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Starcraft II: Legacy of the Void

Starcraft II: Legacy of the Void

Dopo anni di latitanza, la razza Protoss fa il suo ritorno e reclama la sua terra d'origine e la sua orgogliosa eredità. L'atto finale della trilogia di Starcraft II è per molti versi anche il più importante.

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Legacy of the Void è il capitolo conclusivo della saga di Starcraft II, in cui il giocatore si trova a vestire i panni della razza che io, personalmente, attendevo sin dal lancio del primo titolo, nel 2010. I Protoss sono sempre stati i miei preferiti, e ho sempre avuto la sensazione che Blizzard li stesse tenendo volutamente in caldo per il gran finale. C'è qualcosa di epico nella lotta disperata dei Protoss. Mentre tutte le razze combattono per salvare la galassia da Amon e dagli ibridi, i Protoss combattono esclusivamente per reclamare la loro terra d'origine e salvare una cultura al rischio di estinzione. È la razza, a mio avviso, più autentica e credibile, e per questo avevo il fiato sospeso non appena ho iniziato la campagna principale di StarCraft II: Legacy of the Void.

Liberi dalla minaccia costante dei mostruosi Kerrigans Zerg, i Protoss sono riusciti a costruirsi una flotta che possa riportarli a casa sul loro pianeta. Durante la prima missione, prendo parte ad una massiccia invasione e mi sento incredibilmente potente mentre i miei eserciti di Protoss distruggono legioni di Zerg quasi impotenti.

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I Protoss, d'altra parte, ricordano un po' quanto visto in Battlestar Galactica o i Quarian. Sono un popolo in esilio che hanno viaggiato tra le stelle su una flotta gigante, sognando di ritornare all'antica gloria. Ora hanno un vero scopo. Il protagonista della campagna è Artanis, il leader carismatico dei Protoss. Se Jim Raynor è un impulsivo cowboy e Sarah Kerrigan è vendicativa e spietata, Artanis è quello sensibile e tatticamente più abile. Prende in considerazione le varie opzioni a sua disposizione con attenzione e considera sempre ciò che è meglio per il suo popolo. Mi piace giocare con i Protoss in Legacy of the Void, perché è come se venissi motivato a fare qualcosa di significativo e di grandioso.

Per questo motivo, anche le missioni che ci troveremo a fronteggiare hanno senso. Non si tratta di missioni di recupero o di guardia inutili, ma compiti e tattiche specifici che di solito offrono benefici reali, sia in termini di campagna in generale sia nelle missioni stesse. I titoli di Starcraft sono sempre stati eccellenti da questo punto di vista, a dare un senso alle missioni, e Legacy of the Void non fa eccezione.

Starcraft II: Legacy of the Void

La storia del conflitto a tre vie nell'universo di Starcraft II si conclude in modo clamoroso in Legacy of the Void, con sfumature filosofiche ed epiche. La minaccia lontana e vaga, rappresentata da Amon e dagli ibridi nei due giochi precedenti, è ormai vicina e molto più reale, e in mezzo a tutto questo Artanis sta tentando di fare ciò che è meglio per il suo popolo. Ma qual è in realtà il percorso migliore? Garantire un futuro ad un popolo, o un futuro per tutti i popoli presenti nella galassia? Le sequenze tra una missione e l'altra sono sia incantevoli sia al tempo stesso violente in Legacy of the Void, come da sempre ci ha abituato Starcraft II. Aggiungete la determinazione di Artanis a questa sensazione quasi cinematografica e l'esperienza si rivela spettacolare. Ho sempre avuto la sensazione che il gameplay di Starcraft II non fosse stato mai completamente all'altezza di queste sequenze cinematografiche, ma mi sono sempre lasciato trasportare dalla sua trama e sotto-trama.

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Ma in fin dei conti, ciò che davvero conta in un gioco come questo è principalmente il design e il gameplay, e in questo capitolo, grazie al suo equilibrio tra potenza e strategia profonda, questi due aspetti risultano ancora una volta i punti di forza della serie. Detto questo, Legacy of the Void mescola tra loro lo stesso perfetto gameplay, marchio di fabbrica della serie, con nuove opzioni disponibili nella campagna singleplayer. Queste novità dipendono dalla nave di comando di Artanis, la Spear of Adun. La possibilità di chiamarla in qualsiasi occasione, anche nel bel mezzo di un combattimento nello spazio, offre nuove e inimmaginabili possibilità quando ci troviamo nel pieno della battaglia. La mia tattica preferita con i Protoss è sempre stata quella di costruire un sacco di Warp Gates, per poi teletrasportarsi in gran numero dietro le linee nemiche. Questa tattica è diventata ancora più efficiente in Legacy of the Void, perché non avete più bisogno di inviare una sonda nelle zone pericolose per costruire un pilone.

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La serie Starcraft II è rinomata per la sua forte componente multiplayer. In Corea del Sud, i tornei pro di Starcraft vengono addirittura trasmessi in televisione da molti anni, prima che arrivassero Dota o League of Legends. Anzi, questi giochi all'epoca neanche esistevano. Blizzard e Starcraft sono sempre stati elogiati per aver un gameplay equilibrato, che sposa bene le abilità e le tattiche del giocatore, e che non dipende in alcun modo da variabili come la fortuna o dalla sopraffazione delle unità. Anche così, con The Legacy of the Void Blizzard prova che non ha paura di modificare una formula già perfetta e ormai consolidata. Tra le nuove aggiunte troviamo una modalità cooperativa in cui è possibile giocare con un amico, e un'opzione 1v1 chiamata Modalità Archon. Ci sono anche una manciata di nuove unità e tutte fungono perfettamente al loro scopo.

A livello grafico non riscontriamo particolari differenze tra questo gioco e i precedenti episodi, un aspetto che non ci ha particolarmente entusiasmato, ma in fin dei conti non rappresenta un problema insormontabile. Le texture e i modelli appaiono un po' obsoleti anche con impostazioni ultra, ma Blizzard è sempre stata un passo avanti alla concorrenza quando si tratta di animazioni e character design. Tutto regge sorprendentemente bene. Inoltre, la colonna sonora è semplicemente magica e, come in tutti i giochi Starcraft, il doppiaggio e i dialoghi sono semplicemente da pelle d'oca.

In fin dei conti, la conclusione è stata piuttosto semplice. Se vi sono piaciuti i due primi capitoli di Starcraft II, non vi è alcun motivo per non giocare la sua epica conclusione. Blizzard ha trascorso cinque anni nel tentativo di modificare la formula e Legacy of the Void sfiora la perfezione. Il gameplay, il design della mappa, la storia e il multiplayer vi offriranno ore di divertimento, anche se non ci sono cambiamenti innovativi alla ricetta base del gioco. L'unica cosa che mancano sono alcuni aggiornamenti in termini di grafica e un'interfaccia utente che sia più facile da navigare. Ma in fin dei conti, non è nel menu che trascorro la maggior parte del mio tempo mentre gioco. Ho una guerra da vincere. La mia vita per Aiur!

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08 Gamereactor Italia
8 / 10
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La gustosa ricetta di StarCraft II. Gameplay fantastico. Epica conclusione della saga. Colonna sonora e doppiaggio incantevoli.
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Menu complicati. Grafica obsoleti. La storia è un po' esagerata, seppur bella. Nessuna grande novità o sorpresa.
overall score
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RECENSIONE. Scritto da Adrian Berg

Dopo anni di latitanza, la razza Protoss fa il suo ritorno e reclama la sua terra d'origine e la sua orgogliosa eredità. L'atto finale della trilogia di Starcraft II è per molti versi anche il più importante.



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