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Firewatch

Firewatch

Abbiamo dato un'occhiata in profondità a questo emotivo rollercoaster sviluppato da Campo Santo, e ora siamo pronti con il nostro verdetto.

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In soli cinque minuti, ho dovuto chiudere Firewatch per la prima volta, perché non ero ancora mentalmente pronto. Il tragico retroscena del protagonista Henry mi ha ridotto ad un gigantesco punto interrogativo traumatizzato, e mentre io, abbastanza abbattuto, mi sono ritirato a letto, sono rimasto incredibilmente soddisfatto di questa prima reazione estrema. Lo so, dal momento in cui ho posato gli occhi sul primissimo trailer di reveal del gioco, mi sono sentito che Firewatch sarebbe stata un'esperienza emotiva, e le prime indicazioni hanno dimostrato che avevo ragione.

Non mi ero sentito così sin dal finale di The Last of Us.

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Ma tralasciando questa nota malinconica, arriviamo agli aspetti tecnici e al motivo che ci ha spinto alla nostra entusiasta valutazione. Firewatch è un'esperienza in prima persona e ciò significa, che, nonostante qualche elemento platform e un po' di esplorazione qua e là, Firewatch vi dà un obiettivo, una meta, e semplicemente vi chiede di raggiungerli. Sì, siete già preoccupati, state già pensando che si tratti di un walk simulator, dove in realtà non si fa nulla... ma non abbiate paura perché Firewatch ha un asso importante nella manica, e che si presenta in forma del vostro personaggio, Henry, e la sua relazione con un altro ranger del parco, Delilah.

Vedete, Henry ha attraversato un periodo piuttosto tragico della sua vita, e per questo motivo decide di diventare un ranger del parco per tutta l'estate nelle profonde foreste del Wyoming. E' qui che conosce Delilah e questi due personaggi intessono un rapporto particolare nel corso del gioco.

Quando voi, o meglio quando Henry, si muove per la foresta, potete commentare quasi tutto intorno a voi, il che vi porta a chiacchierare con Delilah, che spesso sfocia in alcune conversazioni davvero speciali tra questi due personaggi profondi. I dialoghi sono caratterizzati da diverse opzioni, e tutte alterano leggermente il modo in cui i personaggi si guardano l'un l'altro, nonostante il fatto che entrambi parlino tra loro solo attraverso la radio. Delilah è sempre al vostro fianco, e pur non avendo un volto reale, lei è il personaggio più profondo, avanzato e credibile di quasi tutti gli altri caratteri che ho visto nei videogiochi.

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In realtà questo rapporto dipende molto dalla vostra partita in Firewatch, perché avete sempre la sensazione, che sono le piccole e indiffenti conversazioni, oltre alle strane osservazioni a rafforzare davvero il collegamento tra i due. Se da un lato Firewatch adotta il semplice meccanismo à la Telltale, dove decisioni importanti comportano conseguenze afferrabili, il titolo è tuttavia più vicino a Until Dawn che a The Walking Dead, solo che in questo caso prevale l'elemento della quotidianità, della routine. Questo è sola interazione al suo essere più vulnerabile. Ogni scambio di dialogo ha un impatto, ma questi effetti non sono necessariamente evidenti al giocatore. Dà all'intera struttura del plot una profondità, che è estremamente raro per il medium videoludico.

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Oltre a interagire con Delilah, bisogna esplorare questo open world, ossia la parte della foresta. Vi viene data una mappa, una bussola e un po' di materiale per scalare, e da lì in poi si è completamente da soli. Non ci sono oggetti da collezione in quanto tali, non abbiamo un sistema di combattimento, nessun enigmi e nessuna vera difficoltà. Tutto è incentrato sull'esplorazione di questo fantastico rapporto. Non ci sono ulteriori distrazioni, solo la pura forza degli elementi teatrali.

Uno dei fondatori più importanti di Campo Santo è l'artista Olly Moss, che i più conosceranno per aver reinventato in versione pop art alcune famose locandine di film famosi, che hanno riscosso grande popolarità sul web. Questo artista è incredibilmente abile con i colori e i motivi, e ha disegnato per intero tutto Firewatch. Il risultato è, naturalmente, che Firewatach ha l'aspetto di un gigantesco disegno "mobile". Ogni linea appare così come è stata disegnata a mano, e la luce arancione tagliente che penetra nel bosco rende Firewatch un'incredibile esperienza visiva.

E a proposito di The Last of Us, dove la colonna sonora giocava un ruolo importante, Firewatch è quasi interamente privo di musica, ma in un certo numero di punti chiave, la natura quiete dei boschi del Wyoming viene accompagnata da un po 'di chitarra acustica ispirata a Gustavo Santaolalla, che non risulta affatto spaventosa o inquietante, ma aumenta semplicemente la sensazione di appartenere alla natura. Inoltre, la voce narrante è fenomenale, e così dovrebbe essere, data la natura narrativa del gioco.

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Vi state chiedendo perché non abbia preso 10 a questo punto, non è vero? Una fantastica storia con personaggi credibili, un gameplay semplice ma ben congegnato, ambienti belli e ottimo doppiaggio, che cosa potrebbe essere andato storto? Bene, a quanto pare è giunto il momento di affrontare l'unico grande problema del gioco, ed è relativo alle performance tecniche su PS4, che è stata la versione da noi testata. Si tratta, inoltre, di problemi davvero gravi. Durante il mio primo play-through, che tra l'altro dovrebbe durare dalle 3 e 5 ore, il titolo semplicemente non riusciva a tenere il passo, le texture sono saltate fuori a loro piacimento e il mio progresso è stato danneggiato a soli cinque minuti di distanza dalla conclusione del gioco. Ora, se è vero che Firewatch è un gioco visivamente molto bello, non è quasi abbastanza sofisticato per potersi permettere una pessima performance tecnica. E' un vero peccato, perché i problemi tecnici non solo rovinano ciò che è bello del gioco, ma è un richiamo costante al fatto che il gioco sia così vicino ad essere un capolavoro, ma che alla fine si rivela inferiore solo verso la fine.

Va tuttavia detto che Firewatch è, personalmente, una delle grandi esperienze videoludiche degli ultimi dieci anni, ed è ancora puro, vanta degli entusiasmanti scambi di dialoghi, anche dopo una settimana che l'ho finito. E' bello, ben scritto e così incredibilmente personale. E' molto probabile che i Campo Santo si siano guadagnati un posto sulla mia lista di titoli per i GOTY 2016, nonostante i problemi tecnici, che tuttavia mancano nella versione PC.

09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
Una storia incredibilmente profonda con personaggi credibili; dialoghi ben scritti, ben animato.
-
Problemi tecnici della serie con la versione PS4.
overall score
Questo è il voto del nostro network. E il tuo qual è? Il voto del network è la media dei voti di tutti i Paesi

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