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La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor

La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor

Torniamo a Mordor con la gioia nel cuore, grazie ad un titolo che ci ha profondamente affascinato.

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C'è sempre un certo scetticismo quando ci si imbatte in prodotti tratti da opere maestose e di autori considerati pietre miliari di un genere. Quando, a suo tempo, il regista Peter Jackson aveva deciso di rileggere in chiave cinematografica la grandiosa epica di Il Signore degli Anelli, molti fan di Tolkien avevano arricciato il naso, preoccupati dalla possibilità che, "manipolando" l'opera per forzarla in tre pellicole, il prodotto si rivelasse poco fedele all'epopea originale, stravolgendo completamente il senso profondo sotteso ad essa. Eppure la trilogia messa a punto da Jackson riuscì ad entusiasmare anche gli accoliti più ostili, rivelandosi, invece, un dignitoso omaggio all'opera fantasy per eccellenza e al suo complesso universo. Una sorte analoga ha interessato anche La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor, nuovo titolo dello studio statunitense Monolith - quest'ultimo da quasi un decennio tra le fila dei creatori di casa Warner - che sin da subito aveva messo in allerta lo stesso popolo di appassionati, anche perché reduci da titoli videoludici a tema non particolarmente brillanti o incisivi.

La posta in gioco era indubbiamente alta. Scegliere di ambientare la storia a metà tra i due romanzi-emblema dello scrittore britannico, Lo Hobbit e Il Signore degli anelli, rappresentava una sfida importante, tenendo conto dell'immenso e articolato lore che caratterizza l'intero universo narrativo. Ebbene, i ragazzi di Monolith Productions riescono a superare la prova a pieni voti, regalando al pubblico di giocatori (ma soprattutto quello dei tolkeniani) un prodotto intrigante e capace di tenerci incollati al controller per diverse ore, spingendoci ad esplorare ogni anfratto di Mordor alla ricerca di Orchi da annientare. E la soddisfazione, esecuzione dopo esecuzione, fendente dopo fendente, si fa sempre più deliziosa. Ma andiamo con ordine.

La Terra di Mezzo: L'Ombra di MordorLa Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor

Nella nostra avventura, vestiamo i panni di Tallion, un Ranger di Gordor imputato a pattugliare il Cancello Nero di Mordor, il quale assiste impotente al violento sterminio della sua famiglia da parte di un gruppo di guerrieri al servizio di Sauron e di un sanguinario negromante. Il massacro si rivela, in realtà, un sacrificio atto a invocare lo spirito di un Elfo misterioso che si è impossessato del corpo di Tallion e che riesce, a suo modo, a salvargli la vita. Intrappolato in un limbo tra la vita e la morte e mosso da un ardente desiderio di vendetta, il Ranger ha dunque un unico e solo scopo: scovare chiunque si celi dietro questa carneficina, fargliela pagare (preferibilmente nel modo più violento possibile) e raggiungere, infine, la pace eterna.

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La narrativa che respiriamo sin dai primi momenti di gioco è goduria allo stato puro. Seppur l'escamotage narrativo della vendetta non sia propriamente originale - il cinema, ad esempio, ci ha costruito su intere filmografie - L'Ombra di Mordor è caratterizzato da una trama affascinante quanto basta a spingerci lungo lo sterminato mondo aperto di Mordor alla disperata ricerca della nostra rivalsa. Perfettamente inserito all'interno dell'epica tolkeniana, il titolo di Monolith rimaneggia con fedeltà e grande rispetto il materiale originale, un aspetto che emerge anche nella cura e nell'attenzione messa negli oggetti, ciascuno caratterizzato da un nome e dalla sua storia. Spesso ci siamo soffermati a leggere le dettagliate informazioni relative a ciascun oggetto o luogo visitato, che permettono al mondo di gioco di vivere e pulsare. Chi ama il "pignolo" e complesso universo creato da Tolkien, non può che gioirne.

Sin dai primi attimi in cui veniamo calati nel racconto, anche grazie ad un interessante meccanismo di flashback, Monolith ci permette di prendere confidenza con le meccaniche grazie ad un pratico tutorial. Attraverso i ricordi degli ultimi istanti di vita di Tallion, abbiamo modo di approcciarci al sistema di combattimento che, procedendo nell'avventura, si farà sempre più complesso, anche grazie alle numerose tecniche che apprenderemo poco per volta. A tal proposito, un aspetto interessante che emerge dalla nostra esperienza finale con il titolo di Monolith è la sua incredibile difficoltà iniziale. Dipendendo principalmente dalle tecniche che impareremo poco a poco, all'inizio L'Ombra di Mordor si rivela un titolo "sadico", che ci vedrà morire più di una volta proprio perché non abbiamo i mezzi e le capacità necessarie per far fronte ai nemici contro cui combatteremo. Ciò che ci ha piacevolmente sorpreso è il fatto che, seppur connatoto da una violenza inaudita (le sequenze di decapitazione e di "finishing" degli orchi è pura gioia), L'Ombra di Mordor non si limita a buttarci nella mischia e a massacrare ondate di nemici. Anzi, il combattimento deve essere ragionato, soprattutto nelle fasi iniziali, bisogna prediligere lo stealth e tecniche più raffinate ed evitare scontri con più nemici insieme, proprio perché non si hanno le giuste competenze per gestirli. Una vera chicca, con nostro sommo piacere.

