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Gears of War 3

Gears of War 3

Giungiamo alla conclusione di una delle trilogie più importanti di questa generazione: Gears of War arriva al suo terzo capitolo e Epic Games celebra l'ennesimo capolavoro.

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Quando si chiude una trilogia, ci sono regole non scritte. Ci sono inoltre aspettative non scritte, anche senza i cinque mesi di sviluppo aggiuntivo che utilizzati da Epic. Una scelta che, volente o nolente, ci mette alla spasmodica caccia dei più piccoli bug, glitch o passi falsi, una sorta di ricerca del pelo nell'uovo comune solo alle produzioni di prim'ordine, qualcosa che ci faccia dire che Gears of War 3 non è perfetto. In effetti, il gioco è la conclusione appropriata di una serie che ha definito questa generazione targata Xbox, e non c'è nulla che ci faccia pensare il contrario

Per quelli con il fiato sospeso in attesa che il gioco fallisca sotto qualche aspetto, mettetevi il cuore in pace: il gioco non è un fallimento. Per coloro che sperano in una qualsivoglia innovazione: non ce ne sono. Il terzo Gears of War non ha intenzione di convincere gli scettici, benché questi si perderanno parecchio divertimento su Xbox Live nei prossimi mesi. Chi odia la serie continuerà ad odiarla, anche se troveranno parecchie difficoltà nel individuare punti negativi, dato che in un periodo in cui le campagne single player sono sempre più brevi, Epic è riuscita a infarcire una campagna della durata di oltre dodici ore.

A prima vista, sì, è ancora lo stesso gioco. Eppure, ciò che ci viene fornito riesce a divertire maledettamente bene. A uno sguardo più attento, il gioco si dimostra completo, derivante da un ciclo di sviluppo che ha dato i suoi frutti e ha fatto tesoro delle lezioni del passato, offrendo ai giocatori un robusto set di modalità destinate a durare nel tempo. La modalità Orda è stata irrobustita fino a diventare una sorta di gioco a sé stante. La modalità Bestia è chiassosa e meravigliosamente approssimativa. I Deathmatch sono abbastanza solidi da lasciare l'imbarazzo della scelta. La campagna principale è positivamente sconcertante, include una manciata di punti di svolta fenomenali, e beneficia della modalità cooperativa a quattro giocatori. Eppure, le aspettative erano così alte che non ci saremmo aspettati nulla di meno.

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Il gioco vacilla solo nel suo ritmo inesorabile, anche se questo è un problema limitato solo alla campagna principale. C'è poco spazio per respirare o per momenti introspettivi tra le varie sparatorie, tra un ambiente e l'altro. Il ritmo è quello tipico della serie, anche se i predecessori del gioco senza dubbio avevano un ritmo migliore, un prezzo da pagare a causa del continuo crescendo della serie. Epic ha alzato la posta in gioco, se non altro perché lo studio di sviluppo dà per scontato la nostra conoscenza della serie, ma a scapito dell'impatto iniziale. Ci sono alcune novità e remix di glorie del passato, ma non sussiste più il fattore sorpresa dei primi due giochi; e mentre ci sono momenti da palcoscenico, pochi riescono a fare meglio dei titoli del passato. Ovvero: mancano alcune vere novità e una modalità che le possa esaltare.

Ma dove Epic ci sorprende di più si riscontra nel modo in cui si umanizza Gears of War. Il gioco dà al conflitto un senso che prima mancava, un senso dello spazio. Il nostro campo di battaglia non è più vuoto, pur restando desolato. Si può passeggiare per insediamenti popolati da NPC, si attraversano negozi saccheggiati, si sparge sangue all'ombra di uno stadio. La fantascienza è fondata su qualcosa che possiamo identificare, associare. Permette anche di trasformare una trama secondaria in una sorta di barzelletta. I COG portano sfiga: ovunque vanno la morte li segue.

Lo studio riesce anche ad andare al di sotto della superficie dei nostri pompatissimi protagonisti grazie al doppiaggio e all'animazione del viso in determinati momenti. È fuori dubbio che i personaggi siano poco profondi, come sempre - insulti e testosterone a iosa - ed è solo grazie a cinque anni di familiarità con la serie che riusciamo a soprassedere. Eppure Gears non ha mai affermato di essere un titolo drammaturgico, e la finezza della serie è leggera tanto quanto un elefante in una fabbrica di cristalli.

Il gioco utilizza bene il crescente numero di separazioni tra i vari membri della squadra, e i personaggi secondari ormai sono diventati delle vecchie conoscenze - hanno guadagnato la loro profondità nelle due campagne precedenti, mentre i nuovi membri femminili si integrano davvero bene, benché la metà delle loro battute sia costituita da una sola frase.

