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Hunt: Showdown

Hunt: Showdown - Prime impressioni

Crytek ripropone Horrors of the Gilded Age, e i risultati restano interessanti.

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È giusto precisare che Hunt: Showdown di Crytek non ha avuto per niente uno sviluppo semplice. È stato inizialmente annunciato nel 2014 sotto il nome di Hunt: Horrors of the Golden Date, e doveva essere un'avventura co-op, ma sono sopraggiunti problemi finanziari che hanno portato alla chiusura di Crytek USA. Dopo di che c'è stato il silenzio radio per un po', fino all'inizio di quest'anno quando è stato pubblicato un teaser trailer e il gioco ha cambiato nome. Questo ci porta all'E3, dove quest'anno abbiamo visto qualcosa di più del gioco sotto il suo nuovo nome attraverso una demo hands-off, capendo qualcosa di più sullo stato attuale dello sviluppo del gioco e cosa è cambiato rispetto all'idea proposta nel 2014.

Il cambiamento più importante (a parte il nome) risiede nel fatto che Hunt: Showdown non è più un gioco focalizzato sulla componente co-op. Ora è un gioco in cui fino a cinque squadre, formate da due giocatori, vengono messe su una mappa per individuare e poi inseguire dei mostri, prima di recuperare il loro bottino (anche se, attenzione, ognuno può vedere la posizione del mostro sulla mappa una volta ucciso). Ciò non significa che non potete giocare da soli, ma il gioco resta comunque progettato per due giocatori (Crytek ha detto di star prendendo in considerazione la possibilità di ampliare ulteriormente le squadre, nel caso venisse fatta sufficiente richiesta).

Il motivo per cui il gioco è perfetto per la cooperazione è perché il livello di difficoltà è davvero molto alto. Hunt: Showdown non solo vi dà una sola vita per mappa, ma ha anche un sistema di permadeath in cui perdete completamente il vostro equipaggiamento raccolto se muori. Mantenete comunque il vostro livello e l'esperienza, quindi non è un male, ma potreste perdere un sacco di progressi da un punto di vista degli equipaggiamenti con un errore, quindi se avete un giocatore che vi guarda le spalle, è decisamente meglio. Quattro occhi sono migliori di due.

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Hunt: Showdown

L'impostazione narrativa di Hunt: Showdown riassume perfettamente il gioco, in quanto è un mix tra il realismo e il soprannaturale. Il gioco si svolge in un XIX secolo alternativo e la mappa progettata per il gioco al momento vede l'azione svolgersi in una zona oscura e tortuosa della Louisiana. Questo è perché Crytek non ha voluto un setting tipico che ci si aspetterebbe da questa parte dell'America, come il Selvaggio West. Qui ci sono mostri che devono essere mandati all'inferno nel vero senso della parola, e voi siete gli unici a poterlo fare.

Sul lato del realismo, le armi si basano su quelle disponibili all'epoca, con una certa licenza poetica da parte degli sviluppatori. Ciò significa che troverete revolver e fucili d'epoca, oltre ai fucili e, se amate particolarmente questo periodo storico, sarai felice di sapere che avete a disposizione anche un abbigliamento da abbinare, inclusi cappelli da cowboy e poncho, in pieno stile Clint Eastwood.

L'unica cosa realmente soprannaturale del gioco sono i mostri, il vostro obiettivo finale, ma in realtà non rendono il gioco troppo fantasy. Hunt: Showdown è comunque piuttosto verosimile, non affonda mai troppo nel genere sci-fi o fantasy, e questo è un aspetto che abbiamo apprezzato, soprattutto in termini di tono. Magari una quest in cui bisogna uccidere una bestia e salvarsi è un po' cliché, ma in realtà è molto crudo, a cui contribuisce sicuramente la paura di perdere tutta la vostra roba con la permadeth, e la paranoia che ne consegue.

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Questa paranoia è accentuata da importanti segnali visivi e audio nel gioco. Anche se ci è stato detto che il titolo non si svolgerà esclusivamente di notte, la demo che abbiamo visto era ambientata nella quieta oscurità della notte, e questo ha reso i segnali visivi ancora più importanti. Sia gli avversari umani sia i mostri più piccoli (creature in stile zombie) possono ascoltare ciò che fate, incluse cose come sparare, per cui vale sempre la pena badare di non attirare certa attenzione indesiderata.

Non sono solo i colpi di pistola e il rumore ad ostacolarvi quando il sole tramonta, ma anche la luce può fare lo stesso. Una sezione di gioco che abbiamo visto all'E3, ad esempio, mostrava al giocatore un cocktail di molotov su un nemico che, pur efficace, ha illuminato tutta la zona e ha fatto da richiamo a tutti coloro che erano nelle vicinanze. Come il rumore, è importante considerare cosa fare e quando mettersi al sicuro ed essere poco visibile. Allo stesso tempo, tuttavia, può anche essere una tattica per spaventare i nemici - dopotutto, come con i ragni, hanno paura di voi e voi di loro.

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L'oscurità del gameplay che ci è stato mostrato dimostra fedeltà visiva in modo efficace e l'illuminazione è il suo punto forte. Il crepuscolo della sera illumina gli oggetti e offre una buona copertura nelle ombre e il contrasto nitido delle fiamme delle molotov ci è apparso altrettanto bello, con un notevole cambiamento nell'illuminazione. Tutti gli ambienti, le armi e i personaggi sono ricchi di dettagli, ma questo diventerà più evidente durante il giorno. Una cosa da dire, però, è che le animazioni delle morti dei personaggi non sono il massimo, ma è solo un piccolo difetto nel grande schema delle cose.

Il concept di Hunt: Showdown è veramente interessante in quanto i giocatori devono occuparsi prima di un mostro, ma gli altri giocatori rappresentano un obiettivo secondario, almeno in un primo momento. Tuttavia, abbiamo alcuni dubbi sul fatto che la permadeath possa essere sufficiente per convincere i giocatori a rispettare gli obiettivi su cui Crytek vuole che ci concentriamo. Si può incoraggiare le persone a scegliere un certo percorso, minacciandole di perdere tutta la loro roba se muoiono, ma non potete mai costringerle a giocare un certo modo. Speriamo solo che la minaccia di perdere tutto il proprio equipaggiamento sarà sufficiente per impedire ai giocatori di giocare con in un deathmatch piuttosto che come questa esperienza di caccia dovrebbe essere.

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