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Dishonored 2

Dishonored 2

"E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli".

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C'era grande attesa attorno a Dishonored 2. Sin dal suo primo annuncio - avvenuto non esattamente a sorpresa durante la conferenza E3 2015, in quanto preceduto da una marea di leak nei giorni appena precedenti all'evento - il nuovo titolo di Arkane Studios ha catturato la nostra attenzione per le tante novità che avrebbe portato con sé. Rispetto al suo illustre predecessore - che abbiamo profondamente amato a suo tempo nel 2012 e nella sua versione remaster del 2015 che è stato un gradito antipasto nell'attesa - questo sequel, infatti, offre la straordinaria opportunità di scegliere se giocare l'intera avventura nei panni di Corvo Attano, già protagonista del primo gioco, oppure nei panni di sua figlia, l'Imperatrice Emily Kaldwin, oramai cresciuta e diventata una letale macchina da guerra, esattamente come suo padre.

Ma questa scelta non si limita ad una semplice questione "estetica": l'esperienza dualistica messa a punto dagli Arkane, infatti, si riflette in stili di gioco completamente differenti per ciascun personaggio e, di conseguenza, in due playthrough molto diversi tra loro, un aspetto che permette di esplorare la medesima storia attraverso due punti di vista e modus operandi differenti.
Ma questo è solo un assaggio delle novità incredibili che Dishonored 2 porta con sé. Dopo le nostre lunghe ore trascorse per le strade di Karnaca alla ricerca della nostra vendetta, siamo finalmente pronti a pronunciare il nostro verdetto, ancora carichi di adrenalina per la grande esperienza che quest'avventura dal retrogusto steampunk porta con sé. E, ovviamente, vi raccontiamo tutti i dettagli.

Dishonored 2
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Sono trascorsi quindici anni dagli avvenimenti che hanno travolto Dunwall, a seguito della morte dell'Imperatrice Jessamine Kaldwin. Grazie al contributo della Guardia Imperiale Corvo Attano, l'erede al trono, Emily, oramai divenuta una donna, ha preso il posto di sua madre alla guida delle sue terre, ma una nuova minaccia si prepara a portare nuovamente il caos nell'Impero. A seguito di un colpo di Stato, ordito dalla malvagia strega Delilah e dai suoi alleati - tra cui spicca il duca di Serkonos, Luca Abele - il giocatore si trova ad affrontare la prima importante scelta all'interno dell'esperienza: vivere l'avventura nei panni del più navigato Corvo oppure prediligere la sua giovane, ma determinata figlia Emily? Per il nostro primo playthrough, ovviamente, non potevamo che optare per la seconda, dal momento che eravamo molto curiosi di scoprire le grandi novità che questo personaggio porta con sé.

Sebbene in termini narrativi o di ambientazione questa scelta non influisce in alcun modo in ciò che il giocatore vivrà e vedrà all'interno del gioco, l'approccio e lo stile di gioco offerti dai due diversi personaggi è senza dubbio differente. Come vi anticipavamo, nel nostro caso abbiamo scelto di giocare nei panni di Emily, che si è rivelato un personaggio agile, intrigante e altrettanto profondo come lo era stato a suo tempo il buon Corvo, anche se più aggressiva. A proposito di scelte, ad apportare un'altra grande differenza in termini di gameplay è la scelta che il giocatore deve effettuare nei confronti del marchio dell'Esterno: accedendo all'Oblio, infatti, il giocatore potrà scegliere se essere dunque marchiato o meno e accedere ad una serie di poteri sovrannaturali (dalla Traslazione alla Possessione, in base al personaggio scelto), che senza dubbio rendono la sua vita di gran lunga più semplice rispetto al basarsi esclusivamente sulle forze "umane" del personaggio. Perché, è bene precisarlo sin da subito, nel caso siete nuovi alla serie: Dishonored 2 non è esattamente un'esperienza facile, ma anzi mette costantemente alla prova il giocatore anche ai livelli di difficoltà più elementari. E a nostro avviso, questo è senza dubbio uno dei suoi punti a favore più interessanti.

