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The Elder Scrolls V: Skyrim

The Elder Scrolls V: Skyrim

The Elder Scrolls V: Skyrim, al di là di ogni ragionevole dubbio, è il gioco single player più interessante della stagione natalizia. E probabilmente uno dei giochi migliori di sempre.

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Le terre aride di Rage avrebbero potuto prendersi un pezzettino di questo successo, Arkham City un pezzo più corposo. Ma Skyrim è uscito dalla fucina di Bethesda in maniera perfetta. Come Fallout, come Oblivion, è una festa per il viaggiatore smanioso di avventure, un mondo aperto che contiene così tante culture e luoghi da visitare che potrebbe riempire per ben due volte una guida Lonely Planet. Per scoprire tutti i segreti di queste lande e le tombe nascoste, servirebbe un archeologo con le palle e il coraggio di Indiana Jones. Per catalogare fauna e flora ci vorrebbe un documentarista del calibro di David Attenborough.

Skyrim è un luogo enorme. Dopo le stesse ore di gioco che portano molti videogame ai titoli di coda, The Elder Scrolls sta appena iniziando a mostrare alcuni dei suoi segreti. Un vero e proprio divoratore di tempo, dettato da un ambiente a dir poco ricco. Tutto, dalle quest epiche fino alla routine della vita di villaggio, suscita interesse.

The Elder Scrolls V: Skyrim

Il gioco attinge da molte convenzioni del genere fantasy, in particolare per quanto riguarda la trama. L'avventura in prima persona - nonostante includa la possibilità di giocare in terza persona - ci fa impugnare spade, archi, e ci fa maneggiare la magia. Vari elementi RPG si attingono dal vasto sistema di livellamento, con varie abilità che si rivolgono agli artisti del furto, della corruzione, della menzogna, dei manufatti. I continui aumenti dell'esperienza che consentono di vestire un grande numero di ruoli, sono un mezzo per giungere a uno scopo: la decisione su come trascorrere la nostra vita in Skyrim è nostra, non dello sviluppatore.

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La narrazione include tutti gli archetipi fantasy esistenti: draghi, elfi, speranze, razzismo, oppressione, e tutti gli elementi sono rappresentati con precisione maniacale, siano essi un re guerriero o un umile agricoltore, un demone o un insetto, una pianura sconfinata o una montagna avvolta dal ghiaccio.

Lo studio di sviluppo ha raggiunto l'eccellenza nel farci credere che i personaggi di Skyrim vivono, ridono, combattono e muoiono anche senza il nostro intervento. Le opzioni di conversazione sono sorprendentemente generose, e i vari accenti del parlato danno subito un inquadramento della storia pregressa della persona incontrata. I personaggi sono costruiti con lo stesso editor che usiamo all'inizio del gioco, pertanto tutte le volte che si trovano due personaggi che si somigliano è una cosa voluta da Bethesda.

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L'interazione con tali personaggi può variare dalle pillole storiche di una particolare regione, fino a indizi per una particolare area di interesse, a richieste di aiuto, minacce o - più probabilmente - a discorsi monosillabici con banditi che vagano per le terre selvagge e che cercano rogne.

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Per combattere si usano i consueti grilletti del controller. È possibile mappare le armi o gli incantesimi con la mano destra e/o con la mano sinistra, mentre un numero crescente di poteri speciali possono essere selezionati con il tasto spalla. Il combattimento ravvicinato in prima persona, generalmente difficile da padroneggiare, è splendidamente implementato.

Le istruzioni nei sottomenù spiegano i pro e i contro dell'utilizzo dello scudo e del combattimento a due mani, ma non può trasmettere la corroborante frenesia della battaglia che ne risulta: si passa da un imbarazzante entusiasmo tinto di paura (in particolare durante le prime ore di gioco, nelle quali si imparerà a salvare spesso) fino a giungere a un'esecuzione precisa e devastante (l'istinto entra in gioco, e si iniziano a cercare dei degni avversari).

