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Close to the Sun

Close to the Sun

Avvicinarsi troppo al sole può essere pericoloso.

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L'ambizione di Icaro, quella di spiccare il volo per fuggire dal labirinto di Minosse e raggiungere il sole, costò cara al figlio di Dedalo. Molto cara. Come narra un antico mito greco, inebriato dal possedere un paio di ali che il padre gli aveva costruito, Icaro decise di avvicinarsi troppo al sole, sfidando le leggi della natura, una scelta che portò le sue ali rudimentali a sciogliersi e farlo precipitare in mare, dove morì. Non è un caso che abbiamo deciso di aprire la nostra recensione di Close to the Sun, la nuova opera di Storm in a Teacup approdata in esclusiva su Epic Games Store, citando questa leggenda: esattamente come il temerario personaggio mitologico, l'ultimo titolo dello studio italiano ha voluto avvicinarsi troppo al sole, ha bramato di raggiungere vette troppo elevate, dimenticando tuttavia alcune basi fondamentali che avrebbero permesso al loro titolo, da noi più volte acclamato in sede di anteprima, di raggiungere quello stato di grazia che, ad una prova superficiale, sembrava ampiamente raggiunto. Ma a quanto pare, non era così.

D'altro canto, però, dire che Close to the Sun sia un gioco terribile equivarrebbe a mentire. La nuova creazione di Storm in a Teacup è un prodotto ambiguo, in realtà, racchiude in sé due anime differenti, quasi bipolari, che entrano continuamente in contrasto tra loro nelle sue (poche) ore di gioco. Da un lato, infatti, vive e risplende un titolo che a livello artistico e visivo è perfetto: le ambientazioni in stile art-decò, che hanno spinto in più occasioni a parallelismi con il primo Bioshock (con cui, in realtà, condivide qualche punto di contatto in più) e la cura con cui ogni singolo ambiente è stato dettagliato lascia più volte senza fiato. Lo stesso può dirsi sullo storytelling ambientale: scoprire i segreti sul team di ricercatori a bordo della Helios - la nave-laboratorio fittizia creata da Nikola Tesla in questo universo ucronico agli albori dei primi del Novecento - così come i numerosi articoli di giornale che raccontano gli esperimenti e i test effettuati a bordo di questo straordinario mezzo, ormeggiato in acque internazionali, è qualcosa di straordinario. La ricerca di collezionabili crea quasi una dipendenza e spesso questa questua di indizi e documenti sparsi porta a scoprire che a bordo, in realtà, sono stati ospiti anche illustri scienziati e ricercatori reali dell'epoca, un aspetto che conferisce un po' di realismo e concretezza ad un racconto dichiaratamente steampunk e immaginario.

Close to the Sun
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Se è vero che il racconto dei retroscena che muovono le fila di Close to the Sun è molto convincente, lo stesso non possiamo dire della trama principale, vero motore di questa avventura in prima persona dalle venature horror. Qui vestiamo i panni della giornalista Rose Archer, la quale riceve una criptica lettera da parte di sua sorella Ada, una giovane brillante ricercatrice laureata in fisica quantistica, salita a bordo della Helios per condurre i propri esperimenti su questa nave avveniristica. Nella missiva, Ada le chiede di raggiungerla al più presto sulla Helios in quanto sta accadendo qualcosa di misterioso a bordo. Incuriosita, Rose decide di partire e raggiungere la nave-laboratorio, dove fin dai primi istanti viene sorpresa da un silenzio surreale, corridoi vuoti fino ad imbattersi nei primi cadaveri e in sangue rappreso schizzato sui muri, in cui è possibile intravedere strani messaggi. La scena è senza dubbio raccapricciante ma, passato l'impatto iniziale, Rose non sembra curarsi troppo della tragica ecatombe di uomini e donne, mentre attraversa la nave in cerca di Ada. In realtà, questo è un problema minore; il vero problema è l'incapacità di intessere un rapporto con le due sorelle, il cui legame, non appena riescono a mettersi in contatto, è trattato in modo decisamente blando.

