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Octopath Traveler

Octopath Traveler

Otto storie, otto eroi, un gioco che fa l'occhiolino ai grandi JRPG del passato: cosa può andare storto?

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Da quando i JRPG hanno progressivamente abbandonato la classica struttura a incontri casuali e battaglie a turni, il panorama di questo fiorente genere è mutato profondamente. Dopo oltre vent'anni di successi che decretarono la mitizzazione di Square Enix, si decise che era tempo di cambiare per passare a qualcosa di più moderno e complesso. Una scelta che, nel corso degli anni, ha finito per dare nuova vita al genere dei giochi di ruolo giapponesi senza tuttavia causare alcuni dissapori tra i fan di vecchia data. L'arrivo di Octopath Traveler su Nintendo Switch è una nostalgica risposta alla contemporaneità dei JRPG: un gioco con un gameplay d'altri tempi e una deliziosa grafica in pixel art che ci ha riportato alla mente i vecchi tempi in cui, per goderci queste avventure, dovevamo preventivamente soffiare sui contatti di una cartuccia.

Premettiamo che sì, è assai probabile che solo i giocatori più attempati proveranno quel brividino che si prova nel vedere un gioco che ricalca in tutto e per tutto i classici del passato. Per tutti gli altri, Octopath Traveler non è altro che un JPRG a turni in pixel art, reminiscente di un tempo che fu e legato a quella "moda" di utilizzare uno stile grafico obsoleto e un gameplay già visto e stravisto. Insomma, siamo fermamente convinti che Octopath Traveler sia un gioco capace di dividere in due fazioni nette il pubblico, tra chi se ne innamora al primo sguardo e chi, invece, lo osserva con prudenza o, peggio, indifferenza. Tuttavia, anche i giocatori che canticchiavano con dei "pa pa pa pa" il tema di Final Fantasy dopo ogni scontro dovranno riconoscere che, forse, essere prudenti in questo caso non è dopotutto una cattiva idea, perché Octopath Traveler dopo una dozzina di ore di gioco inizia a mostrare i suoi punti deboli. Ma partiamo dal principio.

Octopath Traveler
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Il gioco segue le vicende di otto diversi personaggi dislocati in altrettante città. Il giocatore sceglie uno di questi eroi all'inizio del gioco e, lentamente, inizia a completare il proprio party facendo la conoscenza di tutti i restanti personaggi giocabili. Così, per le prime 8 o 9 ore di gioco, non si fa altro che spostarsi di città in città per aggiungere al proprio gruppo un nuovo eroe, ognuno dei quali incarna una differente classe e porta con sé una diversa missione da completare. La scelta del primo eroe, tuttavia, influenza in maniera significativa l'intero gioco, in quanto esso dovrà restare presente nel party durante le8 quest principali e secondarie. Poco male: le classi sono diversificate, e i quattro eroi che costituiscono la squadra riescono potenzialmente sempre ad offrire le giuste combinazioni per affrontare ogni sfida. Purtroppo, nel processo di acquisizione di tutti gli eroi ci si trova ad avere a che fare con una curva di apprendimento decisamente troppo morbida: verso il sesto o settimo eroe ci siamo ritrovati decisamente più potenti dei nemici incontrati, tanto da rendere gli ultimi sussulti di questa prima parte del gioco una noiosa scampagnata.

Una volta ottenuti gli eroi, si sceglie con quale quest principale procedere e ci si butta alla volta del nuovo capitolo di gioco, dove la difficoltà sale in maniera esponenziale. Siamo dunque passati da una situazione in cui un party di livello 19 affrontava nemici di livello 11, a una ben più preoccupante area di livello 23 che abbiamo affrontato a livello 21. Stremati dall'acquisizione degli 8 eroi, ci siamo ben visti da praticare del grinding per giungere al livello corretto, ma con un po' di fatica siamo riusciti a proseguire e a completare anche questo secondo capitolo. Così, ci siamo spostati verso il secondo capitolo di un altro eroe, e così via, giungendo al secondo capitolo dell'ottavo eroe decisamente sovralivellati. Se ne deduce un problema di bilanciamento del gioco strettamente legato alla suddivisione della trama in 8 quest principali, che inevitabilmente portano il giocatore ad alternarsi tra momenti di vera sfida e momenti più rilassati, quasi tediosi.

