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Diablo III

Diablo III

Dopo diciotto ore di gioco quasi ininterrotto, siamo pronti a recensire uno dei ritorni più attesi degli ultimi dodici anni. Diablo è tornato, ed è ancora un capolavoro.

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Se c'è una cosa che Diablo III sa fare davvero bene, è quella di farti sentire un vero duro. Quando il mio monaco si getta nella mischia tra un gruppo di demoni, li avvolge in un ciclone, li ammazza a cazzotti e fa letteralmente decollare i sopravvissuti con una mossa esplosiva, una certa compiacenza si trasmette immediatamente dalle mie labbra - su cui è stampato un sorriso ebete - a tutto il resto del mio corpo.

E la cosa diventa ancora più forte in buona compagnia, come quando il mio amico sciamano ha evocato zombie a destra e a manca, o lo stregone ha inondato il livello di ragni e altre bestioline schifose, che hanno divorato tutto lungo il loro cammino.

Si tratta proprio di Diablo, in poche parole: si massacrano orde di mostri cattivi in una maniera spettacolare e ci si lancia avidamente oltre sull'oro e sull'equipaggiamento presente sul terreno, il quale ci consente di ammazzare ancora più mostri in un modo ancora più spettacolare.

Diablo III
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Non passa molto tempo dopo che Diablo III si manifesti per quello che è in realtà: il sequel ideale per Diablo II, uscito dodici anni fa. Tutto è esattamente al suo posto, e il gioco torna a stimolare i muscoli delle nostre dita incollate al mouse. Una sensazione che avevamo quasi dimenticato.

Se avete partecipato alla open beta e non avete ancora visto il gioco finale (forse a causa di Battle.net, che ha avuto qualche problema al lancio) potreste essere un po' scettici. È comprensibile. Perché, se volessimo utilizzare una sola parola per descrivere la beta, potremmo dire "sottotono". Sembrava Diablo, aveva la grafica di Diablo, il suo gameplay, il sonoro. Ma mancava qualcosa. Ma dopo appena un'ora di gioco - giunti a circa metà della versione beta - diventava chiaro che Blizzard ci stava nascondendo qualcosa. Non voleva ancora tirare fuori i fuochi d'artificio. Nel gioco completo, infatti, la difficoltà di gioco è stata notevolmente innalzata e, ancora prima di rendersene conto, ci si dimentica dei ritardi nell'uscita, del concept semplicistico, dei server di accesso instabili, e ci si concentra piuttosto sul nuovo oggetto raro da trovare. Il tutto, come dicevo, con un sorriso ebete stampato sulle labbra.

Diablo III

Sono passati quasi 20 anni da quando un gruppo di eroi (che siamo noi, reduci di Diablo II) misero la parola fine all'esistenza di Diablo, Signore del Terrore, e dei suoi fratelli Mefisto e Baal. Da allora, il mondo di Sanctuary ha vissuto un periodo di pace e tranquillità. Ma ora, una stella misteriosa caduta dal cielo e atterrata nel duomo, tra le rovine di Tristram, segnala che la fine del mondo è vicina. Le prove sembrano suggerire che i due principi rimanenti dell'Inferno, Belial e Azmodan, stiano cominciando a muoversi. I due devono essere fermati, ed è qui che entriamo in gioco.

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Rispetto al gameplay, ci sono molti dettagli che sono stati modificati in Diablo III se confrontato ai suoi predecessori. Tutti gli elementi essenziali sono rimasti intatti, ma alcune cose sono cambiate drasticamente. Il cambiamento più grande riguarda il sistema delle abilità. Laddove Diablo (e praticamente tutti gli altri giochi di questo genere, inventato proprio da Blizzard) utilizzava un tradizionale albero delle abilità in cui si cominciavano a mettere i punti su alcune competenze di base e che, infine, si diramava nelle varie specializzazioni, nel terzo gioco è stato scelto un approccio radicalmente diverso. Qui si sbloccano le competenze divise in sette categorie, sei attive e una passiva, e si seleziona una sola abilità per ciascuna categoria.

Tutte le abilità sono ovviamente utili, e non c'è nulla di noioso come "il tuo attacco infligge lo 0,25% di danni in più per ogni colpo." I giocatori possono specializzarsi ulteriormente usando le rune, che si individuano mano a mano che si procede nel gioco, una funzionalità che offre ancora un grado di personalizzazione davvero emozionante.

