimo film d'animazione di totale ispirazione al mondo Lego - TT Games non ha perso il suo interesse nella realizzazione di giochi tie-in tratti dalle più celebri saghe cinematografiche, come nel caso dell'interessante Lego Lo Hobbit, che sarà disponibile nel corso di questa primavera su tutte le piattaforme (current e next-gen) presenti sul mercato. Nel corso di un evento tenutosi qualche giorno fa a Milano, abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano due livelli di questo nuovo interessante prodotto e non neghiamo di essere tornati a casa con il sorriso sulle labbra, ma anche con una lieve amarezza. Ma scopriamo perché.

Lego Lo Hobbit

Dopo una breve introduzione al titolo condotta da uno degli Associate Producer di TT Games, veniamo letteralmente immersi nelle atmosfere suggestive della Terra di Mezzo in questo delizioso Lego Lo Hobbit. Dopo un'introduzione che recupera pedissequamente la sequenza iniziale del primo capitolo della trilogia cinematografica a firma di Peter Jackson, Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (il gioco è basato sui primi due film, Un viaggio inaspettato e la Desolazione di Smaug) , ci ritroviamo a casa di Bilbo Baggins, in cui prende il via la parte interattiva vera e propria del gioco. Ed è qui, come in una sorta di breve tutorial, che iniziamo a prendere confidenza non solo con gli intuitivi controlli del titolo, ma anche con i personaggi (per un totale di ottanta) con cui condivideremo la nostra nuova avventura "hobbittiana". Intervallati dall'arrivo dei vari protagonisti, che costituiscono la gilda raccontata nel libro e nei film, scopriamo che ciascuno di essi - come da tradizione nei titoli Lego/TT Games - ha proprie funzionalità e caratteristiche, volte a risolvere i diversi puzzle interni al gioco e scovare i vari mattoncini utili a far punteggio e a costruire oggetti.

In questo primo livello, dunque, familiarizziamo con due aspetti importanti: le differenti caratteristiche di ciascun personaggio con cui risolvere i tanti enigmi del gioco, e la possibilità di costruire oggetti grazie ai mattoncini collezionati, che rappresentano alcuni dei mini-game di cui l'avventura è costellata - in questo caso, possiamo costruire la grande tavolata che accoglierà i nani, ospiti "inattesi" a casa Baggins. A spezzare il ritmo dell'azione e della nostra attiva raccolta di mattoncini, sopraggiunge una sequenza di "danza" in QTE - che, a quanto pare, non mancheranno nel gioco - in cui i nostri personaggi si passano tra loro vivande per apparecchiare la robusta tavola di legno nel salotto di Baggins. Nulla di entusiasmante, anzi. Risulta piuttosto monotona e assolutamente immotivata nel contesto, se non per offrire qualche venatura umoristica al titolo.

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Conclusa questa fase pienamente tutorial, abbiamo finalmente occasione di lasciarci andare al cuore pulsante dell'azione nel secondo livello che ci viene mostrato: la Città dei Goblin. Accantonata la staticità (tuttavia giustificata) del primo livello, è in questa sezione che iniziamo ad assaporare il gusto della battaglia. Come nei precedenti titoli TT Games, per procedere nel gioco occorre utilizzare in modo sinergico le diverse caratteristiche di ciascun personaggio: la coordinazione tra le loro diverse competenze risulta ancora una volta fondamentale per risolvere i numerosi puzzle che troveremo lungo il percorso, ma anche per combattere i diversi nemici che ci sbarrano la strada. Ed è così che ci troveremo a "saltellare" tra gli incantesimi di Gandalf, il martello di un nano e la cooperazione tra più personaggi per utilizzare arieti con cui abbattere muri, o formare scale per superare alcuni ostacoli. Immancabili anche qui, alcune sequenze QTE, che ancora una volta non mancano di lasciarci una certa amarezza.

Ma ciò che ci affascina maggiormente nella Città dei Goblin, ancor più che nel primo livello, è la bellezza e il dettaglio con cui gli ambienti e i personaggi sono stati accuratamente raffinati. L'uso della luce fioca delle torce, unito allo scintillio delle pentole di rame disseminate nell'oscura metropoli sotterranea e all'immensa quantità di Goblin e Orchi che popolano l'intero livello, sono senza dubbio alcuni degli aspetti più travolgenti del titolo che, soprattutto su next-gen, offriranno ai suoi giocatori un'esperienza spettacolare.

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La nostra breve ma intensa esperienza in compagnia di Lego Lo Hobbit si conclude poco dopo, lasciandoci sicuramente positivi rispetto all'innegabile cura e attenzione, conditi da un'eccellente dose di umorismo, con cui TT Games lavora, oramai da anni, sui franchise Lego. A lasciarci, tuttavia, perplessi sono due aspetti: il primo è la reale mancanza di innovazione rispetto all'oramai consolidato sodalizio Lego/TT Games. Dall'altra, è il target a cui il prodotto vuole rivolgersi: in vista di una certa "semplicità" nei puzzle da risolvere - almeno nei livelli mostrati - e nella sgradita presenza di sequenze QTE, è indubbio che il titolo voglia rivolgersi ad un pubblico giovane, o quantomeno familiare. Non che questo rappresenti un problema vincolante all'esperienza nel suo complesso, ma sicuramente i giocatori più incalliti non troveranno adeguato pane per i loro denti. Tuttavia, sbilanciarci in giudizi definitivi dopo aver analizzato solo due livelli del gioco sarebbe ingiusto. Non ci resta che scoprire cosa ha in serbo per noi La Terra di Mezzo prossimamente e tornare nel suo favoloso mondo, con la speranza di rimangiarci quanto detto sui suoi piccoli difetti.

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