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Grey Goo

Grey Goo

Il titolo di Petroglyph scava nelle radici del genere FPS con un tocco squisitamente moderno.

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C'era una volta una serie strategica chiamata Command & Conquer, che fiorì grazie alle amorevoli cure di uno studio chiamato Westwood. Ma dal 2003, Electronic Arts ha acquisito la società e ha messo a capo della serie nuovi sviluppatori. Anche se l'ultimo dipendente della vecchia retroguardia di Westood ha lasciato EA oltre 10 anni fa, questi non sono scomparsi completamente dalla scena videoludica. Una parte di questi, infatti, ha fondato una società chiamata Petroglyph Games, che ha ormai sviluppato - in collaborazione con Weta Workshop (fondata dal regista Peter Jackson) - una discreta serie di successori spirituali della serie C & C.

Grey Goo recupera da C&C quella tipica ambientazione classica, in cui abbiamo tre gruppi impegnati a sfruttare risorse, a costituire le proprie rispettive forze armate, e, infine, a fare piazza pulita degli avversari dalla faccia della Terra. Al giorno d'oggi, questo tipo di "filosofia" ci rimanda subito a Starcraft, ma pochi sanno che, in realtà, il franchise di Blizzard è costruito proprio sulle basi della gloriosa serie a marchio Westwood. Ma se Starcraft è pensato per i giocatori super-veloci e per i Coereani capaci di effettuare 100 click al secondo, Grey Goo è pensato per i giocatori caratterizzati da dita più lente (si legga: giocatori più vecchi).

In Grey Goo, la trama trae ispirazione da uno scenario fantascientifico/apocalittico, noto ai più come ecofagia ("che divora l'ambiente"), e reso famoso da tanta letteratura sci-fi. Il mondo, così come noi lo conosciamo, è giunto alla fine, e le nano-tecnologie replicanti hanno preso il sopravvento, trasformando la superficie del Pianeta in un (avete indovinato!) grey goo, e consumando tutta la materia della Terra mentre si riproducono moltiplicandosi. Questa specie di blob letale è una delle fazioni giocabili, oltre agli uomini rimasti e agli alieni chiamati Beta. La trama non verrà ricordata per essere certamente memorabile, ma è comunque funzionale al suo scopo. E le cutscene sono inquietantemente ben fatte e accurate: è stato Weta Workshop ad occuparsi di questo aspetto, e alle volte vi risulterà davvero difficile riuscire a stabilire se ciò che state guardando sia un attore in carne e ossa o una sua replica in digitale.

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Ciascuna di queste tre fazioni agisce secondo principi logici. Gli esseri umani dipendono da una base, mentre i Beta ne hanno diversi. Il Goo, invece, è una massa vivente, che non ha bisogno di essere ancorato ad un punto specifico sulla mappa. Diverse fazioni richiedono, ovviamente, diversi tipi di strategia, ma le maggiori differenze si rintracciano principalmente nelle basi e nella logistica. Le unità a nostra disposizione sono piuttosto standard, in modo che tutte e tre le fazioni abbiano le stesse categorie di base, e di conseguenza questo aspetto comporta un'eccessiva somiglianza tra loro. L'unica fazione che si differenzia dalle altre è il Goo, in quanto può rompere gli schemi ogni tanto, grazie al fatto che può scavalcare completamente le montagne, queste ultime una barriera impenetrabile per l'uomo e i Beta.

Le unità non aumentano di livello, né hanno particolari abilità attivabili separatamente. Le uniche unità caratterizzate da una certa personalità sono rintracciabili nei rami più alti dell'albero tecnologico, dove si trovano le cosiddette "unità epiche". Sono vere e proprie super armi, capaci di abbattere una task force davvero ben organizzata o capaci di annientare qualsiasi cosa incroci il loro passaggio. La fazione che riesce a raggiunge queste unità epiche prima di tutti, ha ovviamente un netto vantaggio rispetto agli avversari, quindi riuscire a raggiungerle prima degli altri rappresenta un obiettivo accessorio davvero importante, e questo aspetto diventa fondamentale soprattutto nelle partite multiplayer con altri giocatori.

Vi è comunque una breve campagna single-player, che stranamente iniziamo giocando nel ruolo della fazione Beta. Ogni fazione ha solo cinque missioni in totale, che riusciamo a concludere anche piuttosto velocemente. Si tratta, ovviamente, di una semplice introduzione al gioco, di una sorta di allenamento, che permetta ai giocatori di prendere dimestichezza con il gioco prima di addentrarsi nelle partite online. Ma vi avvertiamo: questo non vuol dire che la campagna sia semplice, anzi. Anche se giocato in modalità facile, Grey Goo saprà essere davvero spietato, in quanto l'IA è davvero molto aggressiva e non avrà pietà di nessuno.

Ma come è evidente, il cuore del gioco risiede principalmente nel multiplayer, che tuttavia sembra avere alcuni problemi in termini di bilanciamento. Non penso che dipenda necessariamente dal gioco in sé, quanto piuttosto dalla scarsa attitudine dei giocatori a non cogliere le strategie richieste per giocare a Grey Goo. La maggior parte dei giocatori, infatti, gioca online con i Beta, rendendo il gioco così abbastanza noioso. Speriamo che questo aspetto cambi non appena i giocatori acquisiscono maggiore esperienza e dimestichezza con esso.

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Graficamente parlando, ho già avuto occasione di menzionare le splendide cutscene, ma la grafica non sempre risulta un vantaggio. Le unità si assomigliano troppo tra loro, e riuscire ad avere una panoramica efficace dell'intero campo di battaglia risulta, alle volte, davvero complesso. Per evitare questo problema, consigliamo di raggruppare le unità in modo efficiente, ma soprattutto nelle grandi battaglie, queste similitudini rischiano di provocare la perdita inutile di molte unità. Per quanto riguarda il reparto audio, quest'ultimo risulta molto accurato, e le musiche e gli effetti sonori sono buoni tanto quanto i titoli a marchio Blizzard. Anche lo strano gorgoglio del goo si adatta perfettamente all'atmosfera.

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In conclusione, Grey Goo è sicuramente un titolo che i giocatori dei titoli RTS ameranno. Offre una ventata di modernità al genere, eliminando quegli elementi di micro-managering che non tutti gli amanti del genere solitamente apprezzano e focalizzando l'attenzione su vasta scala. Da appassionati degli RTS noi stessi, consigliamo l'acquisto in un secondo momento: a nostro avviso avrebbe potuto essere più profondo, avrebbe potuto giocarsela diversamente, ma invece Grey Goo finisce per offrire al giocatore un'esperienza comunque soddisfacente, molto classica, fungendo quasi come sorta di preludio a grandi cose che vedremo, forse, in eventuali seguiti.

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08 Gamereactor Italia
8 / 10
+
Assenza di elementi di micro-managening; Cutscene spettacolari; Bellissima colonna sonora; Solida esperienza.
-
La campagna single-player è troppo breve; Difficile distinguere tra loro le unità; Avremmo gradito una maggiore profondità.
overall score
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RECENSIONE. Scritto da Mika Sorvari

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