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Game of Thrones

Game of Thrones

Game of Thrones è diventato un videogioco. Nonostante nei giochi tratti dalle opere letterarie e televisive ci si aspetti ben poco, questo titolo ci ha davvero sorpresi.

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C'è un'equazione nel mondo dei videogiochi: tie-in = porcheria. Ovvero, ogni gioco tratto da una serie famosa - sia essa cinematografica, televisiva o letteraria - è sempre un pessimo videogame. Esistono però le eccezioni, e Game of Thrones è una di queste.

Facciamo un passo indietro: prima che esplodesse il fenomeno Game of Thrones grazie alla fortunata serie televisiva, il franchise era legato a una serie di libri scritti da George R.R. Martin. La saga era apprezzata da un enorme numero di lettori, ma il pubblico di massa non la conosceva ancora. È in questo scenario che Focus Home acquisì i diritti per realizzare un videogioco basato sul franchise. Una scelta che, per certi versi, si rivelò un'arma a doppio taglio per il produttore francese.

Pochi mesi dopo, infatti, la HBO realizzò la serie televisiva che tutti conosciamo. Iniziò la "Game of Thrones Mania": tutti ne parlavano, tutti lo volevano vedere, i protagonisti della serie sono diventati una meme più popolare della freccia nel ginocchio di Skyrim. Focus, dunque, si ritrovò fra le mani una gallina dalle uova d'oro, ma si mise nei guai: una realizzazione mediocre, a basso budget, avrebbe compromesso tutti gli sforzi lungimiranti degli anni precedenti.

Ora che il videogioco di Game of Thrones è arrivato, possiamo trarre un sospiro di sollievo: Game of Thrones è un buon gioco.

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Non essendo una conversione in pixel dei libri o della serie televisiva, gli autori hanno potuto sbizzarrirsi nel creare una storia parzialmente slegata dalla saga principale. Questo ha permesso di evitare gli inevitabili paragoni con la serie e i buchi neri nella trama. Al contempo, però, si nota l'assenza di una scrittura forte in questa sceneggiatura originale: i dialoghi sono lunghi, spesso noiosi, e la trama si perde spesso in inutili digressioni. Eppure, se si ignorano gli orpelli narrativi inseriti, la trama è semplice.

Quello che non è semplice, è l'intreccio. Ovvero, il modo in cui i fatti vengono raccontati. Poiché il gioco ci consente di seguire le vicende di più protagonisti, le loro storie vengono spesso intrecciate, e ci ritroviamo a compiere dei repentini cambi di tempo e di luogo. Si tratta di un aspetto positivo per il gioco, in quanto la ripetitività del gameplay viene allontanata. Al contempo, però, è necessario prestare più attenzione al fine di non perdersi tra le trame primarie e secondarie di ogni vicenda.

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Riguardo al gameplay, gli sviluppatori di Cyanide Studios hanno optato per una curiosa soluzione vecchio stile. Il gioco è un action RPG con un curioso sistema di combattimento che, per certi versi, ci ricorda quello di Neverwinter Nights. Il giocatore può combattere dando al proprio personaggio una serie di azioni da compiere. Ad esempio, è possibile chiedere al protagonista di colpire un primo nemico con un colpo normale, per poi colpirlo con un colpo speciale e passare infine a un secondo nemico.

Le abilità si attivano premendo un pulsante, che porta il gioco in modalità slow-motion e ci consente di selezionare le nostre strategie con calma. Si tratta di una scelta coreografica, ma anche funzionale. Purtroppo gli slot per l'assegnazione delle abilità sono solo tre, il che ci obbliga ad attivare la modalità slow-motion parecchie volte, anche durante i combattimenti più semplici.

A rendere più complicate le cose (ma anche più profonde), gli sviluppatori concedono al giocatore la possibilità di controllare più personaggi oltre al protagonista di ogni storia. Possiamo dunque mettere in scena tattiche molto complesse ed estremamente appaganti.

La scelta delle tattiche si basa principalmente sullo studio degli avversari. Ogni nemico è dotato di una barra di energia, alla quale è associata un'icona. Questa icona identifica il tipo di forza dell'avversario e l'armatura che indossa. Un'armatura a cotta di maglia, ad esempio, richiede un'arma perforante. Un'armatura pesante richiede un'arma da impatto, e così via. In altre parole, Game of Thrones compie un lavoro eccellente nel lasciare al giocatore la possibilità di affrontare i nemici nella maniera più intelligente.

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Purtroppo, però, non è tutto perfetto. Il sistema di menù, ad esempio, è eccessivamente complesso. Si passa un sacco di tempo all'interno dei menù per equipaggiare le armi, e sono disponibili solo due preset. Il gioco, inoltre, fa uso di tre menù separati per le armi, le armature e le pozioni curative: una complessità eccessiva, che risulta quasi spiazzante.

Anche il sistema di leveling del personaggio è fin troppo complesso. Oltre alle consuete abilità (forza, agilità, robustezza, eccetera), il giocatore può attivare due diversi alberi delle abilità. A questo si aggiunge un sistema di creazione del personaggio che ci obbliga a selezionare vantaggi e svantaggi all'inizio del gioco, senza possibilità di modificarli. Un vero disastro per chi si approccia al gioco per la prima volta.

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La realizzazione tecnica è fatta di alti e bassi. La grafica è più che decente (abbiamo testato la versione PC), in particolare durante le cutscene, ma i modelli dei nemici e gli ambienti sono un po' troppo ripetitivi. Ottime le musiche, accompagnate da un doppiaggio in cui si nota molto la differenza tra i personaggi principali (ottimi) e quelli secondari (pessimi).

Eppure, Cyanide e Focus Home Interactive hanno compiuto un lavoro davvero buono in Game of Thrones. Il gioco non riesce a raggiungere la qualità immacolata delle grandissime produzioni, ma si nota uno sforzo ben sopra la media. Nel complesso, questo titolo è divertente e longevo e merita certamente di essere giocato.

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08 Gamereactor Italia
8 / 10
+
Sistema di combattimento "vecchio stile", ottime tattiche, buona musica
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Dialoghi un po' prolissi, menù troppo complessi
overall score
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RECENSIONE. Scritto da Lorenzo Mosna

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