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Superhot

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Bullet-time non è solo una tecnica ideata dai fratelli Wachowski.

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Sin dal primo prototipo di Superhot , era evidente quanto fosse buono il concept di questo gioco. Il tempo scorre solo quando vi muovete. Quando una premessa così semplice è avvolta da un uno stile futuristico sparatutto in prima persona, l'esperienza si trasforma completamente, diventando qualcosa che è potenzialmente insignificante in un action puzzle, ma che tuttavia qui rappresenta il suo aspetto più affascinante e importante.

Questo è più o meno ciò che bisogna sapere di Superhot, e le meccaniche del gioco ruotano attorno a questo concetto per quasi tutto il tempo. Quando ci si sposta, lo fa anche il mondo intorno a voi, e al contempo anche il tempo segue il ritmo dei vostri movimenti. Scivolando delicatamente in questi ambienti bianchi, le pallottole ci passano di fianco al rallentatore, ma se all'improvviso tocchiamo lo stick analogico, quei proiettili aumentano di velocità.

Si tratta di un gioco che crea una marea di momenti in stile bullet-time (per capirci, in stile Matrix) e voi siete lì a ballare tra proiettili mortali, afferrando e lanciando oggetti per rallentare gli avversari, trasformando le loro stesse armi in armi contro di loro, e potremo anche manovrare la posizione dei loro corpi in modo da avere la meglio sul campo di battaglia. In ogni momento - nonostante il fatto che si è anche vittima di one-hit-kill - la sensazione è quella di sentirsi incredibilmente potenti.

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Tra un livello e l'altro, c'è anche un abbozzo di storia, ma siamo sinceri, non ci ha particolarmente entusiasmato. Si tratta principalmente di elementi meta, che recuperano aspetti da Matrix e li combinano schiacciandoli insieme a Hotline Miami. La quarta parete è praticamente inesistente qui. La narrazione risulta spesso una distrazione, e anche se riusciamo a capire cosa volessero dire attraverso questa trama, abbiamo preferito passare queste sezioni e muoverci al livello successivo.
In termini di longevità, la campagna stessa - compresi gli inframezzi narrativi - dura solo un paio d'ore. Ci sono senza dubbio un paio di missioni che si basano sui vostri progressi, ma anche così non dovrete attendere chissà quanto prima di accedere ai titoli di coda. Vi sono, tuttavia, ulteriori modalità che offrono distrazioni secondarie. La modalità senza fine, che offre un sacco di elementi da sbloccare, in cui bisogna combattere contro ondate di nemici fino a quando uno di loro non ci piazza una pallottola nella schiena. Ci sono anche un sacco di modalità sfida che vi chiedono di giocare le missioni esistenti in modo diverso, ad esempio, la prima sfida è quella di farsi strada tra i nemici usando solo una katana.

Superhot
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Queste modalità aggiuntive sono davvero un'aggiunta gradita al pacchetto, ma le vere star dello show sono proprio le missioni principali, che è stato anche il momento in cui ci siamo divertiti maggiormente con il gioco. Ci siamo imbattuti in tanti bei momenti, e uno dei nostri preferiti è stato quando tentavamo di farci spazio per uscire da un ascensore, colpendo gli avversari rapidamente per disarmarli, prima di passare al successivo, schivando pallottole, ove possibile, e afferrando armi in volo, per poi utilizzarle per concludere il combattimento.

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A rendere ancora più audace e più soddisfacente il tutto è la possibilità di riguardare il replay, in cui riguardando la carneficina messa in piedi nella vostra missione, crea non pochi turbamenti interiori sulla vostra natura psichica (e anche un po' sadica!). È un peccato solo che, nella campagna, almeno, potrete riguardare i replay solo accompagnati da fastidiose scritte "SUPER HOT" che appaiono sullo schermo.

Il gioco è veramente fantastico, un bell'esempio di quanto poco basta per dare vita ad un progetto molto interessante. La grafica è molto minimalista: gli sfondi sono bianchi, gli oggetti "lanciabili" sono neri, come le armi, e i vostri nemici sono di colore rosso. È possibile capire da dove arrivano gli avversari perché brillano di rosso.

Forse la cosa più impressionante è il modo in cui si frantumano in mille pezzi al momento dell'impatto, eliminando ulteriormente la violenza oramai troppo realistica che milita in titoli di questo tipo, un aspetto che rende Superhot più un gioco di puzzle basato su azione, che un action vero e proprio. Il design semplice ma mirato si percepisce anche da alcune piccole trovate interessanti, come la lieve fioritura del mirino che consente di sapere quando è il momento di sparare di nuovo.

Se riuscite ad andare oltre l'elemento narrativo un po' deludente (e noi suggeriamo di farlo), vi trovate tra le mani un interessante ibrido puzzle-shooter che incoraggia fascino e audacia. Dà il massimo quando si scoprono cose per la prima volta, in quanto il primo play-through è probabilmente il momento in cui Superhot regala le emozioni più forti. Detto questo, ci piacciono le modalità aggiuntive che sono state incluse, e allungano l'esperienza in modo considerevole, anche se ripetere vecchie missioni in nuove modalità e in quella senza fine non ha lo stesso appeal come il primo playtrhough. Non mancano un paio di problemi minori tipici di un titolo indie, ma Superhot si conferma comunque un titolo estremamente piacevole e immensamente soddisfacente.

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08 Gamereactor Italia
8 / 10
+
Fantastica la meccanica centrale; Gameplay soddisfacente; La grafica minimalista funziona alla grande.
-
Un po' troppo breve e la trama non è eccezionale.
overall score
Questo è il voto del nostro network. E il tuo qual è? Il voto del network è la media dei voti di tutti i Paesi

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RECENSIONE. Scritto da Mike Holmes

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