La Terra di Mezzo: L'Ombra di MordorLa Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor

Parlando più nello specifico del sistema di combattimento, durante la nostra anteprima avevamo già avuto occasione di sottolineare una certa somiglianza con le meccaniche presenti nella serie Batman: Arkham (l'oramai consolidato Free Flow System), così come un certo "citazionismo" del sistema free running, che rappresenta un indiscusso marchio di fabbrica della serie Assassin's Creed. A suo tempo, però, avevamo ribadito che - per quanto il titolo di Monolith non brilli di originalità sotto questo aspetto - la scelta dello studio di prediligere due stili oramai consolidati e funzionali è quanto mai encomiabile, perché entrambi funzionano, sono interessanti e permettono al gioco di progredire in modo profondo. Come abbiamo detto all'epoca, se il sistema è funzionale e interessante, perché non usarlo?

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Ma La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor non è affatto un prodotto citazionista, anzi. La grande novità presente nel gioco - e che speriamo venga adottata anche da altri titoli di genere nel prossimo futuro - è rappresentata dall'interessantissimo "Sistema Nemesis", che non va confuso con il suo omonimo presente in Diablo III. Il sistema Nemesis permette ai nemici, di varia natura e forma, di evolversi contemporaneamente al nostro personaggio, di "avere memoria" dei precedenti incontri avuti con noi e ricordarsene nel caso di un nuovo scontro con Tallion. Questo permette ai nemici di "livellarsi", di acquisire nuove abilità, ma al tempo stesso permette a noi giocatori di affrontare creature sempre diverse, anche grazie al fatto che queste vengono generate in modo procedurale, evitando quella ripetitività rintracciabile in buona parte degli ambienti sandbox. Ad arricchire ulteriormente l'universo nemico, vi è il fatto che ciascun nemico viene "schedato" dal gioco attraverso delle pratiche carte, riportanti ciascuno i loro punti deboli/punti di forza e le singole caratteristiche, elementi che si rivelano indispensabili sul campo di battaglia, quando orde di nemici ci attaccano.

Un aspetto che ci aveva sbalordito già ai tempi della nostra anteprima è il profondo dinamismo che caratterizza l'intera esperienza di gioco. Accanto alle svariate abilità che apprenderemo di volta in volta all'interno del titolo - sbloccando rune e competenze in ciascun albero delle abilità (uno per Tallion e uno per il lord elfico) - e che ci permettono di modificare l'assetto del nostro sistema di combattimento, passando da attacchi corpo a corpo (Tallion) ad attacchi a distanza con arco e frecce (lo Spirito), L'Ombra di Mordor regala esperienze molto diverse. All'interno del gioco, infatti, abbiamo numerose missioni: le missioni principali (contrassegnate sulla mappa da icone d'oro), che permettono di far progredire la storia; le cosiddette "Lotte per il potere", in cui gli Uruk lottano per ottenere maggior prestigio e scalare l'organigramma gerarchico che a nostra volta modificheremo sconfiggendo/venendo uccisi dagli Orchi (contrassegnate sulla mappa in rosso, ci permettono di sbloccare nuovi livelli di abilità); infine, ci sono le missione secondarie (in bianco sulla mappa), che ci permettono di collezionare oggetti o acquistare Mirian che permette di potenziarci. Da qui è evidente una certa longevità nell'esperienza di gioco, caratterizzata da missioni tra loro molto diverse, che accontenteranno sicuramente quei giocatori dai palati più fini ed esigenti.

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Last but not the least, grafica e sonoro. Per quanto riguarda l'apparato grafico, abbiamo testato il gioco nella sua versione PlayStation 4 e il nostro responso è assolutamente positivo. Spurio da problemi e da bug, L'Ombra di Mordor si rivela un'esperienza "liscia" e lineare, decisamente gradevole (non al top della next-gen, ma si avvicina parecchio), anche se da un punto di vista della varietà (nelle ambientazioni e nei paesaggi) non ci ha fatto propriamente gridare al miracolo. Molto interessante è l'uso del sonoro dal Dual Shock 4, che rende più intrigante e vivo il mondo di gioco, caratterizzato soprattutto da un continuo chiacchiericcio "orchesco" che offre un divertente tappeto sonoro alla nostra avventura. Non siamo eccessivamente soddisfatti dal doppiaggio (anche se abbiamo letteralmente amato Massimo Corvo nel ruolo del Fantasma elfico; per intenderci, il doppiatore di Morpheus di Matrix), anche se l'adattamento - anche tenendo conto dell'esigente mondo a cui appartiene - è sicuramente tra i migliori presenti sul mercato.

Brutale, spietato, violento. La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor si rivela una piacevole sorpresa. Carico di quella giusta dose di difficoltà e fedele alla tradizione tolkeniana a cui è profondamente ispirato, il nuovo titolo di casa Monolith ci ha davvero stupito, offrendoci un prodotto di grande qualità e che regala ai giocatori ore massicce di imperdibile divertimento. Un must buy, a nostro parere.

09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
L'affascinante Sistema Nemesis, che speriamo venga adottato anche da altri titoli di genere; Eccellente narrativa; Gameplay solido e intrigante. Atmosfera eccezionale.
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Sistema di combattimento non propriamente innovativo; Paesaggi piuttosto anonimi e poco caratterizzati; Doppiaggio non particolarmente brillante (salvo rare eccezioni).
overall score
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