Il fattore "scelta" passa anche attraverso lo stile di gioco che si predilige, che influirà sul livello di Caos che il giocatore comporterà all'interno del mondo di gioco. Nato come titolo prettamente stealth, la serie Dishonored dà ovviamente il suo meglio se giocato con un approccio più cauto, tranquillo, accorto. Soffocare una guardia e nascondere il suo corpo incosciente in un angolino della mappa, lontano da occhi indiscreti, permette infatti al giocatore di mantenere basso il livello di Caos, un aspetto che si rifletterà in un passare maggiormente inosservati da parte delle Guardie Reali e portare meno scompiglio per le strade della città e tra i suoi abitanti. Nel nostro caso specifico, dal momento che non siamo esattamente giocatori pazienti, abbiamo prediletto uno stile di gioco maggiormente irruento, che si è riflettuto, com'era lecito aspettarsi, in ondate senza sosta di guardie pronte a farci la pelle e in cittadini spaventati al nostro passaggio, pronti a dare l'allarme e a chiamare l'esercito per rimetterci in riga.

Sebbene questo, di fatto, aumenti drasticamente il livello di difficoltà del gioco, ne siamo usciti totalmente appagati, anche perché dalla nostra potevamo contare sulla grande libertà di movimento offerta dal mondo di gioco, un aspetto che ci ha permesso al tempo stesso di essere particolarmente creativi nel nostro modo di approcciarci ai diversi obiettivi che ci riserva ogni missione del gioco. A contribuire alla nostra creatività vi è senza dubbio la possibilità di aggiornare sia il nostro equipaggiamento - che va dalle pistole a mine di vario tipo e bombe a mano, passando per la nostra arma preferita, la balestra, e i suoi numerosi e variegati dardi - sia i nostri poteri soprannaturali, azione per questi ultimi possibile attraverso il reperimento di rune e amuleti d'osso (questi ultimi fondamentali per migliorare le nostre abilità fisiche) che troveremo a bizzeffe disseminati per i vicoli, nelle strade e all'interno delle abitazioni. O anche semplicemente acquistandoli dal Mercato Nero, con la necessità, però, di avere abbastanza monete per procedere all'acquisto.

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Il nostro riferimento alla ricerca di amuleti e rune ci dà il "la" per parlare di un altro aspetto eccezionale di Dishonored 2, ossia la vastità del suo mondo di gioco e della grande libertà che esso porta con sé. Rispetto alla più soffocante e cupa Dunwall vista nel primo gioco, in questo sequel ci troviamo ad esplorare luoghi intriganti e unici, come l'enigmatica Villa Meccania di Kirin Jindosh (creatore dei pericolosissimi meccanosoldati), oppure la più luminosa e dalle fattezze quasi mediterranee Karnaca, ciascuno ricolmo di oggetti da collezionare, come messaggi audio, libri, quotidiani e diari che ci permettono di scavare a fondo non solo nella vita e nelle vicende dell'Impero, ma anche nelle storie di background che caratterizzano i vari personaggi. Tutti questi aspetti - uniti ad un sistema di gameplay altrettanto profondo e da infinite possibilità creative che permettono al giocatore di plasmare il gioco a propria immagine e somiglianza - permettono di ampliare a dismisura l'esperienza offerta da Dishonored 2 che, rispetto al suo predecessore, si fa portavoce di un cambiamento siderale, ma al contempo senza snaturare eccessivamente l'esperienza che ci aveva fatto amare tantissimo il primo capitolo.

