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The Last Guardian

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E' stata una lunga attesa, ma finalmente The Last Guardian è stato ri-annunciato su PS4, e noi l'abbiamo visto in azione.

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Abbiamo scritto la nostra ultima anteprima di The Last Guardian nel settembre del 2010 . All'epoca, Fumito Ueda era sicuro che il titolo sarebbe stato consegnato giusto in tempo per Natale 2011 su PlayStation 3. E' stata l'ultima volta che abbiamo potuto vedere in azione al gioco fino ad un paio di settimane fa, quando - in occasione dell'E3 - l'attesissimo titolo di Team Ico è stato nuovamente annunciato, questa volta per PS4, con una data di uscita non specificata al 2016.

Sono successe molte cose in questi lunghi anni, tra la prova di una demo e l'altra. Nel frattempo, infatti, il creative director Fumito Ueda ha abbandonato Sony Japan, ma il suo nuovo studio Gen Design continua a collaborare con Studio Japan sul progetto ed è stato proprio Ueda, seduto accanto allo schermo, a raccontarci l'estesa demo E3 nella Sala Riunioni 506 del Convention Center di Los Angeles.

All'inizio di quella settimana avevamo avuto la possibilità di parlare con il Presidente di Sony Worldwide Studios, Shuhei Yoshida, proprio del gioco. Ci siamo sorpresi di quanto il gioco fosse rimasto fedele alla sua versione originale, un aspetto decisamente insolito per un progetto che ha trascorso quasi cinque anni in sordina, e soprattutto quando è caratterizzato da uno sviluppo davvero infernale come questo.

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Yoshida ha spiegato che questo dipende dal processo creativo di Ueda, il quale realizza sempre un video con le sue idee e la sua visione del gioco che poi condivide con il resto del team fin dalle prime fasi di sviluppo. Lo ha fatto per Ico e anche per Shadow of the Colossus, e il risultato di solito è quello di dare vita sempre a prodotti che sono molto vicini a quell'idea avuta all'inizio. E ovviamente lo stesso vale anche per The Last Guardian.

Il gioco racconta la storia di un ragazzino e del suo cane (vogliamo chiamarlo così?). E anche se Ueda dice che il personaggio di Trico è stato ispirato da un mix tra gatti, uccelli e cani, è piuttosto evidente che questa creatura imita il comportamento tipico di un cane. I suoni che emette, come si gratta, e il modo in cui interagisce con il ragazzo è molto eloquente: Trico, infatti, pur essendo più potente e molto più grande del ragazzo, non può fare a meno di stare in sua compagnia e a farsi in qualche modo sottomettere, con quel fare tipico canino.

La demo mostrata all'E3 è circa ad un terzo del gioco. Il ragazzo e Trico hanno già stabilito una sorta di legame, e Trico è già abbastanza addomesticato e risponde ai comandi del suo nuovo "padroncino". Il ragazzo si arrampica sul dorso di Trico per estrarre delle lance bloccate sulla parte anteriore della creatura. Può sembrare un'azione semplice da fare con un semplice pulsante, e invece qui bisogna usare due pulsanti e spingere uno stick analogico, un aspetto che arricchisce l'esperienza. Dovremo così aggrapparci alla creatura, afferrare la lancia, ed estrarla.

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Nel momento in cui estraiamo le lance dalla creatura, spuntano delle piume che cadono per terra. E' una scena di forte impatto visivo, ma la scelta di design di coprire la creatura con delle piume e far sì che il ragazzo sia sul suo dorso, può forse non essere proprio l'ideale per contribuire l'immersione del giocatore in quanto è un po' dissonante. Nulla di che, ma rispetto all'organicità e al realismo imperante che riscontriamo nel resto del gioco, sicuramente questa sequenza stona un po'. C'è un grande uso di effetti particellari (e farfalle), e anche gli effetti di luce presenti in questa versione di The Last Guardian, sono nettamente superiori rispetto a quanto visto su PlayStation 3, tanti anni fa. Ed in effetti su PlayStation 3 vi erano delle limitazioni tecniche tanto che la cosa più ovvia da fare è stato il passaggio a PS4, permettendo in questo modo di vedere realizzate concretamente le idee creative pensate inizialmente.

In quanto padroncino di questo cane alato, entrare in empatia con Trico è praticamente immediato. I suoi occhi grandi sembrano estranei, ma al tempo stesso risultano familiari ed espressivi. Quasi subito sentiamo l'irrefrenabile desiderio di nutrirlo e prenderci cura di lui. Naturalmente, conoscendo la storia dello sviluppatore, uno dei giornalisti presenti non ha resistito a dire: "Lo sai che morirà alla fine, giusto? E si sacrificherà per salvarci e ci farà sentire delle persone orribili". Ed è forse il finale più probabile, ma speriamo che il viaggio serva a conciliarci con questo atteso e temuto finale.

Sebbene il ragazzino e Trico attraggano su di loro la maggior parte dell'attenzione all'interno del gioco, anche l'ambientazione e il paesaggio circostante assumono vitale importanza, proprio come accaduto nei precedenti titoli sviluppati da Ueda. Il creative director ha parlato di verticalità e di scala. Qui ci sentiamo seriamente in pericolo, dal momento che ci troveremo spesso ad attraversare ponti pericolanti sospesi su strapiombi. Ueda afferma che questo contribuisce allo "stress psicologico", un escamotage volto ad aiutare il giocatore a provare il profondo legame che si instaura a poco a poco tra il ragazzo e Trico.

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Gli sviluppatori hanno anche voluto specificare che l'intera demo offre un'azione in tempo reale. E' possibile sbagliare mentre si afferra la coda di Trico e il ponte collassa sotto di noi, e per alcuni puzzle ci sono più soluzioni. Per esempio possiamo saltare sulla schiena di Trico mentre tenta di saltare un varco nella demo o (come in figura) aspettarlo mentre attraversa e poi salta, per fare in modo che Trico vi prenda al volo.

C'è un pulsante per richiamare Trico (se siete abbastanza vicini, potete utilizzare lo stesso pulsante per accarezzarlo) e uno per dire a Trico di smettere di fare qualsiasi cosa stia facendo. Qui la chiave di tutto non risiede nel controllare Trico. La creatura è completamente indipendente e durante il gioco si costruisce progressivamente una maggior fiducia e un legame più stretto che in teoria dovrebbe permettere una maggiore collaborazione più audace tra i due.

Il viaggio con The Last Guardian è stato lungo. E' durato quanto il ciclo dell'ultima generazione di console, e non è ancora finito. Il concept originale è rimasto invariato da allora e risulta ancora oggi unico e originale, proprio come cinque anni fa. Speriamo che la prossima volta che giocheremo a The Last Guardian sia effettivamente nel 2016, e non molti anni più tardi.

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