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The Witcher 3: Wild Hunt

The Witcher 3: Blood and Wine

È giunta l'ora di libar nei lieti calici per congedarsi dalle straordinarie avventure di Geralt.

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Hearts of Stone dello scorso anno si è rivelata un'espansione davvero molto buona per The Witcher 3: Wild Hunt, ma il suo successore, il vampirico Blood and Wine, è nettamente più consistente rispetto al suo predecessore. Se da un lato Hearts of Stone era caratterizzato da nuovi personaggi e da una nuova questline che ci ha portato a riesploare ambientazioni già note, Blood and Wine offre ai giocatori un'intera nuova regione da esplorare.

E c'è davvero molto da giocare in questa nuova area. Questo add-on offre molti più contenuti rispetto ad alcuni titoli Tripla A a prezzo pieno, e la qualità dei contenuti è eccellente tanto quanto quello che abbiamo visto nel gioco base. Da un punto vista delle atmosfere, la serie continua a restare molto vicina alla linea intrapresa in passato, ed è chiaro che è stata sviluppata tenendo come punto di riferimento un pubblico prevalentemente maschile. Un paio di volte abbiamo avuto l'impressione che CDPR abbia voluto copiare quanto fatto da BioWare e offrire una maggiore inclusività, ma in questo caso si potrebbe difendere il loro operato dicendo che hanno preferito rimanere fedeli al romanzo su cui si basa, che è un aspetto che non va sottovalutato.

Ma stiamo divagando. Blood and Wine è ambientato a Touissant, una regione a tema gaelico famosa per il suo vino, e al suo centro si trova la città di Beauclair. Si tratta di un Paese colto, pieno di cavalieri e ricco di quella tradizione tipica di quel lore. I paesaggi e i dettagli della città sono incantevoli, ed è evidente che lo studio abbia impiegato tanta attenzione e tanto impegno nel crearli. I paesaggi sono ricchi di dettagli accattivanti, con vigneti sparsi qua e là, borghi panoramici immersi nelle colline e castelli in rovina che punteggiano l'orizzonte da ogni lato.

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La questline principale, come suggerisce il titolo, ruota attorno ai vampiri. Si tratta di una campagna completamente caratterizzata, facilmente paragonabile a una delle storie principali che si snodano nelle grandi regioni del gioco base. È completamente doppiata, ben scritta, piena di intrighi, e se ciò non fosse sufficiente, non mancano alcuni scontri con i nemici davvero interessanti. Come abbiamo visto in precedenza in questa serie fantasy, c'è parecchia opacità intorno, e non molto in termini di scelte giuste o scelte sbagliate. Si tratta di un mondo sinistro e oscuro, e anche le storie più leggere sono spesso caratterizzate dalla fragilità umana.

C'è una trama ramificata che da un lato offre un tour surreale in un'ambientazione inaspettata, mentre dall'altra ci viene offerta una dinamica investigativa più tradizionale che porta a un risultato interessante. Sicuramente non potrete non giocare entrambi per giungere ai rispettivi finali (e all'interno di ciascuno, c'è spazio per diverse conclusioni). Ovviamente non vogliamo spoilerarvi alcunché, ma vi diremo solo che la campagna vi terrà occupati per circa 15 ore, un po' di più se preferite giocare ad un livello di difficoltà più elevato. E ovviamente senza contare i tanti contenuti secondari: ci sono alcune distrazioni davvero piacevoli nascoste tra le colline ondulate o appuntate sulla bacheca degli annunci, e se voleste completarli tutti, è molto probabile che impiegherete all'incirca la medesima durata della campagna principale.

The Witcher 3: Wild Hunt
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Naturalmente non mancano alcuni eccezionali scontri con i boss. Nessuno di questi incontri ci è apparso particolarmente frustrante, salvo uno strano momento in cui siamo morti mentre calcolavamo le sequenze di attacco. Anche in questo caso, non faremo spoiler, ma è abbastanza ovvio che molti di quelli che amano il tema vampiresco avranno capito cosa intendiamo. L'esperienza di combattimento fa in modo che i giocatori siano liberi di approcciarsi come meglio ritengono opportuno: i giocatori che preferiscono la componente story-driven troveranno un po' di difficoltà anche ai livelli più facili, ma possono in gran parte concentrarsi sulla narrazione e sulle potenti sensazioni che regalano i combattimenti; mentre gli avventurieri incalliti possono alzare il livello difficoltà e darsi da fare con oli per le loro spade e pozioni per prepararsi accuratamente al combattimento.

