All'ombra delle aspre montagne che separano il Libano dalla Siria, dove ancora aleggiano le cicatrici dei conflitti passati, gli echi del fuoco dell'artiglieria e il rombo dei carri armati hanno lasciato il posto a un silenzio inquieto.
Lunedì, il Libano e la Siria hanno annunciato un accordo di cessate il fuoco dopo due giorni di intensi scontri transfrontalieri che hanno causato la morte di 10 persone e 52 feriti da parte libanese.
L'accordo, mediato dai ministri della Difesa di entrambe le nazioni, mira a fermare un'ulteriore escalation lungo una frontiera che è diventata sempre più instabile dopo la caduta di Bashar al-Assad in Siria tre mesi fa.
Gli scontri, iniziati dopo che le truppe siriane hanno accusato Hezbollah di aver attraversato il territorio siriano e di aver ucciso tre soldati, hanno spinto entrambe le parti a rafforzare i loro confini con truppe aggiuntive e armi pesanti.
Mentre Hezbollah ha negato fermamente il coinvolgimento, i funzionari libanesi hanno replicato che i soldati siriani avrebbero attraversato per primi il territorio libanese, scatenando uno scontro che ha portato alla loro morte.
Mentre i residenti delle città di confine fuggivano nell'entroterra per sfuggire ai bombardamenti, le due nazioni si affrettavano a allentare le tensioni, con le direzioni dell'intelligence che mantenevano i contatti per prevenire un ulteriore deterioramento.