In una nuova affermazione del potere esecutivo, l'amministrazione ha proceduto con l'espulsione di oltre 200 individui legati a una rete criminale venezuelana, ignorando un'ingiunzione giudiziaria volta a fermare tali azioni.
Il governo ha sostenuto che le prerogative di una singola decisione giudiziaria sono limitate se valutate rispetto alla sicurezza nazionale, sostenendo che la rimozione di questi individui era essenziale per contrastare quella che ha descritto come una minaccia crescente simile a uno stato di guerra.
Dietro le quinte, gli esperti legali hanno espresso profonda preoccupazione per il fatto che aggirare l'autorità della corte non solo mina il processo giudiziario indipendente, ma crea anche un precedente che potrebbe erodere norme democratiche di lunga data.
Allo stesso tempo, gli osservatori internazionali hanno notato che l'operazione, caratterizzata da rapide partenze via aerea e successivi trasferimenti in strutture di detenzione straniere, ha alimentato un dibattito sui limiti del potere presidenziale nella gestione delle questioni di immigrazione e sicurezza.