Resistance 3

I pochi superstiti della resistenza umana non hanno un grande spirito combattivo. Stanno cercando di non attirare attenzioni indesiderate e di rimanere nascosti.

Questo vale anche per Joe Capelli, che vive in clandestinità nel piccolo villaggio di Haven, Oklahoma, con suo figlio e alcuni altri sopravvissuti. Vivono in relativa sicurezza, fino a quando uno scienziato chiamato Malakov si presenta con una Chimera alle calcagna. Un wormhole gigante si è aperto nei cieli sopra New York, un portale diretto al pianeta natale delle Chimere, e irradia il suo gelo su quella che una volta era la città che non dorme mai. Lentamente, ma inesorabilmente, la temperatura scende e ben presto non ci sarà alcun essere umani sul pianeta.

Malakov è alla ricerca di Joe da mesi, dato che ha bisogno del suo aiuto per la chiusura del wormhole. Joe accetta con riluttanza di aiutaròp, e insieme a Malakov ha inizio il lungo viaggio attraverso il continente, verso New York.

Resistance 3 è una sorta di road movie videoludico. Potrete viaggiare attraverso il paese, sostare lungo il percorso, fare nuove conoscenze e aiutare le persone bisognose, mentre a loro volta vi aiutano. È un concept piuttosto piacevole per uno sparatutto, ma che il gioco non sfrutta appieno.

La storia di Joe non è poi così interessante se presa da sola, e il motivo del viaggio non è così immediato. D'altra parte, gli ambienti sono ben realizzati, e dimostrano che Insomniac ha veramente carpito l'essenza di ciò che sarebbe la sopravvivenza umana nel corso di una occupazione aliena.

Durante le pause tra le più dense sequenze di azione è possibile ascoltare i messaggi alla radio a onde corte, sentendo persone che cercano di vendere le poche razioni o medicine rimaste, e serve da sfondo a tutto quello che sta succedendo nel gioco. Riesce a catturare, in altre parole.

Storia irregolare e ganci a parte, Resistance 3 è un solido FPS. Le scelte progettuali discutibili realizzate in Resistance 2 sono state abbandonate, e questa volta abbiamo a disposizione tutte le armi, i medkits sono tornati e la salute non si rigenera più automaticamente.

Le armi sono un mix di vecchi e nuovi gingilli. Il fatto che la prima - dopo il consueto set di armi standard - sia un Auger rompimuri, dà un'idea del divertimento messo in ballo. Vi sono armi classiche come il fucile da cecchino, il fucile a pompa e il lanciarazzi, le quali si trovano a dover competere con armi esotiche come raggi congelanti e una cara e vecchia mazza.

Ognuna delle armi è dotata di un qualche tipo di fuoco o funzione secondaria. L'Auger può creare uno scudo, il fucile può anche lanciare granate, e lo splendidamente sadico Mutator può sputare una nube tossica che, letteralmente, uccide i nemici a colpi di vomito. Tutte e dodici le armi presenti nel gioco sono utili. Utilizzando una pistola si guadagna esperienza, la quale si utilizza per potenziare le armi, aggiungere un cannocchiale, un caricatore più capiente e così via.

I nemici si dimostrano intelligenti (o almeno così pare). Alcuni ci attaccano sui fianchi e ci obbligano ad uscire dalla copertura con le granate, il che ci ricorda un po' i commando di Half-Life, e nel gioco c'è una dozzina di tipi diversi di nemici (esclusi i boss), e anche se alcuni si limitano solo a imbracciare armi differenti, c'è parecchia variazione.

Gli Steelhead dotati di Auger ci obbligano alla costante ricerca di copertura, mentre gli agili Longlegs saltano sui tetti e i cornicioni, mentre la battaglia infuria intorno a noi. Siamo molto lontani dall'infinita quantità di nemici dei vari Call of Duty. Anche gli pseudo-zombie Grims a volte si ritirano e attaccano da un'altra angolazione. Assieme alle battaglie epiche, la diversità è una componente fondamentale nel rendere la Chimera un nemico così divertente da combattere.

Per quanto riguarda l'azione, non c'è motivo di cui lamentarsi, ma da un punto di vista tecnico ci sono uno o due elementi deludenti. L'animazione facciale e la sincronizzazione labiale funziona bene nelle cut scene, ma al di fuori di queste raramente le labbra si muovono correttamente mentre un personaggio parla. Abbiamo anche incontrato personaggi costretti a dialoghi forzati, che continuano a parlare nel vuoto quando ci allontaniamo.

Ci sono un sacco di cut scene, soprattutto nelle prime sezioni, ed è facile trovare il ritmo un po' monotono, dato che vi è una costante alternanza di filmati e azione. In alcuni punti si è costretti ad aspettare fino a quando un NPC apre una porta, a volte con script attivati soltanto quando si cammina in un determinato punto. Lungi dall'essere un'esperienza ottimale.

L'intera campagna può essere giocata con un amico, sia in split screen che online. Anche se non vi è la possibilità di effettuare un drop-in/drop-out, si può iniziare la campagna co-op scegliendo una qualunque missione superata in single player. Consigliamo caldamente di giocare Resistance 3 con un amico, dato che le battaglie assumono una dimensione più forte quando si è in due.

Il che ci porta a parlare della produzione. Mentre la voce di Joe ha la tendenza a strafare, a volte, nel complesso la recitazione è di alto livello, e lo stesso vale per la colonna sonora. Le armi hanno un suono opportunamente rumoroso, e i ruggiti delle Chimere morenti sono assolutamente soddisfacenti. Rigide animazioni facciali a parte, il gioco è visivamente accattivante, e c'è un buon senso di dimensione, in particolare quando si affronta un enorme Goliath. La tavolozza dei colori tende pesantemente al marrone, al blu e ai grigi, trasmettendo il senso di morte imminente.

Resistance 3 non è un gioco perfetto, ma non c'è molto di cui lamentarsi: consigliamo il gioco a tutti coloro che possiedono una Playstation 3. E pur non essendo un'esperienza molto originale, risulta decisamente più originale rispetto a Call of Duty e ai suoi molti cloni. Anche se questo non è probabilmente il miglior gioco dell'anno, c'è tanto con cui divertirsi.