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Metroid: Other M

Metroid: Other M

Samus è tornata alle origini: dopo la trilogia di Metroid Prime ecco un titolo che fa l'occhiolino ai primi, indimenticabili, videogame della serie. Abbiamo vestito i panni di una bionda e navigato per lo spazio...

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Brutta storia essere nintendari. Non che voglia fare l'apologia del mondo Nintendo, ma tutte le volte che sul mio schermo compare uno dei franchise classici dell'azienda di Kyoto provo un brivido lungo la schiena. So già cosa mi aspetta: un mondo magico, un universo conosciuto ma ancora da esplorare, un gameplay superiore a qualunque altra cosa vista fino a quel momento. In altre parole, so che Nintendo avrà incluso nel gioco qualcosa che mi lascerà a bocca aperta, mettendo in discussione le mie conoscenze pregresse.

L'arrivo di Metroid: Other M sulla mia scrivania è stato accompagnato da qualche momento di euforia. Ho sentito l'immediato bisogno di condividere con il mondo il privilegio di giocarci con qualche giorno di anticipo rispetto alla data di uscita ufficiale. Ed è così che mi sono cambiato lo status su Facebook e ho pubblicato un messaggio nella sezione mobile di Gamereactor.

Anche questa volta Nintendo mi ha spiazzato. Non si tratta però dell'emozione derivante da una nuova scoperta, ma della crescente sensazione che Metroid: Other M fosse un gioco come tanti altri. Un ottimo gioco, per carità, ma privo di quel fattore Nintendo che mi provoca i brividi di cui sopra.

Metroid: Other M
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Partiamo dal principio. Dimentichiamoci i tre titoli della serie Metroid Prime e torniamo ai tempi in cui Metroid era in 16 bit, in due dimensioni e si procedeva con salti e fucilate. Metroid: Other M si può in tutto e per tutto considerare il sequel spirituale di Super Metroid, uscito tanti anni fa su Super Nintendo. La storia inizia laddove il vecchio titolo SNES terminava, ma in qualche modo si svolge a ritroso, portandoci sulle tracce di un messaggio di aiuto semplicemente chiamato "Il pianto del Piccolo". C'è un'aria di mistero, non si capisce con esattezza che cosa stiamo facendo e per quale motivo Samus reputi così importante questa richiesta di aiuto. Ben presto ci troviamo in una base dove si conducono strani esperimenti, accompagnati da un team di ex colleghi della Federazione Galattica, tra cui il nostro ex capo e mentore Adam Malkovich.

Già, Samus era un membro della Federazione Galattica, e le lunghe sequenze iniziali non fanno altro che svelarci una serie di dettagli che in un normale Metroid avremmo visto diluite in un intero episodio. Questo è il primo importante cambiamento in Metroid: Other M, un gioco che dà un'importanza primaria alla storia. Non intendo svelare gli snodi narrativi presenti all'interno del gioco, limitandomi a dire che in Metroid: Other M si scoprono più cose di quante siano mai state svelate nell'intera serie di videogames. Una vera manna per i fan della biondissima cacciatrice di taglie, che finalmente possono provare empatia, capire sue sfaccettature, comprendere la psicologia di un personaggio altrimenti circondato da un aura di mistero. L'intero titolo è narrato dalla stessa voce di Samus, che ci regala alcuni impagabili momenti di sé.

Metroid: Other M

Ora, un titolo della serie Metroid così focalizzato sulla storia è una novità assoluta. Per certi versi è una novità anche per il mondo Nintendo, da sempre capace di sopperire a storie piuttosto semplici con una giocabilità fuori dal comune. È proprio qui che Metroid: Other M provoca quel crescente senso di spiazzamento: mano a mano che si prosegue nel gioco ci si rende conto che a fronte di una storia più importante, appassionante e misteriosa, si accompagna una giocabilità perfettamente in linea con altri titoli d'azione.

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Il gioco è un action shooter tridimensionale con vista in terza persona, capace di passare sapientemente da una visuale 3D a inseguimento a una visuale ortogonale di lato, simulando un gioco in 2D. In questi particolari momenti il gioco assume profonde dinamiche platform, per certi versi coadiuvando gli elementi esplorativi nel gioco. Per la verità l'esplorazione in Other M è solo uno degli aspetti, forse uno dei meno importanti. Il fulcro sta certamente nell'azione, nei nemici ricorrenti, spesso in sovrannumero tanto da obbligarci ad usare le nostre armi senza preoccuparci delle conseguenze.

La dinamica action funziona alla perfezione, riportando il titolo verso la frenesia dell'indimenticata era 16 bit, una scelta resa ancora più palese dalla configurazione dei controlli, che fanno uso del solo Wii Remote impugnato in orizzontale. Se l'intento era di proseguire quanto visto con Super Metroid anche dal lato del Gameplay, Team Ninja in questo caso ha svolto un ottimo lavoro, senza però esagerare. Il gioco conserva ancora una buona parte della sua componente hardcore, fornendo con parsimonia i punti di salvataggio e obbligando a sessioni di gioco di media durata. Non si tratta, in altre parole, di una deriva "casual" della serie. Al contrario, il gioco è tosto, probabilmente più hardcore di Metroid Prime: Corruption (incapace di portarmi a un game over nelle prime cinque ore di gioco, mentre Other M mi ha "ammazzato" almeno due volte nelle prime due ore).

