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La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

Siamo stati a Londra per scoprire più da vicino come si comporta il sequel di L'Ombra di Mordor.

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Quando Monolith Studios, in collaborazione con Warner Bros., pubblicò La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor nel 2014, fu una vera sorpresa. Per evitare un collegamento diretto e la conseguente confusione con la saga cinematografica, Monolith cammuffò il gioco intitolandolo La Terra di Mezzo, anziché Il Signore degli Anelli, permettendo al gioco di schivare le reazioni negative solitamente associate a un videogioco basato su di un universo cinematografico preesistente.

Il gioco originale si rivelò essere un eccitante mix tra l'esplorazione in stile Assassin's Creed e il sistema di combattimento dei Batman Arkham. Tutto questo, combinato a un nuovo stile nell'ambientazione e alle dinamiche dell'antica terra di Mordor, trasformò il vendicativo viaggio di Talion in un'emozionante aggiunta al già ricco universo di Tolkien.

Appena sono arrivato a Londra, le mie aspettative per il nuovo capitolo erano quindi a dir poco gigantesche, sia grazie al mio grande amore per il titolo originale sia per il mondo creato da Tolkien. Poco dopo l'arrivo alla sede di Warner Bros., insieme a tutti gli altri giornalisti videoludici siamo stati portati in un enorme cinema privato per guardare un filmato dedicato a La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra.

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La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

Il design director Michael de Plater ha guadagnato il centro della scena e ha introdotto il sequel. La presentazione si è aperta con il teaser trailer, che noi già avevamo visto, che ci ha spiegato a grandi linee la trama, seguito da una dimostrazione live delle nuove missioni Stronghold. Prima di iniziare la demo, de Plater ha mostrato la nuova mappa di Mordor, che è stata sufficientemente estesa, e questa volta sembra anche includere delle città umane sul confine di Mordor, come Minas Ithil e forse Osgiliath.

In merito alle dimensioni de L'Ombra di Mordor, de Plater ha descritto il sequel come un titolo nato da una spinta creativa della stessa portata di quella che Rocksteady mise in campo per Batman: Arkham Asylum e Batman: Arkham City. Gli obiettivi per lo studio di sviluppo, inutile dirlo, sono altrettanto enormi.

Il nuovo titolo è L'Ombra della Guerra, che segna anche il più importante punto di rottura dal primo gioco. Talion non è più un cavaliere solitario, ma piuttosto un generale che recluta i propri eserciti tra signori della guerra e soldati, per superare le regioni di Mordor controllati da diverse Fortezze. Ogni Fortezza (Stronghold) ha un signore, da eliminare assieme ai propri sottoposti. L'Ombra della Guerra comprende quindi elementi di strategia in tempo reale, che implicano la creazione dei propri eserciti per conquistare i territori nemici.

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Inoltre le missioni Stronghold che ci hanno mostrato ricordavano concept simili visti in giochi come Assassin's Creed IV: Black Flag o Mafia III. Mi ha ricordato, in particolare, le basi navali di Black Flag, anche se su di una scala epica più grande e basata attorno allo stesso concept di base, che richiede di ripulire alcune zone con l'aiuto dei soldati e sconfiggere il leader della base o l'overlord come in L'Ombra di Mordor.

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

De Plater ha inoltre utilizzato le missioni Stronghold per discutere alcuni nuovi aspetti del Nemesis System, che probabilmente era il sistema più innovativo e interessante del primo gioco. In questo sequel, la messa in pratica del Nemesis System non si limita alle relazioni tra i nemici, ma piuttosto modella l'intero ambiente di Mordor. Talion potrà creare delle relazioni significative con i soldati della propria squadra, che lo aiuteranno a giungere alla vittoria. Quando si conquista una Fortezza, Talion dovrà scegliere un nuovo signore, che a sua volta plasmerà l'interno della fortezza sulla base dei propri gusti.

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra vuole creare un mondo coinvolgente, dove ogni semplice azione avrà uno scopo e una ricaduta sull'ambiente di gioco.

Il gameplay del combattimento vede l'arrivo di una serie di modifiche. Talion avrà ora l'Anello del Potere, e potrà quindi accedere a una serie di nuove abilità magiche che ricordano la magia che Gandalf usava nei film del Signore degli Anelli. Affrontare le ondate di nemici sarà ancora più emozionante che nel gioco originale.

L'Ombra della Guerra include anche la possibilità di evocare le mount in qualsiasi momento durante il gioco, e abbiamo di conseguenza assistito a Talion intento a evocare un Warg per spazzare via le ondate di nemici prima di salire in sella a un drago e fare letteralmente piovere fuoco. Inutile dire che l'arsenale di guerra è stato notevolmente migliorato.

Parlando di arsenale, La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra comprende anche nuovi modi per personalizzare Talion con un'abbondanza di nuove armature ed equipaggiamenti che lo aiuteranno nella battaglia contro Sauron, aggiungendo così più elementi RPG alla progressione del gioco.

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

Dopo la conclusione della presentazione, il messaggio di questo evento era chiarissimo: volevano mostrarci tutti i nuovi elementi di gameplay anziché mostrarci la spettacolarità della storia. Potrebbe sembrare preoccupante il fatto che il team di sviluppo non abbia praticamente fatto alcun commento sulla trama, dal momento che molti sostenevano che essa fosse il punto più debole del gioco originale. De Plater, tuttavia, mi ha assicurato che la storia in singleplayer sarà almeno 3 volte più lunga rispetto al primo titolo.

Alla fine, una cosa era di evidente: L'Ombra della Guerra è un titolo che migliora in ogni aspetto ciò che ha reso grande il gioco originale. L'open world è più grande, l'arsenale più vario, c'è una maggiore personalizzazione del personaggio e un Nemesis System revisionato. E queste sono solo alcune delle cose che aggiungeranno maggiore profondità rispetto a L'Ombra di Mordor.

Se il gioco finale sarà all'altezza del suo predecessore è ancora da verificare, ma Monolith sembra di essere sulla strada giusta per l'eccellenza.

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