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Dead Rising 2: Case Zero

Dead Rising 2: Case Zero

Dead Rising 2: Case Zero ci dà un assaggio di quello che vedremo tra poche settimane. Il gioco su cui si basa è robusto, ma l'assaggio vale i 400 Microsoft Points richiesti?

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Ricordo i tempi della demo di Dead Rising. La demo più inutile del mondo: girare per la hall principale del centro commerciale facendo fuori qualche zombie, senza la minima possibilità di fare anche solo una piccola missione. Ricordo che appena iniziata la demo era possibile concluderla varcando una porta sulla destra. Di fatto la demo più breve del mondo, se giocata nel modo sbagliato. Dead Rising 2: Case Zero in qualche modo si potrebbe descrivere come la demo perfetta: lunga un paio d'ore, in grado di illustrare grafica, sonoro e gameplay del titolo completo che arriverà tra qualche settimana.

Eppure Dead Rising 2: Case Zero è un gioco a pagamento, disponibile solo su XBLA a un prezzo di 400 punti, circa sei euro. Certo, il prezzo è accessibile e i fan della serie non possono che esserne interessati. Ma i dubbi sul suo valore, dopo circa due ore e mezza di gioco, si fanno davvero importanti.

Dead Rising 2: Case Zero

Nel gioco si vestono i panni di Chuck Greene, motociclista professionista in fuga da una piccola città a 40 chilometri da Las Vegas. I guai cominciano subito per il povero Chuck, alle prese con una figlioletta infetta dal virus zombificante da tenere continuamente sottocontrollo. La figlia necessita di un'iniezione di Zombrex ogni dodici ore, medicinale che tiene a bada la trasformazione in mostro. Il gioco si traduce dunque in una ricerca del medicinale prima, e di una motocicletta poi per fuggire dalla città prima che l'esercito ne faccia piazza pulita.

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Se ne deduce la dinamica dell'intero gioco: il tempo che scorre è il nostro vero nemico, tramutando l'intera avventura in una corsa sfrenata piuttosto che in una semplice ma spassosissima "caccia allo zombi". La città è sotto assedio, la motocicletta deve essere ricostruita con pezzi disseminati in giro nella città, e le informazioni sulla loro ubicazione si pagano care. Molti elementi di gioco presenti in Dead Rising si ripetono: è piuttosto facile individuare alcune persone rimaste bloccate, le quali attivano quest secondarie che possono essere completate o ignorate. L'uccisione degli zombi fornisce punti esperienza che controllano un sistema di levelling. E, naturalmente, è rimasta immutata la possibilità per il giocatore di utilizzare una quantità esagerata di oggetti a mo' di arma.

Dead Rising 2: Case Zero

Le novità includono la possibilità di costruirsi delle armi più potenti combinando pezzi di vari oggetti. Si può, ad esempio, costruire un bastone chiodato con un po' di chiodi e una mazza da baseball. Le armi combo sono tutte segrete, e il giocatore può sperimentarne la costruzione solo attraverso il proprio intuito, combinando i pezzi corretti. Alcune di queste, per la verità, sono poco logiche: come diavolo è possibile creare una bombola di propano chiodata? A parte questo il sistema è divertente, incentivato da un bonus che moltiplica i punti esperienza quando si fa uso delle armi potenziate.

I nemici, come di consueto, si differenziano in zombi (stupidi, lenti e facili da abbattere) e in un solo boss molto coriaceo. Per la verità i modelli su cui sono basati gli zombi sono davvero pochi, ed è facile trovarsi circondati da nemici del tutto simili tra loro. In un paio di occasioni è capitato di trovarsi all'interno di un edificio popolato da tre o quattro zombi tutti uguali, una caratteristica che non ha mancato di creare un velo di disappunto trattandosi di un gioco recente. Ovvero, se in Dead Rising queste situazioni erano accettabili (il numero di zombie sullo schermo era esageratamente alto), in Dead Rising 2: Case Zero si digerisce a fatica.

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Naturalmente il nostro comportamento durante il gioco modifica in maniera drastica il finale: perdendo tempo (e, credetemi, salvare gli altri umani presenti in Case Zero è una perdita di tempo) è facile intuire che il nostro obiettivo di fuggire dalla città fallirà, dando luogo ad un finale amaro. Le cose migliorano se tutti i pezzi della motocicletta vengono recuperati, permettendoci di aprire una sequenza finale interattiva che non vogliamo svelarvi, ma che regala alcuni minuti di sano divertimento e di azione.

Dead Rising 2: Case Zero

Difficile riuscire a completare la missione nel modo sperato al primo colpo, costringendoci a riprovare la missione almeno un paio di volte. Un aspetto che potrebbe essere frustrante, se non fosse che la brevissima longevità del titolo fornisce una certa dose di rigiocabilità. Ovvero, ricominciare da capo non è poi così drammatico. E le cut scene, grazie al cielo, si possono saltare.

Dead Rising 2: Case Zero in breve è capace di assolvere al suo scopo: fornirci un assaggio di quello che vedremo in Dead Rising 2. Naturalmente il gioco si basa su solide premesse: il sistema di gioco è ancora valido, le orde di zombi da abbattere con le armi improvvisate più strane regala un vero e proprio concentrato di spasso. Il continuo e fin troppo rapido ticchettio dell'orologio sommato a una qualità grafica certamente non sbalorditiva, però, impediscono di rendere Case Zero un must have.

Lasciatemi fare un paragone culinario: se Dead Rising 2 è una torta, Case Zero è una sua fetta molto sottile, presentata su di un piatto di plastica e senza la guarnizione di panna montata. Finisce subito e ti lascia la voglia di mangiarne un'altra fetta. Esistono altri software in grado di creare lo stesso effetto, però si chiamano demo e - di norma - sono gratuiti.

07 Gamereactor Italia
7 / 10
+
Dinamica di gioco sempre valida, rigiocabilità quasi obbligata.
-
Brevissimo, poca varietà negli zombi, tempo limite troppo opprimente
overall score
Questo è il voto del nostro network. E il tuo qual è? Il voto del network è la media dei voti di tutti i Paesi

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