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Halo 5: Guardians

Halo 5: Guardians

John 117 è tornato in battaglia, e questa volta porta con sé qualche amico.

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Sono stati fatti grandi passi avanti in Halo 5: Guardians. Halo 4 era buono, ma aveva le sembianze di un prodotto contraffatto alla perferzione: non qualcosa di genuino, ma piuttosto un'imitazione davvero ben realizzata. Magari non all'inizio, ma alla fine la sua mancanza di autenticità si è fatta sentire. Da allora 343i ha avuto tempo per perfezionare il proprio stile, e con il gioco numero cinque della serie Halo oramai alle porte, la reputazione della serie è abbastanza compromessa, in particolare dopo il lancio fallimentare di The Master Chief Collection. E così la domanda è sulla bocca di tutti: Halo 5 ce la farà? Ebbene sì, ce la fa..

Partiamo dalla campagna. La storia di Master Chief va avanti, ma questa volta si aggiunge all'azione una componente cooperativa. Certo, questo aspetto è sempre stato una parte fondamentale dell'esperienza di Halo, ma qui è stata formalizzata da parte di 343i, una decisione caratterizzata dalla comparsa di due squadre di quattro Spartan che se le danno di santa ragione nel corso della storia. Il Blue Team e Fireteam Osiris sono dunque le due fazioni protagoniste di una campagna su due livelli, uno giocato dal punto di vista dell'eroe iconico della serie, Master Chief, e uno giocato dal punto di vista del nuovo co-protagonista, Jameson Locke.

La nostra preoccupazione, prima di iniziare a giocare, era che una narrazione da due diversi punti di vista sarebbe risultata disordinata, addirittura contorta, ma nonostante il dualismo della storia, si è rivelato un plot chiaro e conciso in un modo di gran lunga superiore rispetto a quanto fatto da Halo 4, che anzi non è mai riuscito a raggiungere vette memorabili. In termini di ritmo della storia, Guardians torna alle origini, e lo fa in modo interessante grazie ad alcuni personaggi che abbiamo visto nei titoli precedenti. In poche parole, si tratta di una storia ben raccontata con un racconto avvincente, offerto attraverso una divertente voce fuori campo durante le missioni e con cutscene splendidamente animate tra un capitolo e l'altro.

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Per la prima volta Locke fa la sua prima apparizione, in versione giocabile, in un titolo della serie Halo, ma ci sono anche tanti altri nuovi personaggi (uno di questi appare per prima la prima volta verso la fine e ha finito per essere uno dei nostri preferiti). I due fireteams sono caratterizzati da un sacco di personalità, in cui la squadra di Master Chief contribuisce a restituire all'umanità intera il suo guerriero più imponente. La dinamica si era concentrata in precedenza sul rapporto tra John 117 e l'IA Cortana, ma questa volta il personaggio è in compagnia con i suoi commilitoni e il cambio di prospettiva introduce un nuovo lato del suo carattere.

Forse potremmo dire che il Fireteam Osiris è caratterizzato da una maggiore personalità anche grazie ai dialoghi tra Locke e il suo team, che vede il ritorno di un personaggio molto amato dai fan di Halo, Buck, la cui ultima comparsa risale a ODTS, lo spin-off di Halo 3 sviluppato da Bungie (e che è stato recentemente aggiunto a The Master Chief Collection come ricompensa per coloro che hanno subito il terribile lancio terribile del gioco).

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Cos'altro dire sulla campagna? In realtà si rivela piuttosto corta, e abbiamo giocato in modalità Heroic, quindi avrebbe dovuto esserci una certa difficoltà in alcune aree che ne avrebbero un po' ostacolato l'andamento. Tuttavia, si rivela molto più funzionale di quanto ci saremmo aspettatati. Breve o meno, la dinamica dei quattro personaggi è un punto di forza, ma a volte rappresenta anche la sua debolezza. La forza deriva dall'attenzione sul gruppo che lavora in modo sinergico, un aspetto che caratterizza il gioco sotto tanti aspetti, perché ora abbiamo l'intero team che partecipa alla partita, piuttosto che avere tutti nel ruolo di Master Chief, un aspetto a nostro avviso eccezionale se si ha un gruppo di amici con cui giocare. Halo è divertente da giocare in modalità singleplayer, ma dà senza dubbio il suo meglio nella modalità co-op.

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Detto questo, quando si gioca solo con i compagni di squadra controllati dall'IA, l'illusione di essere un super soldato va un po' in frantumi. Si inizia con una sequenza CGI che toglie il fiato, in cui Locke&Co si imbattono in una situazione di combattimento molto frenetica, con armi a tutto spiano, nemici che muoiono a destra, a sinistra e anche in centro. 343i fa capire sin da subito che siamo una forza di combattimento letale, ma purtroppo lo fa troppo velocemente, e non passa molto tempo prima che i nostri compagni di squadra sono costretti a resuscitarci e a ricordarci che in realtà non siamo così capaci, come accade alle versioni pre-renderizzate degli stessi personaggi che ora possiamo controllare.