Altro aspetto importante che contribuisce a rendere questo titolo di grande impatto è senza dubbio il suo stile artistico e la sua colonna sonora. Quanto tempo abbiamo trascorso, sebbene accovacciati dietro una copertura, ad ammirare le gigantesche stanze traboccanti di oro e opere d'arte dei Giardini di Cyria, che si contrappongono in modo netto al degrado e alla povertà dei vicoli e delle abitazioni della periferia, che costituiscono un mondo eterogeneo ma al contempo pulsante. Inoltre, il tocco steampunk che permea l'intera esperienza, che trasuda attraverso macchinari giganteschi ma al contempo eleganti e da un'atmosfera oscura, aggiunge ulteriore suggestione ad un mondo che sembra letteralmente uscito da un romanzo di genere, e di cui rispetta perfettamente i suoi canoni. Altrettanto possiamo dire della colonna sonora, che contribuisce in modo eccellente a creare la giusta atmosfera che ci accompagna fino alla fine del nostro playthrough, e che senza dubbio è una delle migliori che ci hanno deliziato quest'anno, permeando l'intera esperienza in modo sublime.

Dishonored 2

Sebbene sia evidente che siamo rimasti particolarmente elettrizzati dalle nostre ore di gioco in compagnia di Dishonored 2, l'unico aspetto che ha un po' spento, ma senza particolari conseguenze, il nostro entusiasmo sono alcuni difetti che abbiamo rintracciato nel gioco. Sotto il cofano di Dishonored 2, infatti, pulsa il Void Engine e, inoltre, grazie alla collaborazione tra Arkane Studios e Bethesda, lo studio ha potuto "smanettare" con l'id Tech 5 modificandolo in modo drastico, proprio per poter personalizzare al massimo il codice (del cui originale è rimasto appena il 20%). Grazie alle modifiche apportate al motore e al codice, Arkane ha infatti lavorato in modo ottimale sulla luce e su effetti come ad esempio subsurface scattering, aspetti fondamentali in un gioco come Dishonored 2 dove l'uso della luce e il contrasto con l'ombra funge da elemento primario per creare perfettamente quell'atmosfera steampunk a cui ambisce.

Tuttavia, almeno nella versione PlayStation 4 standard a cui abbiamo giocato, il gioco ha riscontrato alcuni problemi non esattamente piccoli: durante alcune cutscene abbiamo notato bruschi cali di framerate, e mentre esploravamo il mondo di gioco non è stato raro imbattersi in qualche fastidioso pop-in e in qualche caso di compenetrazione poligonale, soprattutto durante le sequenze di combattimento più concitate. A questo, si unisce anche un'IA non particolarmente brillante e non particolarmente avvincente se si parla dei "boss" di fine capitolo, che - se affrontati in modalità letale - non sono caratterizzati da una difficoltà insormontabile. Nulla di grave, sia chiaro, ma probabilmente ci saremmo aspettati un po' più di attenzione in questa versione, visto anche il suo approdo su PlayStation 4 Pro (che tuttavia, in questa fase, non abbiamo potuto provare).

Intrigante, squisitamente violento, profondo. Dishonored 2 si è rivelato un degno successore del titolo del 2012, apportando ad una formula già perfettamente consolidata e ben funzionante qualche nuova interessante aggiunta, che ne hanno aumentato a dismisura il suo grandissimo e già evidente potenziale. Grazie alla possibilità di scelta offerta costantemente da Arkane - che non si limita esclusivamente al personaggio principale con cui affrontare l'avventura - Dishonored 2 è un prodotto di grande longevità, che offre totale libertà in termini di approccio e di creatività al giocatore, rendendo ciascuna esperienza davvero unica e spettacolare. Nonostante alcuni problemi tecnici non esattamente irrisori, il nuovo titolo di Arkane Studios ci ha letteralmente conquistati e non possiamo fare altro che consigliarlo caldamente.

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09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
Un mondo di gioco deliziosamente dettagliato; Atmosfera suggestiva; Trama intrigante; Gamplay profondo; Grande rigiocabilità.
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Alcuni problemi tecnici come pop-in e cali di frame-rate; IA non particolarmente brillante.
overall score
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