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Daymare: 1998

Daymare: 1998

Un futuro promettente per l'horror game italiano.

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L'Italia ha indubbiamente una ricca tradizione nei confronti dell'horror - o, più precisamente, dell'"orrore", come siamo soliti chiamarlo da queste parti. In particolare, negli anni Settanta e nel cinema, quando, tra le schiere dei registi horror, hanno militato autori illustri come Dario Argento, Mario Bava, Lucio Fulci, Ruggero Deodato e Pupi Avati, che hanno certamente posto le basi di quello che, successivamente, ha rappresentato una nuova epoca del cinema di paura, quella che si è dipanata nel corso degli anni Ottanta e Novanta. Sebbene il cinema horror italiano - a parte qualche ultima pellicola di Dario Argento e il contributo di pochi altri registi - abbia visto un declino rispetto ai fasti delle decadi precedenti, il tema della "paura" ha iniziato a circolare e ad espandersi attraverso altri media, a partire dal videogioco. Sebbene rappresenti ancora un fenomeno piuttosto contenuto, alcuni studi indipendenti italiani - forse anche motivati dal nascente fenomeno della realtà virtuale, che amplifica le possibilità spaventose nel medium - stanno cominciando a muovere i primi importanti passi in questa direzione, offrendo titoli che non hanno nulla da invidiare alla concorrenza.

Tra i nuovi esempi di questa nuova stimolante direzione intrapresa dal settore indie italiano, vi è anche Daymare: 1998, opera prima attualmente in sviluppo presso il giovanissimo studio romano Invader Studios. Probabilmente il loro nome vi risulterà familiare, in quanto si tratta dello stesso studio - nato inizialmente come gruppo di appassionati - che ha dato i natali a Resident Evil 2 Reborn, un poderoso omaggio/remake realizzato con Unity 3D e dedicato al popolarissimo titolo Capcom del 1998. Nato come progetto amatoriale e con la voglia di riportare in auge il glorioso passato di una serie che, soprattutto negli ultimi anni, ha preso una piega più action che horror, Resident Evil 2 Reborn è letteralmente esploso tra le loro mani, riscuotendo grande successo e attenzione non solo da parte dei fan nostalgici della serie creata da Shinji Mikami, ma anche della stessa Capcom.

Proprio come un sogno divenuto realtà - come ci ha raccontato Michele Giannone, Business Development di Invader Studios - lo studio è stato invitato ad Osaka dalla società per discutere del loro progetto, ma anche di possibilità future con altri eventuali partner, viste le grandi potenzialità insite in questo piccolo, ma promettente gruppo di giovani sviluppatori. Ed è così che, tornando da Osaka, Invader Studios ha iniziato a lavorare su quello che si prospetta il loro primo affascinante gioco, Daymare: 1998. Come vi sarete probabilmente accorti, la data presente nel titolo è tutt'altro che casuale: il 1998 rappresenta, infatti, l'anno esatto in cui debuttò Resident Evil 2, il titolo che rappresenta oramai una sorta di portafortuna per lo studio, vista la strada che sembra aver spianato loro grazie a questo intrigante omaggio. Ma c'è di più.

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Daymare: 1998

Chiacchierando con Giannone, infatti, abbiamo scoperto che gli anni Novanta rappresentano per loro una decade fondamentale, in cui effettivamente abbiamo assistito ad una significativa rinascita del genere horror (sono di questi anni serie divenute cult come Scream, The Blair Witch Project, e tanti altri), mutuata anche dal sempre crescente avanzare del medium videoludico, in cui iniziano a fare capolino i primi franchise fondanti del genere, a partire dallo stesso Resident Evil, ovviamente. Inoltre, i riferimenti al cinema e al videogioco di quegli anni non sono assolutamente casuali, anche perché Daymare: 1998 (dove per "daymare" si intende un'esperienza da incubo vissuta ad occhi aperti, in modo cosciente) attinge a piene mani ed è ricco di riferimenti alla cultura horror di quella decade.

Nella demo mostrataci, Daymare: 1998 - proprio come i suoi "avi" anni Novanta - è giocato in terza persona e non in prima persona, come oramai è l'attuale tendenza. Eppure, il gioco trasuda da cima a fondo - o quanto meno nella build che abbiamo provato alla Milan Games Week - atmosfere e riferimenti all'immaginario horror di quegli anni, in cui è evidente l'accuratissimo lavoro di ricerca fatto dai dev per essere assolutamente coerenti con l'anno a cui fanno riferimento. Inoltre lo stesso gameplay, durante la nostra prova, ci ha ricordato le medesime esperienze (e anche un po' della stessa frustrazione, lo ammettiamo!) provate con i videogiochi di quell'epoca, in una forma incredibilmente asciutta e votata al richiamo di quelle sensazioni che ci avevano fatto tremare tanti anni fa.

Seppur Daymare: 1998 sia ancora alle sue primissime fasi di sviluppo, siamo rimasti incredibilmente colpiti dalla sua resa grafica (ottenuta sfruttando il sempre ottimo Unreal Engine 4) e dalla cura quasi maniacale al dettaglio che questo titolo porta con sé. Insomma, il nostro brevissimo assaggio in compagnia del primo titolo di Invader Studios ci è sembrato davvero promettente. Sebbene lo studio preveda ancora tempi piuttosto lunghi in termini di sviluppo prima di avere tra le mani un prodotto che vada oltre una demo, siamo ben disposti ad attendere. Se i ragazzi di Invader Studios mantengono fede alle loro promesse, si prospetta davvero un futuro roseo (o forse sarebbe più corretto dire tetro?) per l'horror videoludico italiano.

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