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Micro Machines: World Series

Micro Machines: World Series - Provato

Un piccolo viaggio nella memoria in compagnia delle leggendarie macchinine.

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Micro Machines: World Series di Codemasters vuole puntare tutto sulla nostalgia quando sarà pubblicato su PC, PS4 e Xbox One nel mese di giugno, riportandoci indietro a quelle memorabili gesta vissute per la prima volta nel 1991 (e presentata alle generazioni successive grazie alle versioni su Mega Drive, PS2 e altro ancora), e riproponendola ancora una volta sulla nuova generazione di console.

L'elemento nostalgia fa sì che ci sia sempre un ottimo equilibrio tra ciò che c'è e ciò che non c'è rispetto all'originale, ma Micro Machines: World Series mantiene più o meno invariata la sua essenza: si gareggia a bordo delle iconiche piccole vetture attraverso diverse modalità e molto spesso gli sfondi di queste gare sono ambienti assolutamente normali, come tavoli e giardini. Questa configurazione include modalità di gioco classiche come Eliminazione e Battaglie, e queste due sono le uniche modalità che abbiamo avuto occasione di provare durante il nostro hands-on.

Per quanto riguarda Eliminazione, qui corrono quattro macchinine, con l'obiettivo di restare sullo schermo, che è ciò che accade al giocatore che è al primo posto. È possibile usare un certo numero di oggetti per ostacolare i propri avversari, come le bombe e un martello gigante, e ci sono anche degli ostacoli ambientali da evitare, come stufe accese e uno sbattitore attivo, un aspetto che rende l'intera faccenda ancora più caotica di quella che già è. Non appena termina ogni round, appare una schermata in cui ogni giocatore ha una linea che rappresenta i suoi progressi. Meglio si corre e più va avanti la vostra linea (potete, naturalmente, tornare indietro se non state andando molto bene), fino a quando non viene dichiarato un vincitore definitivo, dopo che è stato raggiunto un certo numero di vittorie.

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Quando abbiamo giocato a Battaglie, abbiamo giocato a diverse modalità online contro un certo numero di altri giocatori, mescolati all'IA. Una di queste ci richiedeva di catturare un punto di controllo in movimento lungo l'arena ad intervalli regolari, un'altra era una semplice "cattura la bandiera" e l'ultima che abbiamo provato ci ha visto tentare di portare una bomba alla base della squadra avversaria. Il principio è ancora lo stesso in termini di gameplay, in quanto i giocatori guidano le loro macchine in giro, ma ciascuna ha determinate armi in modalità di battaglia, a seconda del veicolo, e anche abilità speciali (come creare pareti o fantastici nemici).

Micro Machines: World Series

È stato tuttavia il comparto grafico ad averci maggiormente colpito di Micro Machines: World Series. Come abbiamo detto, è chiaro che è comunque Micro Machines, in gran parte per la prospettiva e l'ambiente domestico, ma l'aggiunta di rifiniture e dettagli ulteriori è impressionante, a partire dalla consistenza del feltro del tavolo da biliardo e le minuscole schegge di legno sul tavolo da lavoro. Anche le vetture sono state curate nei più piccoli dettagli, quindi si tratta veramente di un Micro Machines dell'età moderna.

In merito alle automobiline, ce ne sono una dozzina tra cui scegliere e ognuno ha i suoi vantaggi e svantaggi. Uno dei nostri preferiti era il camion antincendio, che sembrava molto ben bilanciato e facile da controllare, ma il carro-armato è più lento e può colpire di più le persone, mentre l'hovercraft è più veloce, ma scivola maggiormente sulle superfici. I veicoli non sono così ben dettagliati come le auto che potreste trovare in un gioco di corse più tradizionale, ma ci sono notevoli differenze (specialmente quando sono dotati di armi e abilità in modalità Battaglia), quindi c'è sempre qualcosa alla portata di tutti e che ben si adatta ai differenti tracciati.

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Non c'è molto da dire in termini di gameplay rispetto a quanto già conosciamo di Micro Machines (o top-down racer, se vogliamo essere più precisi). C'è un acceleratore e per girare a sinistra e a destra si usano i rispettivi stick analogici a sinistra e destra, e c'è un pulsante che permette di rilasciare gli oggetti - e questo è tutto. Le vetture hanno risposto in modo naturale quando le stavamo usando, e tutto sembrava funzionare senza problemi.

Micro Machines: World Series

Una testimonianza della qualità di Micro Machines: World Series è che chiunque non abbia mai giocato ad un gioco della serie prima d'ora riesce sin da subito a sentirsi a proprio agio e iniziare a divertirsi in pochi minuti. È uno di quei giochi in cui farsi coinvolgere è così semplice che è impossibile non riuscirci e l'azione è abbastanza caotica da convincere gente che si conosce a malapena ad inveire contro lo schermo e a vicenda. C'è anche il fattore "ancora una partta" che ci terrà incollati allo schermo per ore, e anche se le partite sono molto brevi, restano sempre molto coinvolgenti.

In breve, Micro Machines: World Series non manca di rispetto alla formula di Micro Machines, e questo è un bene. Anzi, recupera un'idea vincente per adattarla all'epoca moderna con nuove grafiche e un sacco di dettagli, offrendo agli appassionati di racing top-down un motivo per aspettare con impazienza la fine di giugno, quando finalmente il gioco debutterà. È divertente, facile, accessibile e, per chi n'è estimatore, con la voce di Brian Blessed.

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