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Railway Empire

Railway Empire

Una risposta alle richieste dei fan di Railroad Tycoon 3.

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Circa quindici anni fa usciva nei negozi Railroad Tycoon 3, l'apice dei gestionali dedicati al mondo delle ferrovie a vapore firmati Sid Meier. Il gioco era divertente, complesso quanto basta, tecnicamente ben realizzato e con una campagna che, verso le sue battute finali, ci spingeva verso l'impresa di collegare gli Stati Uniti dall'oceano Atlantico al Pacifico. Il buon Sid ci riprovò alcuni anni dopo con Sid Meier's Railroads!, fallendo miseramente: il genere tycoon stava subendo una profonda crisi, certo, ma il gioco semplicemente non riusciva ad incarnare lo spirito del proprio predecessore. Questo perché Railroads! era un gioco troppo focalizzato sull'economia e troppo poco sulla costruzione di un'efficiente e capillare rete di binari. E, alla fine dei conti, il bello dei gestionali è anche costruire.

Così, sono passati alcuni anni di silenzio, fino a quando sul mercato non è apparsa la promettente beta di Railway Empire, titolo prodotto dai Kalypso e sviluppato dagli stessi di Patrician IV. Da qualche giorno il gioco è disponibile in versione definitiva, con risultati sorprendenti: già dalle prime battute chiunque si accorge che c'è più Sid Meier in questo gioco che nello stesso Railroads! che porta il nome del mitico creatore della serie Tycoon. E scusate se è poco.

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Il gioco è ambientato nella corsa alle ferrovie che ha segnato la storia americana a cavallo tra la metà del diciannovesimo secolo e gli inizi del ventesimo. È l'era dei treni a vapore, degli intrepidi pionieri che posano binari per conquistare il west e che, allo stesso tempo, si arricchiscono diventando dei veri magnati e dando origine a quello che passerà alla storia come l'American Dream. Il gioco, dunque, si divide in scenari che riproducono alcune parti degli Stati Uniti d'America. Non vi è, dunque, un'unica grande mappa che permetta di creare una linea ferroviaria tra i due oceani, ma aree decisamente più ristrette in cui si trovano le più significative città. Ognuna di esse ha le sue esigenze di importazione ed esportazione, e il giocatore può cambiare l'ecosistema semplicemente cercando di soddisfare le richieste di ogni luogo ove egli vi costruisce una stazione. Così, la città di Atlanta, produttrice di birra, necessita di orzo, mentre le città texane necessitano di bestiame per mantenere la fiorente industria della carne. Il giocatore, quindi, è spinto a creare collegamenti non solo fra le città, ma anche fra le numerose fattorie e industrie che la circondano al fine di costruire una complessa rete di treni merci, spesso molto remunerativi.

Qui si nota un primo punto negativo: Railway Empire non fa alcuna distinzione tra le stazioni per i passeggeri e i semplici scali merci, cosicché ci si ritrova a costruire stazioni in stile vittoriano nel bel mezzo del nulla. Si tratta, ovviamente, di una critica di natura estetica: ai fini del gioco uno scalo merci si comporta esattamente come una normale stazione cittadina. Tuttavia, è un peccato che non vi sia la possibilità di distinguere maggiormente le aree rurali da quelle industriali e cittadine.

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La posa dei binari è guidata, e anche qui troviamo alcuni punti critici. In molti casi, infatti, il gioco sembra prediligere dei percorsi piuttosto bizzarri, spesso su pendii impossibili o attraverso costosissimi tunnel che potrebbero essere evitati introducendo una piccola curva. Naturalmente, è possibile evitare il problema semplicemente posando i binari con cura, senza affidarsi troppo all'intelligenza artificiale. Riguardo alla posa dei binari, è molto interessante la meccanica che consente di creare scambi e binari paralleli per raddoppiare le proprie linee: a differenza di molti giochi manageriali dove l'allargamento delle strade si pratica semplicemente scegliendo una strada più larga da un menu di gioco, in Railway Empire il giocatore deve posare manualmente il binario parallelo, con la conseguente necessità di incastrarlo con gli altri binari nei punti corretti e di piazzare i corretti semafori che determinano le attese dei treni o il senso di marcia del binario.