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Le battaglie ci spingono verso una vasta gamma di nemici: uomini armati, streghe con incantesimi a lungo raggio, lupi, draghi, guerrieri non morti, e ognuno richiede strategie diverse per poter essere sconfitto. Fare incetta di pozioni curative nella speranza di sopravvivere agli attacchi nemici non vi porterà lontano, e dato che il mondo è completamente aperto, è facile incontrare avversari molto più forti di noi.

Alcuni ci spingono ad estrarre la spada e a combattere, ma si è altrettanto liberi di scegliere una via diplomatica. Skyrim è un continente con un centinaio di storie e aree diverse, e ciascuna può essere sia importante che inutile per il giocatore che la attraversa: persino quelle contrassegnate come fondamentali per la quest principale possono essere tranquillamente ignorate.

Skyrim riesce ad esaudire ogni desiderio di chi si avventura per la prima volta in un ambiente fantasy così variegato. Questo quinto gioco del franchise compie un lavoro così eccellente da risultare difficile da immaginare.

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Dopo una breve introduzione che descrive i temi principali della storia - una ribellione, il ritorno dei draghi, la possibilità che il nostro ruolo sia fondamentale - possiamo muoverci liberamente, proseguire come riteniamo sia giusto. Dei brevi tutorial e alcuni semplici waypoint offrono suggerimenti che possiamo tranquillamente ignorare: in Skyrim non ci sono strade sbagliate, un'idea alla base di uno dei più grandi punti di forza del gioco.

Personalmente non me ne è importato un fico secco di aiutare due commercianti ad ottenere la mano della fidanzata. È più forte di me. Ma è sufficiente fare una passeggiata sulla collina per trovare una nuova storia, una nuova quest. Poche ore e i waypoint delle missioni circondano la città e le pianure.

Alcuni obiettivi sono fissati in una zona: un marito chiedere il nostro aiuto per liberare la moglie imprigionata da un campo di banditi, un sempliciotto chiede aiuto per ritrovare le spoglie di sua sorella. Ci imbattiamo fortuitamente in una quest: un fuggitivo ci supplica di non farlo scoprire dal guerriero al quale ha rubato un messaggio. Altre avventure si incontrano lungo la strada, altre si protraggono durante tutti i nostri viaggi: alcuni scout alla ricerca di una fuggitiva, dei ribelli nascosti hanno bisogno di rifornimenti.

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Possiamo interagire in molti modi, spesso sorprendenti: la moglie si rivela il leader dei banditi, in cerca di autostima e in fuga da un matrimonio servile, i resti della sorella si trovano su una tomba pericolosa, rivelando una storia molto più intricata.

Queste sono solo un esempio delle side-quest che si moltiplicano per le lande. La storia dietro ogni avventura è ricca e diversa dalle altre, tanto da mascherare completamente i meccanismi sottesi. Persino le quest più semplici, quelle di ricerca di oggetti, hanno delle svolte inattese.

Alcune missioni vi faranno innamorare, altre le odierete a morte, altre non vi cattureranno: la quantità di nomi, luoghi ed eventi è così alta da diventare presto un rumore di fondo. Il diario presente nel gioco rende semplici e chiari gli obiettivi della missione, ma è troppo coinciso per tenere alta l'attenzione. Ad esempio: abbiamo ucciso l'insegnante di un bambino quando pensavamo di dover consegnare una spada a un fabbro a causa di una confusione nei nomi.

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Eppure, le missioni secondarie catturano la fantasia. L'hub della storia centrale, almeno all'inizio, sembra noiosamente chiuso al confronto. Un condannato a morte ha scoperto di avere un potere sconosciuto all'umanità. e vaga per il mondo in cerca di illuminazione per mezzo di un gruppo di aspiranti-Gandalf. Sembra la solita solfa, propinata da ogni romanzo fantasy.

I draghi rappresentano un'eccezione: le bestie alate piombano casualmente dal cielo mentre si vaga per il paesaggio, e ci si sente completamente immersi in una saga tolkieniana, la quale vi spinge a tirare fuori tutto il vostro repertorio di attacchi e strategie: le fattorie possono essere utilizzate come copertura, gli abitanti del villaggio come diversivo.