A peggiorare la situazione, l'IA non è particolarmente brillante, e, talvolta, i nostri compagni Spartan ci resuscitano di fronte alla linea di fuoco quando dovremmo essere in copertura, o in situazioni piuttosto simili, un aspetto che, senza dubbio, spezza l'immersività. La stupidità della nostra squadra si scontra in modo serio con la storia che ci viene offerta. È la nostra unica grande preoccupazione in questo caso.

Questi momenti non sono poi così banali, e per la maggior parte del gioco fanno il loro egregio lavoro, che è un buon lavoro rispetto a quanto fatto in passato da 343i. Molti di questi aspetti positivi dipendono dal fatto che lo studio ha realizzato mondi davvero magnifici, in cui noi ci troviamo a combattere. Cercheremo di evitare spoiler in merito alle ambientazioni, ma sappiate che la grafica è davvero incredibile, con luoghi interessanti e con un panorama che vi toglierà il fiato.

I livelli sandbox, che molti considerano il cuore pulsante della campagna di Halo, tornano in gran forza, e che ci si muova tra le rovine assolate, o che si salti tra le piattaforme in cui sotto di noi scorre acqua mortale, 343i fa di tutto per ricordarci che la serie ha una sua speciale identità, che qui viene preservata grazie alla presenza di spazi aperti in cui i giocatori sono lasciati ad esplorare da soli - a piedi, in aria, e alla guida di veicoli iconici del franchising.

Di una qualità simile al level design e allo stile artistico è sicuramente il design audio. Le azioni mirabolanti di Halo sono accompagnate da effetti sonori oramai conosciuti e che risvegliano tanti ricordi. Le esplosioni, il fuoco della pistola, il modo in cui funziona la voice over, e naturalmente la colonna sonora, tutto funziona alla perfezione. In termini di stile visivo e sonoro, la qualità è di prim'ordine, paragonabile a qualsiasi altra cosa in uscita quest'anno su console. Tecnicamente ci è apparso un gioco solido, e non abbiamo notato eventuali cali di frame-rate, anche durante alcune delle sequenze più impegnative.

Halo 5: Guardians
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Sebbene le nostre aspettative nei confronti della campagna fossero davvero basse all'inizio e sono state debitamente ricompensate, le missioni della storia non sono il motivo per cui adoriamo Halo, ma piuttosto è il multiplayer a definire se Guardians rappresenta un momento importante per la serie o meno. Avendo giocato ore alla versione beta, e ora ancora di più sui server in tempo reale in vista del lancio completo, siamo felici di annunciare che Halo 5 ce la fa alla grande.

Abbiamo provato una selezione di modalità di gioco in una playlist che ne alterna alcune, tra cui una standard di Halo, Slayer, ma anche offerte più recenti che erano perfettamente in linea e coerenti nella rotazione. Sapevamo già che da un punto di vista meccanico Guardians era stato fatto da zero, ma ora che abbiamo provato nuove mappe e modalità, ci piace ciò che abbiamo visto.

La nostra nuova aggiunta preferita non è una modalità, quanto piuttosto un sottile aggiunta al repertorio dei "trucchi" degli Spartan: la nuova funzionalità mantello, presente sia in multiplayer e sia nella campagna. Cambia la dinamica di ogni partita, e permette di fare molte cose al giocatore in un modo che non abbiamo apprezzato pienamente nella fase beta del gioco. Non c'è niente di più efficace nell'annientare quella sensazione di essere un guerriero sovrumano, mentre tenta di fare un salto e si splattella contro un muro, e l'aggiunta del mantello ha praticamente reso questo aspetto un qualcosa di obsoleto, una preoccupazione del passato.

Grazie ad una scivolata e ad nuovo attacco basato sull'onda d'urto in cui i giocatori si librano in aria prima di sferrare un potente attacco a terra sotto di loro, il giocatore ha a disposizione diverse mosse che ampliano le opzioni sul campo. La cosa fondamentale, però, è che ogni giocatore presente nel gruppo è su un terreno di parità, un aspetto che senza dubbio fa la differenza. Halo è sempre stata quella danza mortale in cui ti diverti con il tuo avversario, dove si sa che in una battaglia uno contro uno, il giocatore di solito vincerà. Questo sentimento si era un po' perso in Halo 4, ma ritorna alla grande in Guardians.