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Dato che il gioco vuole esaurire una trilogia, ci sono parecchi momenti di chiusura, anche se nel tipico stile Gears; la storia è servita come sfondo all'azione, e spesso risulta difficile spiegare perché ci troviamo in un determinato luogo. L'approccio migliore è quello di non farsi troppe domande e pensare di più a sopravvivere.

C'è poca differenza nell'approccio tattico alla battaglia: copriti, spara, avanza o ritirati, resuscita e ripeti. Come abbiamo detto, pur essendo a volte esagerata - certamente non aiutata da una colonna sonora che perde ogni raffinatezza a causa delle frequenti urla ed esplosioni - la battaglia non è mai noiosa. Segare in due un nemico per l'ennesima volta è più piacevole che mai.

I fanatici delle armi sapranno già delle caratteristiche del gioco. Il fucile a canne mozze è ancora un arma per maniaci suicidi, che richiede un colpo perfetto a bruciapelo e un tempo di ricarica lungo. Si trova più raramente rispetto al fucile Gnasher, ma vale la pena prenderlo, se non altro per capire quali siano i nemici che non ci uccidono in un solo colpo. Il Retro Lancer ritorna per mostrarci le sue doti di arma da mischia - difficilissimo da utilizzare dato il lungo tempo di pressione del tasto per attivare la motosega. Quindi ci sono alcune novità, tra cui il Vulcan, un massiccio cannone controllato da due giocatori, che Epic ha preso in prestito dall'Ol'Painless di Predator. Una vera pioggia di fuoco che, grazie alla necessità di un secondo giocatore, aggiunge un bel po' di strategia alla consueta distruzione.

Abbiamo giocato alla campagna sia in giocatore singolo che in co-op; l'intelligenza artificiale degli NPC di squadra è competente, ma affiancare gli squadroni nemici o coprire un paio di compagni da un terreno più alto nei momenti in cui ci si trova su due percorsi divisi aggiunge un ulteriore livello di godimento all'esperienza, e dà vita ad alcuni atti eroici per salvare i compagni feriti. La difficoltà Folle deve prima essere sbloccata, ma la modalità Hardcore - che Epic ha dichiarato essere dedicata ai giocatori esperti di Gears - ha offerto una sfida abbastanza buona, anche se uno o due momenti davvero difficili hanno ridotto il nostro divertimento per qualche tempo.

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La modalità Orda è stata al centro di molte anteprime nel corso dell'ultimo anno, e se ne è sempre parlato bene. Occorre accumulare denaro per acquistare attrezzare e potenziare le difese attraverso una mappa tattica - dando luogo a qualche probabile litigio fra i giocatori - in un gioco che mira più che mai alla sopravvivenza. Ora vi è un obiettivo per tutti, mentre la forza nemica continua ad aumentare. Per coloro che trovano le arene deathmatch troppo scoraggianti - anche con l'inclusione di ambienti informarli - la modalità Orda vi consentirà di trascorrere molto tempo on-line. Benché reinventata, è forte come prima.

Sarebbe stato facile per la modalità Bestia diventare una sorta di versione speculare della modalità Orda, ma trasformarla in una modalità a tempo con dodici ondate si è rivelata una mossa vincente. Un gioco in cui uccidere il più velocemente possibile controllando un enorme numero di locuste è l'obiettivo principale, potrebbe trasformarsi presto in un vero e proprio caos. Ma in realtà il gioco si trasforma subito in una sorta di controparte alla perfezione tattica richiesta in Orda.

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A questo punto vi chiederete: Gears of War 3 rappresenta il gioco più rappresentativo del franchise? Sicuramente è il più completo. Server dedicati a parte, una questione che non potremo verificare con mano fino al giorno del lancio, c'è ben poco di cui lamentarsi. Il gioco non è certo privo contenuti: premi, distintivi e medaglie attendono coloro che saranno in grado di eccellere sul campo di battaglia, accumulando punti esperienza.

Se siete alla ricerca di un titolo che vi possa intrattenere per parecchio tempo, Gears of War 3 è una buona scelta. Godrete di una campagna lunga e di elementi di gioco da condividere con qualche amico in locale, mentre le modalità online hanno caratteristiche sufficientemente profonde da tenervi incollati allo schermo. Un gioco con alcuni spunti sociali, un titolo denso di elementi che vi divertirà per tutto l'inverno e oltre.

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09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
Ottima conclusione della trilogia, multiplayer piacevole, modalità cooperativa assuefante
-
Nessuna vera novità, alcuni momenti troppo difficili, la storia è ancora poco importante
overall score
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RECENSIONE. Scritto da Gillen McAllister

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