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      Gamereactor
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      Dishonored

      Dishonored: hands-on

      L'olio di balena ha reso la Terra ancora più pericolosa. Ma, a quanto pare, abbiamo le armi e i poteri giusti per affrontare ogni inconveniente. La libertà è di casa in Dishonored.

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      "È la prima volta che giochi a Dishonored?" mi chiedono. "Sì" rispondo. "Beh, complimenti, sei stato bravissimo". In effetti per essere il mio primo hands on, mi meraviglio di me stesso. Sono morto una sola volta, peraltro dopo una dignitosissima lotta. Eppure, ho la sensazione che la mia bravura sia mascherata dalla naturalezza dei controlli di questo gioco.

      Ma partiamo dal principio. Dishonored è uno degli FPS più attesi dell'anno: prodotto da Bethesda, il titolo ci aveva subito attirato a causa della sua strana ambientazione. La vicenda, infatti, ha luogo in un presente alternativo, dove l'olio di balena si è imposto come combustibile primario, soggiogando il petrolio.

      Questo genere di economia basata sulla caccia ai cetacei ha delle ripercussioni sia nell'abbigliamento delle persone (una sorta di pirati steampunk) che nel modo in cui la tecnologia si è evoluta. Tutto, o quasi, tra energia dall'olio di balena. E, a quanto pare, il miracoloso fluido nasconde un'energia incredibile, capace di alimentare campi di forza e di deflagrare come una potente carica esplosiva.

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      Per la verità la mia mattinata passata in compagnia del gioco non mi ha permesso di addentrarmi nella storia. Mi è stato detto di rapire un personaggio chiamato Sokolov, chiuso in una fortezza sorvegliata da guardie e servitori. La mia avventura inizia in un vicolo di una città portuale, dove alcune guardie stanno vigilando alcuni prigionieri. Mi avvicino, e subito vengo invitato ad aprire la ruota delle abilità e dei poteri per l'imminente combattimento.

      Mi trovo faccia a faccia con quella che, a quanto pare, è l'interfaccia di gioco più usata. Una ruota, accessibile con il tasto LB, mi mostra sei diverse armi, che includono armi da fuoco e una balestra dotata di dardi normali, incendiari e narcotizzanti. Più in basso, sono presenti sei poteri. Questi sono infinitamente più interessanti delle armi: con un rapido tocco scateno un piccolo tornado che scaraventa i miei nemici a terra. Mi accanisco su di loro con un coltello, ma riesco ad ucciderne uno solo. L'altro mi attacca: un tocco del tasto RB per parare i suoi colpi al momento giusto, e il cattivo si trova sbilanciato. Un fendente rapido, e il mio pugnale affonda veloce nella sua gola.

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      Mi avvicino agli ostaggi, e scopro che il campo di forza è mantenuto da un serbatoio di olio di balena. Lo rimuovo, e i civili sono liberi. Questi mi indicano la combinazione di una cassaforte, posta nella parte più alta dell'edificio. C'è un problema: l'edificio è stato distrutto, e non ci sono scale per salire. Un rapido sguardo alle abilità, e scopro un potere chiamato "Blink", una sorta di teletrasporto che mi permette di raggiungere luoghi inaccessibili. Salgo, apro la cassaforte e recupero denaro e pozioni di mana e di energia.

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      Poco più avanti individuo l'ingresso del nascondiglio di Sokolov: elimino due guardie all'uscita e recupero due granate, entro e - in modalità stealth - aggiro i primi nemici. Pugnalo alle spalle una guardia di pattuglia, ma il suo rantolio prima di morire attira altri nemici. Mi nascondo e aspetto che le cose si tranquillizzino. Dopo aver eliminato un nuovo campo di forza, l'ultima barriera che mi separa dal boss, posso finalmente catturarlo: uso i dardi narcotizzanti, e mando Sokolov tra le braccia di Morfeo. Carico il suo corpo addormentato sulle spalle e fuggo, raggiungendo i miei compagni che mi attendono a bordo di una barca.

      Questa, in sintesi, è stata la mia avventura con Dishonored. La mia. Perché Dishonored è un gioco dalle mille possibilità, in cui il giocatore ha la libertà di ottenere il proprio scopo in modi diversissimi. Ad esempio, avrei potuto sfruttare un potere per prendere possesso di un topo, ed infiltrarmi nell'edificio sfruttando le condutture dell'aria. O, ancora, avrei potuto utilizzare lo Shift per salire sulle travi e attraversare il salone pieno di nemici senza mai ucciderne uno. Oppure, mi sarei potuto infiltrare dalla cantina, salendo dalla ruota di un mulino ad acqua.

      Questo è, in poche parole, il vero fascino di Dishonored. Non esiste un modo "giusto" o "sbagliato" per risolvere un problema: basta saper valutare l'ambiente e lasciarsi trasportare dalla creatività. Volete affrontare ogni nemico e non lasciare superstiti, o preferite entrare e uscire senza farvi vedere? Tutto dipende dalla vostra capacità di trovare la strada giusta, perché tutto è potenzialmente possibile.

      Dishonored
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      Questo, naturalmente, è reso ancora più affascinante dalla stranissima ambientazione del gioco, con una grafica che - a tratti - sembra sfiorare il cel-shading e una colonna sonora che, spesso, ci lascia con il fiato sospeso e con la paura di essere scoperti.

      Non è così scontato vedere un tale grado di liberta in un FPS, ed è evidente che Bethesda sta puntando molto alla rigiocabilità di questo titolo. Dishonored è uno di quei giochi in cui ci si diverte a consultarsi con gli amici, per scoprire come hanno risolto una particolare missione. E, a mio avviso, questo è un motivo valido per attendere questo gioco con trepidazione.

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