Il fatto che Divinity: Original Sin riesca a raggranellare ancora un gran numero di fan dopo tutto questo tempo (almeno per quanta riguarda il mondo dei videogiochi) è una grande notizia. Il gioco originale è uscito un anno fa ed è stato il primo di una nuova generazione di RPG, che sta finalmente riportando in auge uno stile più caro alla fine del secolo scorso, come quei titoli di casa BioWare e Black Isle. Divinity: Original Sin recupera le sue radici da Baldur's Gate, Fallout, Icewind Dale e Planescape: Torment e le ha adattate con una proposta assolutamente moderna, con particolare attenzione alla possibilità di modificare l'ambiente e all'elemento cooperativo tra i diversi personaggi del party.
Il gioco era già eccellente su PC (potete leggere la nostra <a href="http://www.gamereactor.it/recensioni/168034/Divinity+Original+Sin/"recensione</a>) e ha aperto la strada anche a titoli come Wasteland 2 e Pillars of Eternity (e in futuro Torment: Tides of Numenera), tutti eccellenti. Quindi è come se il gioco di ruolo tradizionale, con le sue storie profonde e personaggi carismatici - stesse vivendo una seconda giovinezza e sono tutti alla portata di tutti in termini hardware. Questi titoli, infatti, non richiedono chissà quella bestia di PC, e offrono alcune delle migliori storie che il settore sia riuscita ad offrire negli ultimi anni. Ma in questo caso stiamo parlando di Divinity: Original Sin Enhanced Edition, che è finalmente disponibile su PS4 e Xbox One grazie al porting realizzato da Badland Games, in cui abbiamo un gioco che è una versione migliorata di quella proposta lo scorso anno. Quali sono le novità? Offrono davvero una migliore esperienza?
La grafica è stata sicuramente rifinita, con nuove animazioni e nuovi effetti, e non perché la versione PC avesse qualche limite di sorta, ma semplicemente perché hanno avuto a disposizione più tempo per perfezionare questi dettagli e, perché non dirlo, perché il gioco è stato un grande successo su PC e avevano a disposizione soldi da investire. Hanno aggiunto nuove storie e nuovi scenari, più qualche altro nuovo personaggio. Ci sono nuovi dialoghi, maggiori opzioni di personalizzazione e finalmente è possibile combattere con le tanto richieste due armi, perché tutti vogliono sentirsi un po' come Drizzt Do'Urden, diciamoci la verità.
Ci sono anche due nuovi livelli di difficoltà, una super facile, totalmente incentrata sulla storia e su combattimenti più semplici, e altri super difficili, con una permadeath che i più masochisti tra voi apprezzeranno, in quanto possono avere un solo slot di salvataggio, oltre ad offrire una serie di nuovi mostri e ad offrire un arsenale di abilità e poteri più ampi. E, naturalmente, il fatto che il gioco abbia anche una localizzazione in italiano, con i sottotitoli, non fa altro che aumentare il suo valore, visto che i meno anglofoni tra voi potranno finalmente scoprire qualsiasi più piccolo dettaglio della trama.
A parte queste differenze, si tratta dello stesso gioco dello scorso anno. I suoi punti di forza sono la storia e la possibilità di gestire tutti i personaggi del party in modo indipendente. Altrettanto importante è il fatto che possiamo plasmare le personalità dei due fratelli protagonisti grazie ai dialoghi, questi ultimi capaci di far evolvere alcuni tratti della personalità che influenzano in modo diretto i dialoghi futuri future e le opzioni di gioco. Degno di nota è, ovviamente, il suo sistema di combattimento, ancora una volto molto tattico, in cui possiamo concatenare poteri per ottenere effetti unici.
L'approccio ai combattimenti è ancora una volta importante e richiede particolare attenzione nell'osservare l'ambiente per ottenere i migliori vantaggi possibili. È sempre consigliabile scegliere il campo di battaglia e tendere qualche trappole, come una pozzanghera di petrolio che possa rallentare o costringere il nemico ad addentrarsi in un collo di bottiglia. Il petrolio, ovviamente, è anche infiammabile, e quindi sarà facile riuscire a mettere in piedi una carneficina grazie ad un buon mix di competenze. Questi effetti da combinare sono i più vari: ad esempio, se i nemici sono bagnati dalla pioggia magica o sfruttiamo un barile di acqua, avremo sicuramente possibilità di colpirli con una scarica elettrica. L'acido può anche esplodere, ma possiamo fare in modo che i personaggi possano curarsi con esso, piuttosto che subire danni... Le opzioni sono infinite e sta a voi come esplorare le possibilità e creare il vostro stile.
Quello che è certo è che, nonostante il grande lavoro di conversione, Divinity: Original Sin Enhanced Edition è un gioco che urla mouse e tastiera. I controlli sono un po' vaghi ed è noioso gestire un gruppo di tanti personaggi con il pad, oltre al fatto che la gestione della barra delle abilità è noiosa. I menu sono eccessivamente tediosi e in momenti particolarmente avanzati del gioco, con gli inventari pieni, passare gli oggetti da personaggio a personaggio diventa abbastanza pesante. I titoli per console richiedono meno interfaccia, un po' più rapida, e uno stick non sarà mai tanto preciso e veloce come un mouse, quindi il titolo ha perso un po' di agilità.
È un'ottima notizia che Divinity: Original Sin Enhanced Edition sia uscito su console, almeno dimostra che l'interesse per il gioco perdura. La notizia migliore è che abbiano aggiunto interessanti novità, ma a nostro avviso l'esperienza su PC resta comunque la migliore.