Il bilanciamento complessivo è stato migliorato in Halo 5, e i tempi in cui i giocatori erano letteralmente sopraffatti dai loadouts come in Halo 4 sono ormai lontani. Piuttosto Arena lavora ora molto più sui punti di forza e di debolezza della persona, e la qualità di ogni giocatore è il fattore determinante fondamentale per decidere il successo o meno sul campo di battaglia, proprio come dovrebbe essere. Già con il precedente capitolo, 343i ha iniziato ad aggiungere nuove caratteristiche, più simili a quelle normalmente che ci aspetteremmo di vedere in un Call of Duty, ma Guardians inaugura un ritorno alla purezza dei precedenti giochi della serie Halo, che è l'aspetto di gran lunga migliore per gli amanti della serie.

Un'altra nuova caratteristica davvero interessante, che tuttavia si rivela molto naturale, è il sistema di puntamento smart-link. È ora possibile mirare con tutte le armi (che certamente cambia la sensazione del fucile d'assalto), un aspetto che sembra minimo, ma che in realtà contribuisce un modo interessante all'intera offerta. Il sistema di puntamento migliorato che il nuovo sistema porta con sé si contrappone al fatto che colpire qualcuno che viene scoperto permetterà loro di abbatterlo da quella prospettiva, un aspetto che sicuramente aiuterà i giocatori a contrastare i letali cecchini.

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Questo non vuol dire che non ci siano imperfezioni, ma sono piccole in confronto ai difetti precedenti, e si possono anche perdonare quei punti di respawn mal posizionati, che molto probabilmente, non appena 343i avrà in mano le statistiche, lo studio aggiornerà con un patch per posizionarli nel modo corretto.

Ci sono un sacco di cose interessanti nel multiplayer di Guardians, tanto che abbiamo in programma una valutazione/guida più dettagliata non appena i server andranno online per tutti, ma ci sono nuove modalità di cui possiamo parlarvi, inserite nella rotazione limitata nel nostro periodo di accesso anticipato.

In Arena c'è una nuova modalità emozionante chiamata Breakout, in cui entrambe le squadre con quattro giocatori hanno l'obiettivo di arrivare primi in cinque round di quick-fire. Ogni giocatore ha una sola vita, e le squadre o si ammazzano a vicenda, o c'è una bandiera da recuperare che deve essere portata alla base avversaria per vincere. Questa modalità si affianca alla modalità più conservatrice Strongholds (cattura e detieni due dei tre punti sulla mappa), Slayer (compreso Swat), e Capture the Flag.

Le modalità di cui sopra sono tutti 4v4, e si affiancano alla nuova modalità d'ispirazione MOBA 12vs12, chiamata Warzone (non è dissimile da Invasion da Halo: Reach). Con minions, obiettivi multipli, e grandi mappe, qui predomina il caos, e cerca di soddisfare il pubblico più casual, scoraggiato dalla natura più sadica della modalità Arena.

Le modalità multiplayer avranno proprie playlist al momento del lancio, e dobbiamo anche capire in che modo l'uso diffuso del nuovo sistema Requisition (premi che i giocatori possono sbloccare e spendere in-game ai terminali) funzionerà ai fini del gioco, e a tal proposito vi offriremo un'analisi più dettagliata delle diverse modalità e mappe poco dopo il lancio. Nel frattempo, possiamo dire con certezza che la componente competitiva di Halo 5 è un grande ritorno alle origini. Ha lo stesso fascino nostalgico dei capitoli precedenti, forse un po' meno, ma al tempo stesso prende ispirazione dai titoli contemporanei. 343i sta ovviamente guardando al futuro, piuttosto che al passato, e per questo dovrebbero essere apprezzata.

Halo 5: Guardians risulta un grande passo in avanti per la serie. 343i è finalmente riuscito a scrollarsi di dosso l'ombra proiettata da Bungie e ha realizzato uno sparatutto che può stare tranquillamente al fianco dei capitoli precedenti realizzati dai creatori originali. Possiamo dirvi che è il nostro gioco preferito della serie? Halo 3 detiene ancora un posto speciale nel nostro cuore per ciò che riguarda la componente multiplayer, e Halo: Reach rimane la nostra campagna preferita, ma Guardians si avvicina molto a entrambi, superandoli. In poche parole, si tratta di un ottimo gioco, e gli appassionati di sparatutto su Xbox One avranno finalmente la possibilità di mettere le mani sul nuovo capitolo delle vicende con protagonista Master Chief nel modo che meritano.

HQ
09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
Missioni eccezionali e storia molto buona; Interessante la struttura del co-op; Multiplayer brillante; Ottimo sound-design.
-
La squadra IA alle volte è proprio stupida.
overall score
Questo è il voto del nostro network. E il tuo qual è? Il voto del network è la media dei voti di tutti i Paesi

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RECENSIONE. Scritto da Mike Holmes

John 117 è tornato in battaglia, e questa volta porta con sé qualche amico.



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