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Syndicate

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In un futuro distorto, governato dalle corporazioni in una sorta di apocalisse capitalistico, la gente è controllata da chip impiantati nel cervello. Ecco il mondo di Syndicate.

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Cosa succederebbe se il mercato si governasse da solo, senza nessun regolamento né controllo? È una domanda con molteplici risposte, ma il risultato in Syndicate è un mondo in cui le nazioni e i governi sono diventati obsoleti, e al loro posto tutto è controllato da delle enormi corporazioni (i "syndicate" del titolo, da non confondere con i sindacati), che si combattono l'un l'altra per ottenere la più grossa fetta di mercato, forzando i loro prodotti giù per le gole dei consumatori, i quali hanno quasi sempre un chip impiantato che li spinge a consumare ancora di più.

Non ci sono leggi, e i più forti e i più ricchi decidono cosa sia giusto e sbagliato. Lo spionaggio industriale è corredato da armi ed esplosivi, oltre ad azioni di violazione informatica e di furto di dati. E i danni collaterali non importano, in particolare se questi sono altri esseri umani, clienti della concorrenza.

In altre parole, questa è una visione oscura del futuro. Ma offre anche il potenziale per uno sparatutto solido e frenetico.

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Il concept di questo FPS futuristico ruota attorno all'idea che le persone hanno un chip impiantato nei loro cervelli, dando luogo a meccaniche molto divertenti.

Interpretiamo Miles Kilo, un agente della Euro Corp, nel cui cervello vi è un chip Dart 6, ultimo modello, che gli consente di hackerare qualunque altro chip, sia che si trovi all'interno della testa dei propri nemici, che nelle loro armi o in una porta, un ascensore et similia.

In pratica, appare una piccola icona sopra il nemico inquadrato nel mirino, e con un pulsante si può effettuare un hacking, il cui esito si misura da una barra che si riempie letamente. Una volta completa, l'azione ha inizio.

Queste abilità sono ciò che rende Syndicate diverso dagli altri sparatutto. Come uno Jedi cyberpunk, possiamo convincere i nemici a suicidarsi (magari con le granate, per fare fuori anche qualche compagno), a mettersi fuori combattimento o a combattere i propri alleati, poco prima di mettere fine alla loro miserabile esistenza con un proiettile.

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Naturalmente, non si possono usare queste abilità liberamente, ma il tempo di ricarica è piuttosto rapido, e quindi si può usare senza parsimonia. Il gioco, inoltre, introduce molte situazioni in cui è possibile fare tutto senza tirare fuori la propria arma.

Il chip Dart 6 ha altri vantaggi. Si può accedere a una visione speciale che consente di individuare i nemici dietro ai muri - molto utile quando l'intelligenza artificiale è sufficientemente furba da nascondere gli uomini dietro un ostacolo.

Allo stesso tempo, è possibile attivare un rallentamento del tempo, e il chip può essere aggiornato per infliggere del danno extra o per curarsi più rapidamente. Ma la ricarica richiede adrenalina, che si guadagna uccidendo i nemici.

Meccaniche ottime, ma che sarebbero inutili se il resto del gioco non fosse all'altezza. Fortunatamente non è questo il caso. Syndicate brilla per il suo ritmo, per l'intensità degli scontri a fuoco che si mescola a fasi più lente e per certi trucchi messi in scena, che raramente si ripetono.

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Ad un tratto stiamo abbattendo decine di guardie nei corridoi, il momento dopo ci troviamo a bordo di un treno ad abbattere qualche nemico (l'unica sezione su binari del gioco). Infine, si risolvono dei semplici puzzle, si disattivano delle mine EMP e si combattono nemici semi-invisibili. Ce n'è per tutti i gusti.

Non riesco a fare a meno di pensare ad Half-Life 2 quando gioco a Syndicate, ed è come se Starbreeze avesse studiato a fondo quello che Valve fece con il suo gioco. Un altro elemento che mi ricorda di Half-Life 2 sono le cut-scene scriptate che bloccano la telecamera, così come lo storytelling, anch'esso in parte mutuato dal classico di Valve.

Però, Syndicate non raggiunge i picchi di Half-Life 2. Ci sono alcuni punti deboli tra cui i combattimenti con i boss, che variano dal terribilmente divertente al terribilmente frustrante. Inoltre, a volte si aprono delle porte solo per venire investiti da una sequenza scriptata, con risultati comici. Infine, la storia ad un certo punto prende una piega deludente, ma non entrerò nei dettagli.

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Questi problemi, tuttavia, non rovinano l'esperienza, e la campagna nel complesso risulta solida e originale (per quanto sia originale la trama in un FPS) e riesce a raggiungere buoni risultati in termine di intensità e lunghezza.

E questo ci porta alla modalità cooperativa: fino a quattro giocatori possono divertirsi in nove missioni, che come il single player offrono variazione e intensità. Inizia tutto in maniera semplice, ma la difficoltà cresce nelle missioni più avanzate.

Alcune delle abilità di hacking i co-op sono abbastanza diverse, e ci sono nuove abilità da sbloccare attraverso un sistema di progressione - ad esempio, vi sono abilità per migliorare il danno di squadra - ed è possibile migliorare le abilità e le armi.

Ci ricorda Left 4 Dead, senza i nemici piazzati a caso, ed aggiunge un be po' di valore all'intero pacchetto.

Da un punto di vista tecnico, Syndicate raggiunge buoni livelli. L'audio delle armi è uno dei più aggressivi che abbiamo mai sentito, e vale la pena rischiare un litigio condominiale alzando il volume a palla per godersi al massimo l'esperienza.

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La grafica è estremamente piacevole, anche se ci sono sequenze - in particolare nelle scene in cui si vola - dove il livello di dettagli nella distanza non è così alto come si sperava. Ma gli interni e la loro illuminazione sono ottimi, dettagliati e con un look unico. Tutto sembra migliorato dalla "realtà aumentata" che rende quello che scorre sullo schermo molto più credibile.

Non ho parlato del Syndicate originale, un titolo strategico uscito nel 1993. Potremmo parlare del profondo cambio di genere, ma non significa che l'esperienza sia compromessa. Sono stato felice di trovare molti cenni e riferimenti al gioco originale, a partire dalle armi (il lanciafiamme e la mini-gun sono le prime che mi vengono in mente), i veicoli e i dettagli. L'intelligenza artificiale nella sua architettura sembra presa dal gioco originale, e non è difficile provare un po' di nostalgia.

Non credo che i due giochi possano essere paragonati. Il titolo del 2012 dev'essere preso per quello che è: uno shooter solido, capace di raggiungere picchi di originalità, che prende in prestito elementi mutuati da altri generi e altre aree. Non è perfetto, ma offre un'esperienza in single player significativamente migliore di quella vista in Battlefield 3 per esempio, ed è un gioco che tutti i fan del genere dovrebbero certamente provare.

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08 Gamereactor Italia
8 / 10
+
Gameplay solido e variegato, bella grafica, audio scassatimpani, meccaniche divertenti e originali
-
I boss non sono sempre all'altezza, storia deludente
overall score
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