Blackguards 2

Chi non risica, non rosica. Blackguards è stato il progetto più importante della storia di Daedalic. Era un rischio, soprattutto perché lo studio si stava lanciando in un genere completamente nuovo alla sua esperienza. E anche se questo gioco di ruolo strategico aveva delle imperfezioni evidenti, alla fine ha funzionato. A livello di incassi, il progetto è stato redditizio e, nonostante le recensioni contrastanti, era evidente che c'erano delle basi da cui partire per un eventuale capitolo futuro. Cosa fondamentale è che il team ha sempre cercato di essere il più vicino possibile alla community, è stato aperto a suggerimenti e ai miglioramenti da apportare. A partire da questi feedback, Daedelic ha iniziato a lavorare a questo sequel, sviluppato in appena un anno.

Il motivo di questo sviluppo così immediato, tuttavia, non è da rintracciare nel fatto che lo studio avesse intenzione di fare cassa nel breve periodo, ma perché il gioco ha richiesto davvero tanto. Tuttavia, rispetto al primo, Blackguards 2 si rivela un gioco molto diverso. Ad ogni problema con l'originale, il team ha trovato una nuova elegante soluzione. E' olistico, a tutto tondo. E anche se non segue in modo precisissimo le regole di The Dark Eye, sono rimasti invariati il carattere e la personalità da gioco di ruolo classico, e con essi anche un livello di difficoltà elevato.

I value di base ora risultano più semplici e immediati. Ne abbiamo otto, come i danni ed iniziativa, a cui se ne aggiungono due per la rigenerazione di energia astrale e la stamina, di nuova introduzione, nonché i valori di stamina singoli. Questo aspetto crea una migliore comprensione sull'impostazione del personaggio e quali sono i punti di forza e di debolezza che potrebbe avere. Detto in altre parole, rispetto all'esperienza precedente non hanno rimosso nulla, si sono solo approcciati al gioco in modo diverso.

Non che Blackguards 2 voglia essere un'esperienza più profonda rispetto al suo predecessore. I cambiamenti nel gioco sono solo per lo più relativi alla sua facilità d'uso e per questo sono più che graditi. Lo strato superficiale del gioco è stata semplificato, non risulta poi così ingombrante, e hanno omesso anche il fastidioso tutorial. Piuttosto, il gioco ci racconta tutto quello che c'è da sapere attraverso dei boxini di testo, a cui veniamo introdotti durante un prologo leggero che dà il tempo al giocatore di ambientarsi. Le informazioni offerte sono brevi, concise e vanno dritte al punto. I principianti potrebbero sentitsi un po' spaesati, ma se avete avuto modo di giocare ad un titolo di ruolo di qualsiasi tipo, non ci vorrà molto tempo prima che riusciate a muovervi in modo spedito.

Oltre alle modifiche estetiche, ci sono alcuni cambiamenti molto importanti. Ciò significa che la mappa è ora molto più aperta e non ci vuole molto tempo prima di partire alla conquista dell'Emirato Mengbilla. Decidiamo quali direzioni sulla mappa vogliamo prendere, e ad un certo punto Marwan - il nostro nemico giurato - invierà le sue truppe a riconquistare alcune zone già prese. Per ogni punto sulla mappa che controlliamo, otteniamo miglioramenti per i nostri mercenari. E abbiamo sempre la possibilità di sapere chiaramente il livello di difficoltà di ogni incontro prima dell'inizio di un combattimento.

Le capacità stamina di cui sopra funzionano come l'energia astrale, e garantiscono un migliore equilibrio tra l'evocazione e il combattimento. Per le abilità speciali ora abbiamo la stamina. La lotta appare meno casuale e il combattimento è caratterizzato da un approccio decisamente più tattico. C'è anche un nuovo sistema di copertura in cui entrambe le fazioni possono proteggersi servendocs dello scenario, o spostarsi completamente in copertura. Questo rende le mappe di loro già interessanti ancora più emozionanti. Ora non basta tenere in considerazione interruttori e oggetti interattivi, ma dobbiamo anche tenere d'occhio i posti potenziali in cui barricarci.