È una storia epica, creata da noi stessi. L'individualismo, che in altri titoli è marcato solo dalla maniera in cui si spendono i propri punti esperienza, qui è totalmente libero, dandoci la sensazione che tutto quello che facciamo avrà una ricaduta. Ci fa pensare, valutare, sentire il peso di ogni abilità scelta: una volta che ci si incammina non si torna più indietro.

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L'illusione non è perfetta. I mondi aperti come questo sono inclini ad includere diversi glitch, e Skyrim non fa differenza. Impariamo a trascurare qualche strano problema, ma talvolta la magia viene spezzata, ad esempio, quando un gigantesco mammut alato piomba sulla capanna dove stavamo cercando rifugio. O quando un gruppo di cacciatori di draghi si vede scivolare già da una montagna. A volte, quando si interrompe un dialogo con un NPC, questi continua a parlare da solo.

C'è tanto da raccogliere durante la nostra avventura, e alcuni elementi risultano del tutto inutili perché abbiamo deciso di apprendere l'arte dell'erboristeria, dell'artigianato o delle armi incantate. Tutto questo oltre ai potenziamenti, alle abilità, alle pergamene, ai libri... un marasma di elementi che può risultare scoraggiante. Bethesda ha fatto del suo meglio per rendere l'esperienza il più semplice possibile, ma in realtà nulla è così complesso, spaventoso, emozionante e potenzialmente gratificante come quello che ci ritroviamo davanti in questo gioco.

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Orientarsi tra tutti i diversi elementi che costituiscono il gioco può essere un incubo. Lo studio ha ottimizzato il sistema senza problemi, grazie a un menu di selezione a quattro direzioni, imitando menu a discesa mentre si scava più in profondità tra i vari elementi, salendo di livello, studiando la magia o la mappa. Un sotto-menu di assegnazione rapida per il nostro armamento preferito non ci tiene mai lontani dall'azione.

Visivamente Skyrim si potrebbe definire di una bellezza imperfetta. Il paesaggio è vibrante e carico di dettagli. Ci si immerge negli orizzonti, si apprezzano i dettagli più sottili dei dungeon, ma i modelli dei personaggi sono poco realistici, forse a causa dei limiti hardware delle console. Se questo è l'elemento più debole, l'audio è certamente il più forte, il più avvolgente. Si sente la voce della natura nello scricchiolio degli alberi, nel crepitio dei ruscelli e nel fischio dei venti gelidi, oltre agli intermezzi musicali che sono fra i migliori che io abbia mai udito.

The Elder Scrolls V è anche terrificante. Quel genere di gioco che fa sudare freddo noi giornalisti, per paura di fargli un torto. Non che il titolo sia povero, anzi, ma anche dopo una settimana e mezzo di gioco, ci sembra di avere appena scalfito la superficie.

Certamente il gioco è talmente enorme da sormontare tutte le campagne i giochi tripla A usciti quest'anno. Abbiamo iniziato dicendo che questo era il miglior gioco in single player disponibile al momento. Non è del tutto vero. Skyrim vi porterà infatti a discutere con i vostri amici, con i quali parlerete dei risultati ottenuti e condividerete segreti.

È un gioco il cui valore cresce con la condivisione, nel momento in cui si inizia a capire quante cose non si è ancora riusciti a scoprire, scambiandosi consigli sull'alchimia, o commiserandosi sul cattivo investimento fatto nel momento in cui avete acquistato il vostro primo cavallo, solo per vederselo sbranare dai lupi a pochi chilometri dalla stalla. È il mondo più reale che un videogioco può creare, e che fra diversi mesi avrà ancora tante cose da mostrarvi. Un gioco incredibilmente personale e ampiamente condivisibile. Skyrim è avvincente e incantevole.

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09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
Espansivo, enorme, dettagliato, denso: il migliore dei mondi RPG. Tante strade, carriere, vite da percorrere. Epico.
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Qualche glith occasionale, è facile perdersi, ben poco umorismo
overall score
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