Nel bel mezzo della guerra russa in corso contro l'Ucraina, la giapponese NHK (grazie a Resetera) ora nota che la Cina ha improvvisamente iniziato a esportare grandi quantità di console di gioco e accessori in Russia. Rispetto a quando la Russia ha iniziato l'invasione su vasta scala nel 2022, l'importo è aumentato di sette volte l'anno scorso.
Ma la domanda è se i russi, sempre più poveri ed economicamente tesi, siano diventati più appassionati di gioco di recente o se ci sia qualcos'altro dietro l'aumento dell'interesse. Secondo Olena Bilousova, ricercatrice presso l'Kyiv School of Economics Institute ed esperta di sanzioni russe, questo è dubbio:
"È difficile credere che la domanda civile di console di gioco sia improvvisamente aumentata in Russia, dove l'economia è sotto pressione. È molto probabile che i controllori importati dalla Cina vengano riutilizzati per far funzionare i droni".
Continua spiegando come la Cina stia aggirando le sanzioni esistenti (anche se loro stesse lo negano) e quindi consentendo alla Russia di costruire molti droni per la sua guerra:
"La Cina consente le importazioni dirette senza i costi aggiuntivi tipicamente sostenuti per eludere le sanzioni. I legami della Cina con la Russia stanno consentendo a Mosca di procurarsi controller e dispositivi simili in modo rapido ed economico".
Sfortunatamente, l'uso di apparecchiature di gioco per la guerra non è raro e nel 2000 è stato riferito che l'Iraq aveva acquistato 1.400 unità PlayStation 2 per utilizzare i componenti per i missili guida. I videogiochi dovrebbero essere usati per l'intrattenimento, non per l'omicidio, e speriamo che questa attenzione porti a un maggiore controllo.