Ciò che di questo sequel ci ha veramente convinto, tuttavia, è la storia. Blackguards 2 è ambientato tre anni dopo gli eventi di Blackguards e racconta la storia di Cassia da Tenos, moglie di Marwan al-Ahmad. Questo ha conquistato Mengbilla e ha gettato la moglie in un labirinto sotto terra. Qui, tra ragni e solitudine, la donna ha solo due strade: morire per mano di un morso di ragni velenosi o impazzire.

Ovviamente riesce a fuggire dalla sua prigione, altrimenti il gioco sarebbe stato piuttosto breve. I morsi dei ragni le hanno lasciato il volto sfigurato, e Cassia parla spesso da sola. Se questo sia il risultato dei morsi o della solitudine, non lo sappiamo, il dibattito è aperto. Qualunque sia la risposta, la sua mente è comunque completamente partita. Durante la sua prigionia, trova un libro, e le pagine le rivelano, poco a poco, come riuscire a diventare una buona sovrana, e mentre legge queste parole le si ficca nel cervello un'unica e sola idea: vuole regnare e rovesciare il potere del marito Marwan. Tuttavia, ha bisogno di un esercito, e così comincia a sondare tra quelli che sono insoddisfatti del suo ex-marito, e fa loro grandi promesse.

L'avventura è un po' cupa e incentrata attorno a decisioni difficili imperniate su questioni morali e filosofiche. Assistiamo alla discesa verso la follia dell l'intelligente e spregiudicata Cassia. Parla del suo desiderio di governare e dice che non desidera vendetta. Ma neanche lei riesce a spiegare il motivo per cui voglia farlo. "Perché è così", dice. Il vento ha bisogno di una ragione per soffiare? Una mosca necessita di un motivo per volare? Questi sono i pensieri che martellano il cervello di questa donna, una volta bellissima, e rendono la storia davvero meravigliosa e coinvolgente.

Tra le fila dei combattenti, troviamo alcuni ex eroi visti nel primo Blackguards. Tra loro c'è anche il guerriero Takate (che si considera un dio), mentre il mago Zurbaran, in realtà di nuovo schiavo, si unisce ad un nano scorbutico e avido d'oro, Naurim (che è diventato un po' pigro). Inoltre c'è Faramud, il leader della Legione Silenziosa. I suoi mercenari ci aiutano nella lotta contro le truppe di Marwan e costituiscono una parte importante nella nuova meccanica relativa alla conquista e difendono i punti sulla mappa.

Nel nostro campo - il nostro punto di adunanza tra una battaglia e l'altra - possiamo equipaggiare e migliorare i nostri eroi. Inoltre possiamo chiacchierare con i diversi personaggi e interrogare i nostri prigionieri. Cerchiamo di tenere unito il popolo e discutiamo dei tanti problemi che lo affliggono, e tutto questo ha un certo impatto sul corso della nostra avventura. Non si può mai sapere esattamente dove queste decisioni porteranno, per lo più bisognerà fare affidamento sul proprio istinto.

Nonostante tutte queste innovazioni, modifiche e nuove idee, è comunque difficile parlare di Blackguards 2 come qualcosa di veramente innovativo. Da un punto di vista grafico e in termini di meccaniche di gameplay, le cose non sono cambiate in modo significativo, ma la storia è davvero bella e il concept è stato ripensato e ottimizzato dove richiesto. Blackguards aveva uno stile un po' troppo ingombrante e risultava un po' vecchiotto rispetto a questo. La nuova avventura non è ancora facile da digerire, ha una grande profondità e un livello di difficoltà piuttosto elevato, anche se per essere un titolo strategico con elementi RPG non risulta poi così eccessivamente denso.

In definitiva Blackguards 2 è vario e questo vale sia per le ambientazioni sia per gli avversari. Forse questo è il gioco che il Blackguards originale avrebbe dovuto essere, ma ancora, senza quel primo tentativo, non avremmo mai avuto tra le mani questo prodotto. Daedalic ha fatto un ottimo lavoro nel raccontare una storia di vendetta, attraverso i pensieri e le azioni di un personaggio controverso. Meccanicamente è un gioco forte, e risulta un significativo miglioramento rispetto al primo. Blackguards 2 è una bella sorpresa sotto molti punti di vista, e un ottimo modo per iniziare il nuovo anno.