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That Dragon, Cancer

That Dragon, Cancer

Il dramma del privato e un percorso quasi terapeutico: la toccante storia della famiglia Green diventa un videogioco piccolo, ma di grande intensità.

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E' oramai evidente che il medium videoludico stia cercando, poco a poco, di trovare una propria dimensione in quanto forma d'arte, distaccandosi da quell'esclusiva funzione di intrattenimento, che tuttavia per anni ha rappresentato il suo grande punto di forza. Soprattutto nel corso degli ultimi anni, i videogiochi (che ne dicano i detrattori) sono diventati veri e propri strumenti culturali, che non si limitano solo ad intrattenere i propri fruitori, ma che si fanno veicolo di messaggi e temi sempre più profondi.

Appena lo scorso anno abbiamo assistito alla nascita e alla distribuzione di prodotti videoludici - sviluppati per lo più da studi minori o da reparti più indipendenti di colossi del settore - che hanno reso ancora più evidente questo decisivo cambiamento di tendenza da parte del medium, dimostrando che attraverso il videogioco non solo è possibile raccontare storie via via più complesse, ma anche di poter raccontare storie reali e di grande umanità. Tra questi, si sono distinti piccoli capolavori come Valiant Hearts: The Great War di Ubisoft Montpellier o di This War of Mine di 11 bit Studios, entrambi titoli che hanno deciso di raccontare un dramma quale la guerra (sia essa reale o fittizia) non più dal punto di vista di chi combatte (un aspetto già ampiamente esplorato da altri videogiochi di genere), ma dal punto di vista della gente comune, che si ritrova suo malgrado catapultata in un conflitto che non le appartiene e che viene sopraffatta dagli eventi.

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Raccontare il dolore, le sofferenze di comuni cittadini, puntare su script carichi di pathos. Certo, i giocatori hardcore hanno guardato con sospetto a questa nuova strada intrapresa dal medium, in quanto questa tendenza attuale rischia inevitabilmente di sacrificare al massimo l'elemento gameplay - e di conseguenza, la parte ludica vera e propria. Eppure, le riflessioni che scaturiscono da temi così importanti permettono al videogioco in quanto tale di sublimarsi a nuova forma d'arte. Ma manca ancora uno step. Il passo successivo che il medium videoludico - ancora una volta, attraverso una prospettiva di stampo indie - sembra stia per compiere al momento sia quello di riuscire a raccontare un tema forte e al tempo stesso complesso quale quello del dolore della vita quotidiana, mutuato non tanto da eventi eccezionali quali guerre civili o confilitti mondiali, ma dalla terrificante realtà della vita, quali ad esempio malattie incurabili e lutti inevitabili. Ed è questo ciò che prova a fare That Dragon, Cancer, il nuovo titolo sviluppato da Numinous Game, e di cui abbiamo più volte avuto occasione di parlare qui su Gamereactor.

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That Dragon, Cancer - finanziato recentemente su Kickstarter racconta il drammatico calvario vissuto da Ryan Green (uno dei due sviluppatori del gioco) e da sua moglie Amy, i quali, nel giro di pochi mesi, hanno assistito al lento e straziante percorso che ha visto protagonista il loro bambino di appena cinque anni, Joel, divorato da un male incurabile. Nato inizialmente come progetto volto a tenere vivi i ricordi dei momenti più intensi ed emozionanti trascorsi con il bambino, That Dragon, Cancer è diventato a poco a poco un prodotto quasi terapeutico, un'avventura grafica dallo stile minimalista - al limite del cubismo - che ripercorre le drammatiche tappe di un dolore che logora l'anima e che, più di altri, è comune a tante famiglie. Normalizzare il dolore, renderlo parte del nostro vissuto quotidiano: questo è il nobile scopo del piccolo, grande lavoro di Numinous Game.

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Il senso di dolore condiviso, che rappresenta uno degli elementi chiave del titolo e che pervade l'opera, passa anche attraverso la scelta di non caratterizzare eccessivamente i personaggi, quasi a voler suggerire che non importa chi sia il protagonista di questa storia drammatica, in quanto la sofferenza e il dolore provate da una famiglia, che ha visto lentamente spegnersi il proprio bambino, è la stessa condivisa da tante altre afflitte da un'analoga sofferenza. Ciò che conta in That Dragon, Cancer è infatti il percorso, il viaggio, le tappe di un lungo estenuante tragitto, fatto di ricordi memorabili e toccanti, ma anche di momenti profondamente tragici, che tuttavia vengono raccontati con grande eleganza.

Complice una colonna sonora sofisticata e un'atmosfera quasi surreale - volta a ricreare quel vuoto pneumatico, al limite dell'onirico, che attanaglia chi viene sorpreso da un dolore a sua volta irreale - That Dragon, Cancer si rivela un titolo da maneggiare con cura, da scoprire a poco a poco e che non manca di assestare ben più di un pugno allo stomaco. E se il risultato è quello di offrire un prodotto che ha insita una riflessione tanto profonda quanto umana sul tema della morte, ma al tempo stesso di dare il proprio supporto morale a tante famiglie costrette a convivere con drammi analoghi, That Dragon, Cancer si rivela senza dubbio una piccola perla in un firmamento vastissimo, ma che ancora una volta conferma il grande potenziale, soprattutto emotivo e culturale, insito nel medium videoludico. Speriamo di potervi raccontare in dettaglio di questo progetto al più presto, dal momento che il titolo di Numinous Game sarà disponibile su Ouya e PC tra luglio e ottobre prossimi.

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PREVIEW. Scritto da Fabrizia Malgieri

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