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Un altro aspetto profondamente deludente di Octopath Traveler è che queste 8 storie degli 8 eroi non si intrecciano, se non in maniera assai blanda attraverso l'uso di alcuni dialoghi che si attivano tra i personaggi presenti nel party. Insomma: ogni volta che si sceglie di seguire le vicende di uno degli otto personaggi, tutti gli altri si trasformano in personaggi secondari: non si esplora alcuna relazione tra i vari protagonisti, non c'è modo di affezionarsi realmente ad alcun personaggio né c'è modo di capire cosa l'uno pensi dell'altro. Manca, insomma, quell'aspetto che rende "umani" i personaggi del gioco. Pensate a un grande classico come Final Fantasy VIII: tutti possiamo descrivere la relazione tra Squall e Rinoa, la rivalità con Seifer, la buffa amicizia con Zell; in Octopath Traveler tutto questo, semplicemente, non esiste. Persino i comprimari che si incontrano nei villaggi e che possono essere reclutati (ed evocati in battaglia) sono privi di qualsivoglia elemento narrativo: sono semplici mercenari che aggiungiamo al nostro gruppo e che se ne vanno una volta esaurito il loro ruolo. Anche se un paio di storie sono interessanti e almeno un personaggio ha una backstory capace di creare empatia, in generale Octopath Traveler è un gioco profondamente deludente dal lato narrativo.

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Per quanto concerne il gameplay, invece, le cose vanno meglio. Come detto, Octopath Traveler fonda le sue radici negli incontri casuali e nel combattimento a turni che determinò il successo dei grandi giochi di ruolo giapponesi degli anni Ottanta e Novanta. Il combattimento, dunque, si basa sul classico sistema di scelta multipla dell'arma o delle abilità da utilizzare, che viene reso originale dal sistema del Dominio. Questo sistema spinge il giocatore a trovare il punto debole del nemico, sia esso la scarsa resistenza a un particolare tipo di arma o a un elemento. Una volta compreso quali colpi siano particolarmente efficaci, è possibile colpire ripetutamente il nemico per mandarlo in stato di Dominio, e quindi guadagnare un turno dove ogni colpo ottiene un bonus al danno. Questo sistema rende alcuni scontri davvero interessanti, in quanto siamo spinti a ragionare per capire come bloccare i nemici, guadagnare turni e uscirne indenni. Contro i boss, questo sistema diventa davvero divertente, poiché obbliga a ponderare ogni mossa e a fare uso delle migliori tattiche per riuscire a venire fuori da scontri altrimenti molto lunghi. Da questo punto di vista, Octopath Traveler ne uscirebbe vincitore, se non fosse che alcuni scontri si protraggono davvero troppo a lungo, anche quando il nostro gruppo è sensibilmente più forte del nemico. Ci siamo dunque ritrovati a sbuffare di fronte ad alcuni incontri casuali, in particolare quando abbiamo attraversato aree di basso livello nei lunghi spostamenti tra un capitolo e l'altro, indotti dall'assenza di un sistema di viaggio rapido che avremmo davvero gradito.

Di fronte a una storia sottotono e un gameplay divertente ma certamente non perfetto, Octopath Traveler sembrerebbe essere un gioco destinato alla mediocrità. Non è così, perché di fronte a noi abbiamo uno stile grafico che - per quanto per palati sottili - è straordinario. La pixel art di questo gioco è molto curata, e in generale ogni ambiente sembra essere realizzato con amore e dovizia di dettagli. L'effetto di vignettatura imposto di default dagli sviluppatori (e deselezionabile) immerge il tutto in un'atmosfera quasi onirica, che ci ha portato alla mente le nostre prime ore in compagnia di giochi ormai entrati nel mito, come l'indimenticato Chrono Trigger. La colonna sonora, poi, è eccezionale: non ci vorranno che pochi minuti per farvi catturare dalle eccellenti melodie di questo gioco, composte dal trentatreenne Yasunori Nishiki, già autore delle musiche di alcuni titoli Konami pressoché sconosciuti ma che con questo gioco ha firmato un autentico capolavoro.

Octopath Traveler
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Octopath Traveler è un gioco che non può lasciare indifferenti. Alcuni ameranno alla follia lo stile grafico e ritroveranno le emozioni di un tempo con il suo gameplay, mentre altri non riusciranno a soprassedere al fatto che la storia - pilastro portante dei giochi di ruolo - sia qui spezzettata e poco incisiva, e di certo non aiutata dalla presenza di personaggi le cui relazioni non vengono mai esplorate. È assai difficile valutare un gioco come questo con un punteggio numerico che possa mettere d'accordo tutti: molto dipende dalla vostra capacità di apprezzare i punti di forza di questo gioco e ignorare le sue debolezze, o viceversa. In generale, confessiamo di avere progressivamente ridotto il nostro entusiasmo in Octopath Traveler mano a mano che ci siamo addentrati nell'avventura, fino ad uscirne con un'opinione decisamente ridimensionata rispetto alle prime ore di gioco. Un'opinione comunque positiva, ma di certo non stellare come avevamo davvero sperato.

07 Gamereactor Italia
7 / 10
+
Stile grafico eccellente; musiche straordinarie; sistema di combattimento ragionato
-
Otto storie che non si intrecciano mai; lunghe sessioni di grinding; alla lunga noioso
overall score
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