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Naturalmente, non è sfuggito a nessuno che Donald Trump è stato colpito alla testa all'inizio di quest'estate e che era a circa quattro millimetri dalla morte. Di certo non è sfuggito a nessuno che ieri hanno evitato un altro tentativo di assassinio ed è ovviamente chiaro che ci sono abbastanza cuculi pazzi che vogliono vedere il vecchio morto e sepolto che deve essere garantito che fino alle elezioni (e naturalmente anche dopo) si stia istituendo una quantità spaventosa di protezione personale e si stiano istituendo procedure di sicurezza ancora più rigorose. Non ho dubbi che accadrà di nuovo, cioè un tentato omicidio, e questo è ovviamente tragico in sé.

Questo non è un post sulla politica. Non fondamentalmente. Non prendo posizione qui su quale dei partiti/candidati voterei se fossi un cittadino americano. In questo caso, non appartiene a questa sede. Quello che voglio dire (solo i pensieri notturni balbettanti) è che spero che i servizi segreti riescano a proteggere lo zio arancione brillante questo autunno e che non accada più nulla che possa minacciare la sua vita. Lo stesso vale per Kamala Harris, ovviamente. Perché è dannatamente brutto che i nostri/loro politici vivano costantemente in quel pericolo, la preoccupazione. Quella Palma è stata fucilata. Che Kennedy è stato ucciso. Che ci sono stati due attacchi a Reagan e altri ancora, e ancora di più.

E' anche maledettamente brutto che ai media sia stato permesso di aggiungere e applaudire a questo come se facesse parte del "gioco politico" senza rimproveri. Mi disgusta. Solo poche settimane fa, uno dei nostri giornali locali qui a Jämtland ha pubblicato un editoriale politico di un caporedattore che ha scritto apertamente di aver provato "euforia" quando la mattina è stata accolta dalla notizia che Trump era stato ucciso. Perché per un breve secondo ha pensato che fosse stato ucciso. È stato stampato, su carta. E si è rivolto al loro editore responsabile e quindi non è stato punzecchiato dal difensore civico della stampa. È il mondo polarizzato in cui viviamo oggi, insieme a molte altre cose strane.

Petter Hegevall / Gamereactor
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