Mi ci sono volute circa 18 ore per completare il gioco a livello di difficoltà Normale, ed è stata un'esperienza fantastica dall'inizio alla fine. La difficoltà è ben equilibrata, quindi non è né troppo facile né troppo difficile, e il tempo vola quando ci si fa strada attraverso Sanctuary. Inoltre, è davvero bello giocare con gli amici. Dal punto di vista del gioco, c'è davvero poco di cui lamentarsi: Diablo III è un gioco senza macchia. Da analizzare al microscopio.

Blizzard è orgogliosa del fatto che i loro giochi possano funzionare su molte configurazioni, e per questa ragione Diablo III non è certamente il gioco graficamente più bello del mondo. Ma la sua grafica è comunque ottima, e vi è una variazione enorme tra gli ambienti e i personaggi che si incontrano lungo la strada. Dalle cripte oscure agli aridi deserti, fino ai paesaggi montani e agli scenari avvolti dalla lava: le ottime scelte di illuminazione e il colore danno il tocco finale, in modo che Diablo risulti alla vista un gioco eccellente, pur essendo basato su limitazioni tecniche risalenti alla seconda metà degli anni Novanta.

Il sonoro rimane qualitativamente simile a quello dei suoi predecessori, ma spesso si notano alcuni piccoli problemi nel tappeto sonoro. Soprattutto negli effetti sonori nei dungeon, talvolta fin troppo piatti. La musica è del tutto anonima, un vero peccato - soprattutto se si considera che il tema di Tristram è probabilmente uno dei pezzi più rappresentativi della musica dei videogiochi, forse superato solo dal tema di Super Mario.

La recitazione è discreta, ma ho la sensazione che il copione non sia sempre all'altezza. Per dovere di cronaca, è bene evidenziare alcuni dei lati più deboli del gioco. Per quanto pochi essi siano.

Diablo III

Nonostante il buon sistema delle abilità, si riscontrano alcune scelte progettuali decisamente incomprensibili, che finiscono per rappresentare un passo indietro, sia in relazione ai suoi predecessori che ad altri giochi dello stesso genere. Quando avevamo bisogno di una pausa in Diablo II, si attraversava un portale e si rientrava in città. Quando si ricominciava a giocare, il portale era ancora presente e si poteva continuare esattamente dove si era interrotta la partita. Non è così per Diablo III: qui si continua dall'ultimo checkpoint, e tutti i nemici uccisi fino a quel momento riprendono vita. Sembra assurdo, soprattutto quando c'è un conto alla rovescia di soli 10 secondi per uscire dalla città, nello stile di World of Warcraft.

Un'altra cosa è che la mappa viene cancellata ogni volta che l'utente si disconnette. Anche se avete esplorato ogni angolo di un luogo, alla connessione successiva vi ritroverete con una mappa vuota (tranne che per i waypoint). Ancora una volta, sembra un passo indietro, soprattutto se si considera che i dungeon sono generati in una maniera molto meno casuale rispetto a Diablo II, o a Torchlight.

Diablo III

E poi, come ho detto, la sceneggiatura e la storia non supera i livelli a cui Blizzard ci ha abituati - purtroppo. Non voglio scendere nei dettagli per non rovinarvi la sorpresa, ma come è avvenuto con StarCraft II, Diablo III rende davvero evidente il fatto che Blizzard ha urgente bisogno di sceneggiatori migliori. Vi sono alcuni cliché di troppo e qualche dialogo banalissimo, e i punti di svolta sono inseriti con una forzatura davvero fastidiosa.

È davvero un peccato, soprattutto perché Diablo II aveva una splendida storia. Speriamo di poter rettificare alcuni di questi punti critici con l'inevitabile espansione. Perché l'ultima delle splendide cutscene presenti nel gioco mi ha lasciato davvero deluso.

La cosa, però, non mi impedisce di tornare a giocare, appena avrò finito di scrivere l'ultima riga di questo articolo. Non vedo l'ora di ritornare in Diablo III e continuare il mio viaggio attraverso gli incubi. La serie riesce infatti a fare ancora quello che sa fare meglio: tenerti incollato allo schermo fino a fare le ore piccole. Diablo III ci riesce in pieno. Quindi, non importa se la storia ha alcuni punti deboli, né importa uccidere gli stessi mostri più e più volte. Perché il male in persona è davvero tornato.

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09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
Incredibilmente accattivante, ottimo sistema di abilità, ottima co-op di supporto, una quantità immensa di contenuti
-
A Blizzard serve uno sceneggiatore, musica anonima
overall score
Questo è il voto del nostro network. E il tuo qual è? Il voto del network è la media dei voti di tutti i Paesi

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