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Far Cry 3

Far Cry 3: Anteprima E3

Un viaggio nella follia, in un ambiente lussureggiante. Far Cry 3 è fatto di contrasti. Lo abbiamo provato in occasione dell'E3, e queste sono le nostre prime impressioni.

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Disagio.

Questa è il sentimento principale provato durante l'ora trascorsa con Ubisoft Montreal in una stanza d'albergo. Niente a che vedere con i ragazzi del team, persone davvero appassionate. Semmai, il disagio ha a che fare con la loro creazione.

Perché, qualunque cosa sia Far Cry 3, è un gioco molto più incasinato del previsto.

Far Cry 3
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Lo studio è da lodare per il marketing. Ci avevano promesso un ritorno all'open world tropicale del titolo originale (la savana polverosa del secondo gioco era piuttosto sterile), con l'aggiunta degli psicotici Vaas. E ora, questo.

Quel "questo" è la demo di dieci minuti a cui abbiamo assistito. Più l'hands-on di altri dieci minuti. Più dieci minuti di video intervista per la GRTV e una discussione molto più lunga con il lead writer Jeffery Joyohalem. Come abbiamo detto: disagio. Ne siamo usciti inquieti.

Siamo in una stanza d'albergo ventiquattro ore prima che il resto del mondo veda il nuovo Far Cry 3. Come avviene per ogni dimostrazione prima di una conferenza importante, tutto è breve, accattivante e pensato per lasciare qualche dubbio.

Far Cry 3
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In breve: la demo si apre con una donna parzialmente nuda, pesantemente tatuata, che sta a cavalcioni su di noi, sussurrandoci la sua fede nella nostra abilità in battaglia: un momento erotico, tribale, simbolico. Scopriamo il nostro amico Jason, che si è trasformato in un Rakyat, un guerriero della giungla di una tribù che lotta contro Vaas. Arco e coltello in mano, ci facciamo strada tra le milizie psicotiche con attacchi corpo a corpo a ripetizione. Un feroce scontro a fuoco. Una trappola con echi di un inquietante gioco di potere, in stile Joker nel manicomio di Arkham. Si conclude con una pazzesca sequenza interattiva, in cui si spara a un Vaas immaginario. Che, appena tiriamo il grilletto, si trasforma in Jason.

Questo genere di trucchi si sono già visti nel mondo dei videogiochi. Eppure, la colonna sonora sinistra, con i bassi che trapanano il cervello, accompagnata ai colori sgargianti e bulimici di tonalità da trip acido, ci lascia intendere che il nostro viaggio è molto, ma molto inquietante.

Far Cry 3Far Cry 3

Si tratta di un aspetto importante per il team di sviluppo. Joyohalem parla, se non proprio di desensibilizzazione alla violenza, di una sorta di norma all'interno dei videogiochi. Prendiamo sempre decisioni senza preoccuparci o cercare di capire le conseguenze. Non è facile scuoterci. A History of Violence di Cronenberg è stata una fonte di riferimento per la creazione del gioco. L'aspetto tribale, qui mostrato nel ruolo di Jason che esorta il Rakyat alla sua sete di sangue, gioca un ruolo cruciale.

Eppure questo aspetto è in parte sbagliato. Almeno, secondo le nostre impressioni. Jeffrey accenna ai nostri preconcetti nei confronti del senso di colpa. Tutto non è come sembra, anche la schermata di caricamento sfarfalla, mostrandoci i consueti messaggi alternati a parole come "Lick". "Tattoo". "Girlfriend". Scopriamo che la ragazza tatuata è la sorella di Vaas, Citra. La rivalità fraterna trasformata in guerra fra tribù? Troppo semplice. Il Vaas immaginato alla fine della demo parla apertamente di quello che ci sta facendo, ci chiede di "affrontare la nostra follia". La dualità ci fa pensare al rapporto Batman/Joker nel film Nolan, The Dark Knight. Vaas è qualcosa che non riusciamo realmente a comprendere. Siamo preoccupati, perché non ci è chiaro se abbiamo realmente capito quello che ci ha detto.

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Il lead writer ci parla anche del finale del gioco. Se si prendono delle decisioni, le conseguenze si materializzeranno di fronte a noi. Anche questo un aspetto che abbiamo già visto in altri giochi. Il suo entusiasmo, però, presenta bene il concept: oltre al potente racconto della demo, siamo davvero convinti che quanto detto sarà messo in pratica.

Sì, è ancora Far Cry. Mondo sandbox, sparatorie, nascondigli di fortuna. Sopravvivenza nella foresta fitta. Si uccide con un coltello, una freccia, un proiettile o un artiglio.

Quest'ultimo, in particolare, si è visto grazie alla presenza di una tigre in gabbia nel compound delle milizie. Il nostro eroe ha sparato alla serratura della gabbia, lasciando che il gattone si prendesse cura dei nemici. Tuttavia, nella mia demo il felino si è scatenato contro di me. La fauna rappresenta un elemento casuale in battaglia, un pericolo quando ci si allontana dai sentieri battuti. Se si lancia un sasso nella foresta si può attirare un animale feroce verso una pattuglia di passaggio. Se si ferisce qualcuno, le bestie potrebbero sentire il profumo del sangue.

Far Cry 3Far Cry 3

Eppure, quella scomoda sensazione iniziale continuava a manifestarsi. I cieli azzurri e le foreste verdi sono state il biglietto da visita di Far Cry, ma quanto visto nelle prime due avventure sembra non sposarsi bene con le novità "alla Predator" di questo nuovo titolo. Mano a mano che si procede nel gioco, il personaggio diventa più potente e il suo ruolo nella tribù cresce. Vaas rimane avvincente, la connessione tra noi è e lui sarà uno degli aspetti che continuerà a spingerci a giocare. Che cos'è? Lo studio non ce lo vuole dire: ma se continueranno a spingere il gioco in questa maniera, siamo certi che avranno almeno un altro asso nella manica.

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