Abbiamo davvero apprezzato State of Mind (come potete leggere dalla nostra recensione) in quanto offre un universo intrigante e, soprattutto, una doppia narrativa sul transumanesimo che fa riflettere i giocatori dopo aver giocato. Al Fun & Serious Game Festival di Bilbao abbiamo avuto l'opportunità di parlare con il lead creative Martin Ganteföhr per saperne di più sul gioco e sul suo "high concept".
Ganteföhr ci ha spiegato che il personaggio principale Richard è "un uomo diviso a metà", un aspetto che i giocatori noteranno dal dualismo del gioco per cui l'autore dice che "non volevo che il gioco prendesse le parti troppo facilmente".
Parlando di tecnologia e potenziamenti che cambiano la vita, Ganteföhr crede che "si potrebbe arrivare al punto in cui le persone non sono più create uguali per il reale, e questo è ovviamente un pensiero minaccioso. Vengo dalla Germania e sono un po' sensibile a questo tipo di pensiero ".
Nell'intervista video completa Ganteföhr ha condiviso le sue riflessioni sull'arte low-poly di State of Mind, su come sia "radicalmente diverso" da Detroit: Become Human, e su come "tutti i videogiochi sono realtà virtuali".