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Past Cure

Past Cure

Una trama interessante riesce mantenere viva abbastanza la vostra attenzione in un gioco che ha troppi problemi in partenza?

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Per un titolo indie creato da un team di appena otto persone, Past Cure è certamente ambizioso. Si sforza di offrire un'esperienza cinematografica in linea con quella di grandi classici come Fight Club e Inception, ma anche di mixare diversi stili di gameplay. Past Cure è la prima release degli sviluppatori tedeschi Phantom 8 Studios e ha recentemente assistito ad un lancio su tutte le principali piattaforme (eccetto Switch), ma riesce a soddisfare le alte ambizioni dei suoi creatori?

Vestite i panni di Ian, un ex-soldato che è perseguitato da incubi e allucinazioni dopo essere stato trattato da cavia in Siria. Gli ultimi tre anni della memoria di Ian sono confusi e fa ricorso a pillole blu offerte da una misteriosa organizzazione per tenere a bada la sua sanità mentale. Dal momento che la sua salute mentale si sta deteriorando, Ian vuole disperatamente scoprire cosa gli sia successo e vendicarsi dei suoi aguzzini. La trama ci ha trascinato in una rete di intrighi e volevamo scoprire disperatamente quale fosse il significato che si celasse dietro gli incubi di Ian. Il problema principale, tuttavia, è che il doppiaggio è legnoso e non permette di dare spessore a personaggi come Ian e suo fratello Marcus.

Prima di approfondire il gameplay, vale forse la pena affrontare il difetto principale di Past Cure, ossia la sua mancanza di identità. Le ambizioni di Past Cure sono incredibili e flirtano pesantemente con elementi tipici dell'horror/psicologico, l'action in terza persona e la risoluzione di enigmi, ma non c'è un filo che lega insieme tutti questi aspetti. Il problema non è solo la mancanza di direzione, ognuno di questi stili è sciatto al momento della sua esecuzione (ci arriveremo più tardi). Forse nel corso di una storia molto più lunga ci sarebbe stato ampio spazio per giocare con stili diversi, ma nella fugace campagna di appena sei ore vista in Past Cure risulta solo terribilmente confuso.

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Il terzo capitolo - Past Secrets - è stato forse quello con l'opening più forte. Intrappolato in uno dei vostri incubi, una statuetta di porcellana vi fissa con aria assente, una pistola in mano mentre siede dietro una scacchiera. Dopo esservela svignata e aver trovato un pezzo mancante degli scacchi (il re), tornate alla scacchiera per scoprire che tutti i pezzi sono a loro posto. Rifiutandosi di giocare, Ian lancia il re per terra e viene lasciato ad ansimare disperatamente. Sembra che il vostro rifiuto e le eventuali mosse false vi provochino danni. Questo concetto viene però abbandonato velocoemente e vi troverete a risolvere alcuni noiosi enigmi con i vostri poteri (c'è anche una parte in cui dovete attraversare un labirinto per attivare gli interruttori).

Past Cure

Come abbiamo accennato brevemente, Ian ha dei poteri che sono il risultato degli esperimenti condotti su di lui. Ne ha solo due: proiezione astrale e manipolazione del tempo. L'abilità della proiezione astrale ci ha ricordato Watch Dogs, in quanto può essere utilizzata per disattivare le telecamere di sicurezza e perlustrare l'area davanti ai nemici. La manipolazione del tempo può essere utile per infliggere quegli ingannevoli colpi alla testa e aggirarsi dietro gli angoli con un rischio minore. Se questi poteri vengono utilizzati senza prendere pillole blu, Ian inizierà a perdere la sua sanità mentale e lo schermo sfocherà la vostra attenzione. Questa meccanica ci è piaciuta in quanto ci impedisce di sfruttare le abilità e di esplorare la dipendenza di Ian dalle droghe del mercato nero.

Nei suoi segmenti più movimentati, Past Cure appare particolarmente mediocre. Il quarto capitolo è il peggiore esempio in questo senso e passate gran parte di questo a strisciare attraverso le prese d'aria e sparare agli stessi blandi nemici in un ciclo infinito di parcheggi. La componente shooting qui appare imprecisa e non c'è possibilità di scattare dietro una copertura come accade in Gears of War, ad esempio. Ci sono anche questi ragazzi suicidi in camicie bianche che si affrettano verso di voi e cercano di fare una mossa di karate prima ancora di sussultare. Lo stealth non va molto meglio rispetto allo shooting e, dato che non potete nascondervi dietro una copertura, dovrete restare all'aria aperta e non vi sentirete mai davvero al sicuro. A volte lo stealth non sembra nemmeno un'opzione, dato che alcune guardie guarderanno con insistenza nella vostra direzione.

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Past Cure opta per uno stile cinematografico grintoso che per la maggior parte del tempo è impressionante, se si considera il modesto team dietro. A volte è quasi al limite della qualità AAA, in particolare nelle sequenze più oscure da incubo, ma ci sono alcune imperfezioni notevoli. Le animazioni per le uccisioni furtive sono ridicolmente orrende e la maggior parte degli NPC ha lo stesso aspetto e soffre di un pessimo design facciale. Il problema più grande, tuttavia, riguarda il level design. Molti ambienti mancano di dettagli e riutilizzano le risorse in tutto, dandovi un fastidioso senso di déjà vu. "Sono stato qui prima?" probabilmente vi chiederete nel Capitolo 6 mentre attraversate la hall di un altro hotel con lo stesso arredamento.

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C'è un totale di sette capitoli e per completarli occorrono circa sei ore. Anche se c'è la possibilità di rivisitare capitoli precedenti, non c'è praticamente alcun incentivo a tornare, oltre a sbloccare tutti i trofei (o achievement) e trovare alcuni oggetti da collezione inutili. Non c'è nemmeno la possibilità di usare il gameplay in modo differente: si segue lo stesso percorso lineare e c'è poco da fare nel rendere l'esperienza fresca in un secondo momento. Una volta che i titoli di coda inizieranno a scorrere in Past Cure, proverete una grande delusione nei confronti del suo prezzo.

Schiacciato sotto il peso di troppe idee mal realizzate, Past Cure fa fatica a mantenere una propria identità. La sua storia in sette capitoli è un bizzarro mashup tra horror psicologico, action in terza persona e risoluzione di enigmi, ma non c'è nessun tipo di filo conduttore che lega tutto insieme. Lo shooting è impreciso e il design ambientale ripetuto evoca un inquietante senso di déjà vu. Abbiamo trovato l'idea sottesa a Past Cure intrigante e alcune delle sequenze oniriche ci hanno regalato momenti eccezionali, ma queste non riescano a tenere troppo in piedi il progetto. Se l'idea vi intriga, vi consigliamo di avvicinarvi con cautela o, meglio ancora, vi consigliamo di attendere un calo di prezzo.

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04 Gamereactor Italia
4 / 10
+
La trama è affascinante; la sua grafica è impressionante per la maggior parte del tempo, se si considera che è il frutto del lavoro di 8 persone.
-
È un insieme di troppe idee di gameplay superficiali; Le sue sezioni shooting e stealth sono mediocri e il doppiaggio è debole.
overall score
Questo è il voto del nostro network. E il tuo qual è? Il voto del network è la media dei voti di tutti i Paesi

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RECENSIONE. Scritto da Kieran Harris

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