In poche parole, tutto ciò che ci si aspetterebbe venisse fatto nel passaggio dal gioco base a questa espansione, è stato fatto con aplomb. Tuttavia, ci sono alcune novità che vale la pena menzionare. Tra le aggiunte più interessanti vi è un nuovo sistema di mutazioni. Attraverso una side-quest è possibile sbloccare nuove abilità che offrono ancora più opzioni in battaglia, e consigliamo caldamente di farlo il più presto possibile se volete sfruttare al massimo questa funzione. Meno intrinseca all'esperienza, ma comunque divertente, è la nuova funzione di crafting che permette di tingere l'armatura. Naturalmente c'è anche un gruppo di nuovi mostri da affrontare, nuovi oggetti da collezione sparsi per la mappa (tra cui alcuni set di armature davvero favolosi), e ci sono anche nuove carte da Gwent, se ancora non vi fosse passata la mania.

Va ricordata anche la vigna che viene ereditata da Geralt nella fase iniziale nella storia. Questa tenuta in rovina può essere riportata al suo antico splendore per tutta la durata del play-through, ed è davvero bello avere la possibilità di costruire una casa per il nostro Witcher, che magari vuole finalmente godersi la pensione, o anche solo per rilassarsi tra una missione e l'altra.

The Witcher 3: Wild Hunt

C'è un cast completamente arricchito di personaggi con cui parlare, tutti spinti da proprie motivazioni che giocano un ruolo molto importante all'interno della narrazione (alcune delle quali molto inaspettate). Ci sono tantissimi nuovi dialoghi, e nella maggior parte dei casi il risultato è molto buono. Fanno il loro ritorno i discorsi troncati di Geralt, e anche se non sappiamo ancora se ci piacciono o meno, resta comunque un grandissimo personaggio, e anche se si selezionano alcune opzioni di dialogo più rischiose, non si allontanano mai troppo dal senso comune, un aspetto che un po' lo motiva, ma che offre anche un po' di umanità, umorismo e saggezza ad un personaggio che altrimenti sarebbe solo ed una macchina da guerra.

Ovviamente potete utilizzare i vostri salvataggi precedenti del gioco, ma c'è anche una modalità New Game + per coloro che non hanno raggiunto il livello consigliato (34) per affrontare le missioni di questa espansione. È molto più categorizzato rispetto al contenuto precedente, e non è assolutamente richiesto che abbiate completato Wild Hunt. Sebbene ricordi molto i racconti di Witcher, sicuramente Blood and Wine ha un carattere tutto suo: ha una bella atmosfera, è intrigante, dettagliato, abilmente costruito, e offre un bel cambiamento di ritmo quel tanto che basta per distinguersi dal resto del gioco.

CDPR recentemente ci ha confermato che Blood and Wine sarà sicuramente l'ultima espansione di The Witcher 3, e quindi questo DLC segna la fine di Geralt. Forse solo per il momento, forse addirittura per sempre. Se questo piccolo soggiorno a Touissant sarà la nostra ultima avventura con il celebre ammazza-mostri dai capelli d'argento, allora possiamo dirvi sin da subito che si tratta di una degna conclusione. Blood and Wine, salvo alcuni difetti già noti (clipping, un po' di fisica strana, e così via e così via), è l'espansione che il nostro gioco preferito dello scorso anno meritava. Oltre a questo, siamo convinti che CDPR abbia sviluppato, con ogni probabilità, la migliore espansione del 2016, ed è per questo motivo che non possiamo che consigliarvi di lasciarvi trascinare ancora una volta in battaglia in compagnia di Geralt e della sua spada d'argento.

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09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
Una nuova regione da esplorare; Sistemi ancora più profondi; Trama straordinaria; Ottimi contenuti secondar.
-
È la fine ed è un peccato che non siano previsti nuovi giochi dedicati al Witcher.
overall score
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