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Lollipop Chainsaw

Lollipop Chainsaw

Torna Suda51 con uno dei titoli più folli presenti alla Gamescom 2011. Protagonisti una cheerleader in minigonna, una testa parlante e un liceo pieno zeppo di zombie.

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Suda51 è un mattatore. Quando si sta per assistere alla presentazione di un suo lavoro, si sa che non vedremo qualcosa di normale. Ogni suo gioco include elementi unici, un briciolo di follia e certamente qualche riferimento sessuale: i giochi firmati Grasshopper lasciano certamente il segno nel mondo dei videogiochi. Ma quello che probabilmente lascia il segno nella mente di chi incontra per la prima volta Suda51 è il suo carisma, la sua immensa ironia e quello sguardo che solo i pazzi creativi possiedono.

Purtroppo Suda51 non era presente a Colonia, in occasione della presentazione del suo inedito Lollipop Chainsaw. Ovviamente una presentazione di un gioco di Suda senza Suda è come una torta senza ciliegina, pertanto il buon game designer ha aperto la presentazione del titolo con un filmato. E, ancora una volta, una sala densa di giornalisti si è scompisciata dalle risate nel vedere Suda intento, come suo solito, a presentare il gioco facendo un sacco di strafalcioni e lasciandoci capire che il gioco non è normale. Come sempre, d'altronde.

La "non normalità" di Lollipop Chainsaw, però, non si identifica nel gameplay. Si tratta di un semplice hack and slash in cui affrontiamo a mani nude un apocalisse zombie scoppiata in un liceo americano. Gameplay classico, ambientazione classica, nemici fin troppo classici. Eppure, già dai primi secondi, ci accorgiamo che qualcosa è diverso.

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In primo luogo, non c'è testosterone. L'eroe della vicenda è una cheerleader di nome Juliet Starling, per la precisione una "kick ass cheerleader with a great power", per usare le parole di Suda51. Vestita in minigonna e top, con aria da pin-up, armata di pompon, leccalecca e - naturalmente - di una motosega. Da qui "Lollipop Chainsaw".

Facciamo un balzo sulla sedia quando ci rivelano il nome dell'istituto scolastico dove si svolge la vicenda. San Romero High School, con evidente riferimento al padre di tutti i film con gli zombie, George A. Romero, che Suda ha sagacemente eletto a santo. Impagabile.

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Questo liceo è stato completamente invaso dagli zombie, che hanno trasformato in mangia-cervello tutti gli studenti e i professori. Vi sono alcuni superstiti che disperatamente cercano di ripararsi nelle aule, e un solo eroe. O, meglio, un eroe e mezzo. La protagonista si accompagna infatti da una testa parlate, un tizio decapitato collocato opportunamente sui suoi fianchi. Chiaramente la particolare collocazione della testa consente al fortunato/sfortunato aiutante una particolare visione dell'intimo di Juliet, con conseguenti riferimenti sessuali, marchio di fabbrica dei giochi Grasshopper.

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I nemici hanno ben poco a che vedere con gli zombie dell'iconografia classica: sono veloci, moderatamente intelligenti e parlano. Perlopiù recitano battute da film di serie Z, alle quali Juliet risponde con altrettanto carisma. Dopo avere assistito all'uccisione di un professore zombie, infatti, l'eroina ha iniziato a rinfacciargli i brutti voti ricevuti durante l'anno. Chi non vorrebbe farlo dopo aver ammazzato un professore-carogna (e in questo caso il termine carogna è davvero appropriato)?

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Gli ostaggi della scuola non rappresentano il nostro obiettivo primario: Juliet sembra principalmente interessata a fare fuori qualunque cosa non sia umana. In ogni caso, aiutando i civili è possibile ottenere del denaro, anche se gli sviluppatori non ci spiegano cosa potremo comprarci, limitandosi a parlare di "cose fighissime". Se gli ostaggi vengono attaccati dagli zombie, si trasformano in zombie a loro volta. Il che può significare una sola cosa: aiutare gli umani è doppiamente utile.

Benché gli sviluppatori non ci abbiano lasciato provare il gioco, il sistema di controllo è stato spiegato e si è rivelato molto lineare, alla pari di tanti hack and slash alla Devil May Cry. È possibile usare tecniche di combattimento normali, con combo abbastanza semplici, e fare uso di mosse finali che attivano animazioni spettacolari, un po' come avveniva con Travis Touchdown in No More Heroes, altro grande titolo firmato Suda51 a cui Lollipop Chainsaw, evidentemente, deve molto.

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Anche lo stile grafico richiama le precedenti produzioni di Grasshopper: un cel-shading di ottima fattura, questa volta arricchito da spessi contorni neri che danno al gioco un'impronta da fumetto, coadiuvata dalla presenza di un'interfaccia utente che ricorda le grafiche dei comicbook americani.

In una seconda fase della presentazione abbiamo avuto modo di assistere a uno scontro con un boss, un punk-rock-zombie chiamato Zed. Prima di iniziare lo scontro viene mostrata una scheda del nemico, che dopo pochi secondi viene spostata da Juliet e commentata, come se la ragazza avesse anch'essa accesso all'interfaccia di gioco. Un'assurdità davvero divertente.

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Lo scontro con il boss si apre in maniera classica. Zed appare come il classico boss: veloce, più coriaceo dei nemici normali e dotato di una grossa barra di energia. Dopo averlo colpito ripetutamente, però, ci accorgiamo che lo scontro è diviso in fasi. In un secondo momento ci troviamo infatti a fronteggiare la caduta di amplificatori per chitarra dal cielo, mentre la musica punk incalza su di un enorme palco. Il nostro compito, questa volta, è di riuscire a segare in due una cassa acustica gigante, al contempo evitando gli attacchi di Zed. Infine, nella terza fase del boss, Zed ci lancia dei dischi che dobbiamo respingere e indirizzare verso di lui. Di tanto in tanto lo zombie si ferma urlando "Yeah", ed è qui che emerge un vero colpo di genio: il suo urlo si trasforma in lettere giganti che vengono verso di noi. Dopo avere evitato la Y, la E, la A e ovviamente la H, possiamo dargli il colpo di grazia.

Si chiude così la presentazione di uno dei giochi più affascinanti presenti alla Gamescom 2011 di Colonia. Come sempre i giochi di Suda51 riescono a strapparci un sorriso e una grande eccitazione. Non vediamo l'ora di mettere le mani su Lollipop Chainsaw, che arriverà nei negozi soltanto il prossimo anno.

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RECENSIONE. Scritto da Lorenzo Mosna

Oops I did it again. La frase, recitata da Juliet quando viene sconfitta, sintetizza il lavoro fatto da Suda51 con Lollipop Chainsaw: ancora una volta, un vero elogio della semplicità.



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