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Questa meccanica presenta alcune problematiche: spesso i treni si mettono in attesa senza apparente motivo, e in alcuni casi non è chiaro come vengano decise le precedenze dall'intelligenza artificiale. In realtà, dietro un apparente caos c'è una logica precisa, che obbliga il giocatore a posare i binari con estrema attenzione al fine di non incappare in linee ferroviarie bloccate. Occorre, cioè, raddoppiare i binari nei punti corretti, lasciando spazi sufficienti per ospitare l'eventuale attesa di un convoglio molto lungo. Ci vuole pratica, insomma, ma dopo qualche ora di gioco ci si fa il callo.

Riguardo all'economia di gioco, essa si basa sia sul denaro guadagnato muovendo merci e passeggeri, sia attraverso l'acquisto e la gestione di industrie, sia attraverso il mercato azionario. Nessuna novità rispetto al vecchio Railroad Tycoon, in cui si trovavano le medesime meccaniche che in Railway Empire sono rimaste sostanzialmente immutate. Ciò che cambia, invece, è dato dall'albero delle abilità: mano a mano che trascorrono i mesi sulla mappa di gioco, infatti, il giocatore acquisisce dei punti da spendere in una sezione dedicata alla ricerca tecnologica. Così, nel corso degli anni si sbloccano nuovi treni e nuove innovazioni che modificano la remunerabilità dei treni, la loro velocità, la loro affidabilità, eccetera. Infine, ogni convoglio può essere dotato di un macchinista, un fuochista, un conducente e una guardia, che consentono di massimizzare le prestazioni e il profitto ma che, naturalmente, hanno un costo in forma di libro paga.

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La modalità campagna è divisa in una manciata di missioni che si esauriscono in poche ore di gioco. È evidente che Railway Empire fa uso della campagna come tutorial, dato che in modalità libera il gioco permette di mettere a dura prova le nostre capacità contro un'intelligenza artificiale piuttosto aggressiva, incline a scatenarci contro spie e sabotatori. In ogni caso la campagna è divertente, ed è un peccato che non sia stata ampliata ancora di più dagli sviluppatori. Railway Empire, in ogni caso, supporta i contenuti creati dagli utenti, e non escludiamo che nuove entusiasmanti missioni possano giungere proprio dalla community.

Da un punto di vista tecnico, il gioco funziona bene: le mappe non troppo grandi hanno permesso di rendere la performance del gioco molto buona, e in generale è stato fatto un buon lavoro nella realizzazione dei treni e nel rendere vive le città, con carrozze e passanti che si muovono fra le vie. Molto carina l'idea di consentire al giocatore di salire a bordo di una locomotiva in prima persona, e di vedere il gioco dagli occhi di un macchinista. Curioso, forse addirittura strano, il character design: un cartoon in stile "gioco freemium per cellulari" del tutto inaspettato, che fa a pugni con la grafica certamente più realistica che si ritrova in gioco.

Railway Empire non è un gioco perfetto, ma è la risposta alle richieste dei fan di Railroad Tycoon 3. Erano anni che non giungeva un gestionale dedicato ai treni a vapore così ben curato e ricco di contenuti. Di conseguenza, se avete amato i titoli di Sid Meyer, questo gioco non vi deluderà: iniziate a posare binari e a fare un po' di soldi con le vecchie ferrovie, vi divertirete un mondo.

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08 Gamereactor Italia
8 / 10
+
Campagna divertente; Intelligenza artificiale aggressiva
-
Qualche problema nella gestione dei binari; In alcuni frangenti è poco curato.
overall score
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