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Metal Gear Rising: Revengeance

Metal Gear Rising: Revengeance

Platinum Games si occupa della rinascita di Rising, consegnandoci il primo spin-off della serie Metal Gear. Il risultato è un buon titolo d'azione, ma non il capolavoro sperato.

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Rising ha avuto una storia travagliata. Originariamente doveva essere un misterioso prototipo per un nuovo gioco Metal Gear, venne definito con grande clamore (e confusione) in un E3 dal creatore di Metal Gear Solid, Hideo Kojima, come progetto cancellato.

Quando il mondo credeva che fosse ancora in fase di sviluppo, il progetto era in realtà stato scartato, a causa del ciclo di sviluppo troppo lungo e una direzione di gioco e di stile alquanto stagnante.

Platinum Games, nota per titoli del calibro di Bayonetta e Vanquish, ricevettero un'incarico importante. Il loro compito? Ricostruire Rising. Rimettere in piedi il guerriero cyborg Raiden in qualcosa di nuovo. Qualcosa di inedito, e Rising venne ri-annunciato subito dopo, come gioco appartenente a un mondo completamente diverso. La domanda allora diventa: può il nuovo look e il nuovo genere che prende la distanza dallo stealth seminale creare qualcosa di degno della serie?

Metal Gear Rising: Revengeance
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Metal Gear Rising: Revengeance, per citare il suo titolo completo, è sicuramente un gioco non convenzionale sulla serie, caratterizzata da un gameplay che normalmente fa leva sull'infiltrazione e sul restare invisibili. Non è così con Raiden. Il guerriero cyborg gioca con il corpo a corpo, si getta a capofitto nella mischia, e mette in sequenza combo devastanti per decimare i soldati di Metal Gear. I fan della serie fin qui potrebbero pensare che la serie sia stata improvvisamente colpita da un disturbo di personalità. È sufficiente osservare il boss di apertura, che lancia Raiden attraverso un edificio, per capire che si tratta sicuramente di un gioco a marchio Platinum.

La storia ricorda una classica trama di Metal Gear Solid, ma in una versione un po' semplificata. Sono finiti i grandi gesti politici e morali, che sono invece sostituiti con una direzione particolare verso l'azione. Il gioco gira attorno all'idea del combattimento come ragione di vita, ma non si impegna per sostenere questa tesi. Questa superficialità, per lo più, è dovuta al suo protagonista. Ma anche se c'è meno profondità nel personaggio di Raiden rispetto a quanto abbiamo visto con Snake in passato, è ancora interessante, e la sua storia si scontra con quella di altri combattenti futuristici nel suo racconto.

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Ma Platinum è nota per i giochi d'azione, e in effetti le sequenze d'azione sono magnificamente selvagge: ci lasciano a bocca aperta e fanno scorrere l'adrenalina nelle vene. Il gioco è eccellente nel mettere in scena sequenze di combattimento piuttosto appariscenti, con un sacco di profondità e strategie da apprendere per la sopravvivenza: in questo senso, è divertimento allo stato puro. Come per Bayonetta o, più recentemente, per DMC, è tutta una questione di apprendimento delle combo e delle meccaniche che le tengono assieme. InRising, il gameplay è progettato intorno allo "Zan-Datsu" - che significa "tagliare e rimuovere". Mentre la maggior parte delle azioni richiede di mettere in sequenza combo come in un normale hack-and-slash, si aggiunge una sorta di modalità lama che rallenta l'azione e, in maniera brutale e cinica, ci lascia scegliere da quale angolo si desiderano tagliare a fette i nemici . Sembra così perfetto che sembra di assistere a una tech demo. Se si taglia un nemico nella maniera corretta, si ripristina la barra della salute. Ecco servita la giustificazione a questa carneficina.

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Ma questa è solo la punta dell'iceberg di questo sistema di combattimento complesso. Ci sono le combo tradizionali, le armi sbloccabili e gli aggiornamenti, un sistema di parata che richiede di bloccare gli attacchi dei nemici per evitare i danni e iniziare un contrattacco. Tra un combattimento e l'altro, Raiden esplora l'ambiente, ma questi momenti sono brevi, dato che il gioco porta il giocatore molto rapidamente verso gli scontri con la spada.

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Eppure, nonostante tutto il piacere derivante da questo sistema di combattimento ben progettato, c'è una questione che si interpone tra noi e il ​​divertimento: la telecamera. Questa è bloccata dietro la nostra schiena, e quando si è circondati dai nemici è semplicemente impossibile reagire con la rapidità necessaria. Ciò significa anche che è semplicemente impossibile evitare di essere colpiti, dato che si fa fatica a vedere il campo di battaglia nel suo insieme.

Il risultato è quindi un gioco un po' deludente, ma che è abbastanza solido da reggersi sulle sue gambe. Se si mettono le enormi aspettative da parte, quello che resta è un buon titolo action, che merita il vostro tempo e il vostro denaro - a maggior ragione se siete fan di Platinum Games.

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07 Gamereactor Italia
7 / 10
+
Sistema di combattimento molto profondo, personaggi dettagliati, splendidi cattivi
-
Non all'altezza degli altri titoli della serie, la telecamera fa innervosire
overall score
Questo è il voto del nostro network. E il tuo qual è? Il voto del network è la media dei voti di tutti i Paesi

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Metal Gear Rising: Revengeance

RECENSIONE. Scritto da Magnus Groth-Andersen

Platinum Games si occupa della rinascita di Rising, consegnandoci il primo spin-off della serie Metal Gear. Il risultato è un buon titolo d'azione, ma non il capolavoro sperato.



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