Metroid: Other M

In alcune fasi di gioco è necessario puntare il Wii Remote verso lo schermo, attivando una modalità in prima persona. In queste particolari fasi è possibile mirare ai nemici facendo uso delle consuete armi più potenti di Samus, tra cui i missili capaci di sbloccare le porte, abbattere i nemici più coriacei e risolvere uno svariato numero di puzzle. Naturalmente è presente la modalità morosfera, le bombe e le gigabombe, queste ultime dotate di una potenza ancora più distruttiva. Sfortunatamente la modalità in prima persona blocca la deambulazione di Samus, trasformandoci più in una "torretta" che in una combattente atletica. Non poter camminare in prima persona è una scelta precisa (molti avrebbero giocato a Other M come se fosse un titolo della serie Prime) ma l'impossibilità di evitare attacchi mentre si prende la mira su di un nemico o una porta lontana si traduce spesso in momenti fin troppo frustranti. Il movimento della visuale in prima persona, inoltre, è consentito attraverso una discutibile pressione del tasto B che rallenta ulteriormente le cose in momenti in cui la rapidità è spesso vincolante.

Infine lascia qualche dubbio la telecamera. Come abbiamo detto in molti momenti questa si colloca alle spalle di Samus, inseguendola. Le posizioni della telecamera sono però precalcolate e fisse, impedendoci a volte di individuare pericoli al di fuori dell'inquadratura. Può capitare, ad esempio, di ignorare un nemico davanti a noi per poi ritrovarcelo improvvisamente alle spalle, nascosto dietro un angolo pronto ad attaccare. Capita inoltre di trovarsi in momenti critici del gioco a prendere le misure per un salto, un'operazione di routine resa difficile da campi troppo larghi o da inquadrature non certo perfette. Per un gioco in terza persona Metroid: Other M gode di un sistema di telecamera migliore di tanti altri titoli dello stesso genere, ma allo stesso tempo si può affermare che vi siano esempi di gestione della visuale infinitamente superiori.

Metroid: Other M

Da un punto di vista grafico abbiamo alti e bassi. Alti sono senza dubbio gli ambienti, le stupende sequenze in CGI e naturalmente le animazioni di Samus. Emozionante il passaggio dalla prima sequenza in CGI alla prima sequenza di gioco: non si è quasi notata la differenza. Bassi sono i nemici fin troppo squadrati, qualche texture in bassissima risoluzione (in particolare nei terreni) e un'interfaccia realizzata senza ispirazione. Elementi che comunque non condannano la riuscita visuale del titolo, davvero piacevole alla vista. Per quanto concerne l'audio, abbiamo già parlato della narrazione di Samus, ma va sottolineata la generale buona recitazione (in inglese, purtroppo) dei doppiatori, le musiche in grado di creare l'atmosfera adatta al momento opportuno. Poco ispirati gli effetti sonori, talvolta fin troppo retrò.

Infine, non possiamo che parlare della longevità di questo titolo. Se non fosse per la difficoltà visibilmente più alta rispetto ai titoli precedenti, Metroid: Other M è un videogame estremamente breve. In meno di dieci ore è possibile giungere alla fine della storia, ma i nostri colleghi della redazione svedese sono giunti alla sequenza finale in sei ore e quaranta minuti. Certo, l'esperienza si può prolungare cercando tutti i potenziamenti e i segreti, giungendo a una longevità massima di circa quindici ore. Si traduce però in una delusione per chi è abituato ai tempi di Metroid Prime e, in particolare, per chi si è dedicato anima e corpo ad analizzare con il proprio scanner ogni nemico, ogni elemento, ogni macchia sui muri per vedere il gioco completato al 100%. Si tratta, inoltre, di un gioco piuttosto lineare, poco esplorabile e dunque dotato di una scarsissima rigiocabilità. Un vero peccato.

Metroid: Other M

Forse dalle mie parole potrei essere parso fin troppo severo nei confronti di Metroid: Other M. Chiarisco: Other M è un buon gioco. Il problema è che un gioco con Metroid nel titolo è come un bambino molto bravo a scuola, così bravo che la prima volta in cui egli non raggiunge la perfezione, la maestra si sente in dovere di punirlo. "Da te mi aspettavo qualcosa in più", direbbe la maestra. Ed è quello che dico io. Sono sinceramente deluso nel vedere un gioco di ottima fattura, targato Nintendo, incapace di darmi quel brivido che solo i titoli Nintendo sanno darmi. Un gioco che merita di essere giocato a fondo, ma che probabilmente non riuscirà a conquistarsi nel cuore di tanti appassionati lo stesso spazio dei titoli precedenti.

07 Gamereactor Italia
7 / 10
+
Giocabilità retrò, ottimi ambienti, storia intrigante
-
Troppo breve, problemi con la telecamera, modalità in prima persona così così
overall score
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