Senza addentrarsi nell'accidentato sentiero degli spoiler, ciò che muove i diversi intrecci narrativi di Close to the Sun non è efficace quanto avremmo voluto o sperato. Se la prima parte del gioco ci carica di aspettative, andando avanti di capitolo in capitolo l'entusiasmo si affievolisce fino quasi a sparire. E non ci sentiamo di dare la colpa al genere a cui il titolo appartiene, il sempre criticatissimo "walking simulator", colpevole molto spesso di non riuscire a stabilire un contatto con il giocatore, qui relegato a semplice burattinaio di un manichino digitale. Il problema va rintracciato nel non aver saputo tenere insieme correttamente le numerose fila narrative, confondendo un po' le acque o affrontando con superficialità determinati aspetti. In fin dei conti, se un vecchio adagio dice "Il meno è il più", ci sarà un motivo.

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Ciò che, tuttavia, dà il colpo di grazia a Close to the Sun è la parte relativa ai controlli, in particolare nelle sequenze di inseguimento e, dunque, le più concitate e più incisive. Non che abbiamo qualcosa in contrario nei confronti dell'uso di tali scene per alimentare la componente horror/adrenalinica del gioco, tutt'altro, ma è il suo pessimo utilizzo a lasciarci basiti e anche piuttosto frustrati. Avere un nemico alle costole, se usato in modo efficace e sensato, è anche molto divertente ed elettrizzante, ma quando in questi casi ci viene anche richiesto di premere un pulsante per saltare un ostacolo, ma quel tasto non funziona a causa di un margine di errore piccolissimo conducendoci a morte certa (perché Rose non ha armi per combattere, può solo scappare), il senso di insoddisfazione e di rabbia tende a prendere subito il sopravvento. Soprattutto quando hai provato quella sequenza una ventina di volte. Unisci questo ad un paio di bug in cui ci siamo imbattuti durante la nostra prova, che ci hanno costretto a riavviare il gioco dall'ultimo salvataggio, e il quadro tecnico che ne emerge non è esattamente idilliaco. Anche in termini di gameplay, il gioco non spicca: a fronte di sezioni di inseguimento piuttosto complesse, dove il tempismo è tutto, le parti relative alla sezioni puzzle sono estremamente facili. Spesso la soluzione è davanti ai nostri occhi, togliendo un po' quel sapore di sfida tipica di queste parti.

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E lo diciamo con gran dispiacere, non certo con malizia. In particolare, quando hai di fronte un prodotto che ambiva a raggiungere un livello piuttosto alto - vedasi l'ottimo art design e l'eccellente colonna sonora, che ha senza dubbio reso più dolce la nostra permanenza a bordo dell'Helios - ma a causa di alcuni problemi, a nostro parere ingiustificabili, questo sogno magico svanisce, lasciandoci non poca amarezza in bocca. In altre parole, Close to the Sun aveva delle premesse forti, punti di partenza davvero interessanti, che ci avevano convinto molto durante le nostre prove precedenti; tuttavia, la sua realizzazione finale non è all'altezza di quelle promesse. È questo dualismo imperante che si percepisce tra le sue due anime, un comparto tecnico/narrativo molto debole contro uno artistico/musicale incredibilmente potente, a lasciare interdetti. Come abbiamo detto all'inizio, dire che Close to the Sun sia un gioco completamente negativo sarebbe ingiusto, che è anche il motivo per cui non ci sentiamo in diritto di bocciarlo. Resta un titolo con aspetti positivi, a partire dalle atmosfere solitarie ed inquietanti che respiriamo a bordo dell'Helios - un aspetto che, ancor più che con Bioshock o Soma, condivide piuttosto con Everybody's Gone to the Rapture dei Chinese Room. Ma forse, proprio come Icaro, Close to the Sun ha voluto osare troppo, ha desiderato avvicinarsi troppo a quel sole pur mancandogli ali robuste.

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06 Gamereactor Italia
6 / 10
+
Comparto artistico spettacolare; Storytelling ambientale affascinante; Una colonna sonora davvero potente; L'atmosfera inquietante e claustrofobica all'interno della Hellios.
-
Controlli frustranti; La trama principale è un po' blanda; Alcuni bug; Il pulsante per scavalcare o saltare nelle sequenze di inseguimento spesso non risponde ai comandi.
overall score
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