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Catherine

Catherine

Uno dei giochi più misteriosi dell'anno sta finalmente per arrivare in Europa. Alla Gamescom abbiamo visto da vicino Catherine, il puzzle/platform targato Atlus.

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Chiamatelo fascino dell'ignoto, ma Catherine è stato uno dei titoli più interessanti in mostra alla Gamescom 2011. Il gioco è disponibile nei negozi giapponesi già da qualche mese, mentre negli Usa il gioco è arrivato a fine luglio. In Europa, però, il titolo è ancora inedito e la fiera di Colonia ha rappresentato una buona occasione per poterlo vedere in azione.

Fascino dell'ignoto, dicevamo. In effetti buona parte dell'interesse nei confronti di questo titolo è dettato dall'assoluta aura di mistero che lo ha circondato sin dalla sua apparizione in Giappone, complice anche un sostanziale silenzio da parte del publisher e la scarsità di immagini che ritraggono le "vere" sequenze di gioco. Tutt'oggi questo mistero continua a rappresentare uno degli elementi più affascinanti del gioco, dato che Catherine - proprio come la carismatica ragazza mostrata in copertina - è molto diverso dalle apparenze.

A un primo esame, Catherine potrebbe sembrare il classico adventure game giapponese, con quel mix di orrore ed erotismo che difficilmente vediamo in Occidente. La copertina, l'unica nel mercato delle console a mostrare una ragazza che si spoglia, e i primi minuti di gioco sembrano confermare. Vincent, il protagonista della vicenda e nostro alter ego del gioco, si trova in un bar, intento a scolarsi qualche birra con gli amici rispondendo a domande e inviando SMS che determinano la posizione di una barra del karma. Una risposta o un messaggino poco ortodosso spinge la barra verso la malvagità, e viceversa. Ci viene spiegato che le risposte determinano il finale del gioco (pur non determinando veri e propri bivi nella storia), e tutto lascia pensare alla presenza di un gioco con meccaniche sociali/psicologiche, così come avviene nei dating game nipponici.

Catherine
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Dopo aver dialogato con parecchi personaggi e avere raggiunto una discreta soglia etilica, Vincent viene trascinato a casa dove cade in un sonno profondo. Ed è qui che il gioco compie una brusca virata, mostrando la sua vera natura. Ovvero: le brevi sessioni sociali che si svolgono principalmente nel bar e nelle quali non facciamo altro che rispondere a domande ciondolando da un tavolo all'altro, si rivelano solo essere dei piccoli intermezzi tra un livello e l'altro.

In una parola: Cathering è un puzzle/platform. Niente di più, niente di meno. Ha dinamiche che per certi versi ricordano Q-Bert, con una grossa scalinata costituita da cubi sui quali dobbiamo saltare. Il giocatore può salire e scendere, ma può anche spostare i cubi con le proprie mani, estraendoli o facendoli cadere sopra altri cubi. Lo scopo del gioco è giungere in cima alla torre prima che i cubi sotto di noi cadano, facendoci finire nel vuoto.

CatherineCatherine

Il tutto richiede una certa intuizione, oltre che una buona velocità e capacità di conoscere le regole dello spostamento dei blocchi. Nella mezz'ora di presentazione, per la verità, non abbiamo avuto modo di approfondire tutte le tecniche per giungere in cima alla torre. In ogni caso abbiamo appreso la possibilità di acquisire degli oggetti prima di ogni livello, come blocchi aggiuntivi o vite extra, che consentono di superare la torre con più facilità.

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Ogni tanto si giunge a un livello-boss, nel quale ci troviamo a tu per tu con la rappresentazione di un incubo. In effetti il mondo dove si svolgono le sessioni puzzle del gioco è un mondo onirico, popolato da altri uomini tramutati in pecore parlanti. Lo stesso Vincent porta sulla testa un bel paio di corna da montone, e ambienti e dialoghi appaiono a dir poco inverosimili.

Nel boss affrontato ci siamo ritrovati inseguiti da un feto gigante, che urlando "papà" risaliva la torre, cercando di raggiungerci. Il bambino rappresentava l'incubo di Vincent di diventare padre (Katherine, la fidanzata di Vincent e suo malgrado parte del triangolo amoroso con Catherine, gli ha detto poco prima di essere rimasta incinta) e il livello si è rivelato essere estremamente inquietante, oltre che particolarmente difficile.

Catherine

Anche nelle sezioni puzzle, però, assistiamo ad alcune dinamiche sociali. Anche qui dobbiamo infatti rispondere ad alcune domande (anch'esse in grado di influenzare il nostro karma) con una differenza: queste domande appaiono cruciali, e sembrano essere in grado di modificare la barra del karma in maniera più incisiva. Inoltre, ogni risposta viene confrontata con il pubblico reale di giocatori diviso per sesso, a patto che la console sia connessa in rete. Chi non vorrebbe sapere quanta gente nel mondo preferisce l'apparenza alla sostanza?

Nel complesso il gioco è denso di ironia: dai discorsi allucinati delle pecore durante gli incubi, fino ai dialoghi al sapore di malto e luppolo nelle parti giocate nel bar, il gioco trasuda un certo umorismo che in alcuni casi sfiora i confini della black-comedy. Basti pensare che la birra nel gioco ha un effetto particolare: consente di muoversi più veloce sui blocchi della sezione incubo. Quasi volessero invitarci a spingere Vincent oltre la soglia della resistenza all'alcool per poter leggere l'assurdità dei dialoghi che ne derivano.

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Gli sviluppatori hanno promesso che, tra puzzle, sessioni al bar e pecore parlanti, per giungere a uno degli otto finali disponibili occorreranno tra le 14 e le 18 ore di gioco, a seconda dell'abilità del giocatore. L'estrema difficoltà di questo titoli, già messa in evidenza dai solitamente stoici giocatori giapponesi, ha costretto gli sviluppatori ha inserire una modalità denominata "Super easy" nella versione europea del gioco. Va detto, infatti, che anche in modalità facile il gioco potrebbe dare filo da torcere ai più esperti.

Catherine sembra un titolo molto curato, uno di quei giochi che - grazie anche a un passaparola nato in rete - siamo lieti di poter vedere anche in Europa. Per i puristi i produttori confermano la presenza della lingua giapponese nel gioco, a fianco all'ottimo doppiaggio in inglese. Catherine sarà disponibile nel Vecchio Continente a partire dal prossimo autunno.

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