La Corte Suprema svedese ha respinto una causa intentata da Greta Thunberg e da centinaia di attivisti che miravano a costringere lo Stato ad attuare politiche climatiche più forti, affermando che i tribunali non possono dettare le azioni del governo sulle misure climatiche.
La causa, avviata nel 2022, sosteneva che la Svezia stava violando i diritti umani non facendo abbastanza per combattere il cambiamento climatico. Sebbene la corte si sia pronunciata contro il caso, ha lasciato intendere che in futuro potrebbe essere presa in considerazione una causa strutturata in modo diverso, come si vede in altri precedenti legali europei.
La decisione fa seguito a una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha ritenuto la Svizzera responsabile di un'azione inadeguata per il clima, ma ha respinto un caso simile di giovani portoghesi contro diversi paesi europei.
Gli attivisti speravano di spingere la Svezia ad allineare le sue politiche con l'obiettivo di riscaldamento globale di 1,5 gradi Celsius, ma le sfide legali continuano a porre ostacoli per le controversie sul clima nei tribunali nazionali. Per ora, resta da vedere se gli attivisti perseguiranno una nuova strategia legale o cercheranno di agire con altri mezzi.