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Saints Row: The Third

Saints Row: The Third

Prendete GTA, ficcategli un imbuto in gola e fategli inghiottire una Coca Cola con l'aspirina. Saints Row è tornato, più irriverente, sfacciato e volgare che mai.

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Avete presente quel vecchio programma di MTV chiamato Pimp My Ride? Casomai ve lo foste perso, era un format semplicissimo: si prendeva una vecchia auto e la si trasformava in un'auto nuova. In pratica un precursore di tutti quei programmi del genere extreme makeover che spopolano sui canali digitali dedicati ai reality show. Il problema è che, come suggerisce il termine pimp, il risultato non era un semplice restauro dell'originale. Era la trasformazione del veicolo in un monumento al kitsch, in un'ode alla cafonaggine, nell'esasperazione del cattivo gusto. "So bad it's good", direbbero gli americani.

Ora, immaginatevi che questo programma applicasse il restauro a un auto già considerata tamarra. Una sorta di Pimp 2.0. Il risultato è difficile da immaginare. Eppure, questo è quello che ha fatto Saints Row con GTA. La serie Grand Theft Auto è partita e si è evoluta come una serie piuttosto insolente e da sempre al centro di molte prediche da parte delle associazioni etiche: si rubano le auto, si tirano sotto le persone, si inizia una carriera criminale, eccetera. Saints Row ha preso questi elementi già esasperati, portandoli al limite. In questo terzo capitolo la carriera criminale non è solo il fulcro del gioco: è una ragione di vita.

Saints Row: The Third

La banda dei Saints Row è ormai parte integrante dello star system. I membri dell'organizzazione firmano autografi e producono miliardi attraverso la cessione di diritti televisivi, merchandise e sponsorizzazioni. E naturalmente, attraverso le consuete attività criminali.

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Il gioco si apre proprio con una rapina in banca e un improvviso tradimento da parte di un membro del gruppo. La banda viene arrestata, ma prontamente liberata da un'oscura organizzazione chiamata The Syndicate. Questi, dopo aver trascinato i Saints Row su un aereo, offrono loro libertà (e la vita) in cambio dei tre quarti dei loro proventi. Ovviamente l'allegra combriccola rifiuta, ed ecco aprirsi una delle sequenze più rappresentative di quella cafonaggine di cui parlavamo poc'anzi.

Saints Row: The Third

Il gruppo si libera, si fa strada nella stiva dell'aereo a cazzotti prima e a pistolettate poi. Il terzo dei nostri compagni cerca di prendere il controllo dell'aereo, ma un colpo di pistola sembra decretare il suo fallimento. Il portellone del cargo scoppia, risucchiandoci all'esterno. Fortunatamente abbiamo un paracadute. Sfortunatamente ne abbiamo uno solo. Parte un inseguimento in caduta libera, mentre cerchiamo di raggiungere la nostra collega prima che si schianti a terra, il tutto facendo fuori nemici a mezz'aria ed evitando auto e altri oggetti rilasciati dall'esplosione del portellone.

Finalmente raggiungiamo la nostra compagna, apriamo il paracadute e iniziamo a rilassarci. Ma, a quanto pare, i nemici hanno ripreso il controllo del grosso velivolo e cercano di travolgerci. La soluzione è una sola: lasciamo cadere la nostra compagna, entriamo nell'aereo attraverso il vetro della cabina di pilotaggio, facciamo fuori il pilota a calci e usciamo dall'altra parte, per poi rituffarci a riprendere l'amica.

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Saints Row: The Third

Questa sequenza di apertura, in qualche modo, ci dà l'idea dell'esagerazione a cui siamo continuamente sottoposti. Bisogna essere dell'umore giusto per entrare nella logica stroboscopica del gioco, ma una volta superato l'impatto iniziale, l'esperienza è una delle migliori.

Come detto, il gioco è un omaggio a GTA e per molti versi le dinamiche di gameplay ricalcano la serie di capolavori firmata Rockstar. Si esplora la città, si rubano le auto, si seguono le missioni principali, quelle secondarie ed eventuali "lavoretti". La differenza principale, però, è data da una maggiore pendenza della bilancia verso il genere arcade.

Saints Row: The Third

Gli scontri a fuoco sono frequentissimi, molto accesi, in perenne condizione di inferiorità numerica. I combattimenti non disdegnano i QTE, e uccidere è infinitamente più facile di essere uccisi. Durante il gioco possiamo fare saltare in aria un sacco di cose, abbiamo rapido accesso a un ingente arsenale di armi e di veicoli, molti di questi pesantemente armati.

Uno degli elementi più interessanti del gioco, però, si riscontra nell'assoluta possibilità di personalizzazione da parte del giocatore. A partire dallo straordinario editor del personaggio, tutto, o quasi, ha una qualche forma di customizzazione: è possibile personalizzare le armi, i vestiti, i veicoli e migliorarli. Si possono aumentare le proprie caratteristiche attraverso una forma di leveling. I consueti punti esperienza giungono sottoforma di "punti rispetto", acquisiti sia attraverso il completamento di missioni che attraverso particolari azioni in gioco (guidare contromano in autostrada, ad esempio, può essere utile).

Saints Row: The Third

Tuttavia, il gioco richiede enormi quantità di denaro per progredire: nonostante i nostri personaggi facciano parte di una delle più facoltose organizzazioni criminali, i nostri rivali hanno prosciugato i nostri conti, costringendoci a racimolare un nuovo gruzzolo attraverso le missioni. Anche i Paperon de Paperoni più compulsivi avranno modo di trovare delle buone ragioni per spendere il denaro: alcuni upgrade sono davvero irresistibili, e la personalizzazione è tale che vi troverete ben presto a spendere qualche bigliettone in un tanga color fucsia.

I controlli sono ben implementati. Abbiamo provato la versione PC utilizzando mouse e tastiera, ma il gioco è ugualmente performante con un pad. La precisione non è tutto, dato che - come detto - uccidere un nemico non è poi così difficile. In ogni caso un proiettile ben assestato in mezzo alle palle degli occhi risolve molti problemi.

Saints Row: The Third

Venendo al reparto tecnico, la grafica è molto buona e riesce a cogliere lo spirito pacchiano del gioco infarcendosi di luci al neon e ogni sorta di chincaglieria superflua. Purtroppo non abbiamo trovato la città "viva" in maniera simile a quanto visto con altri giochi di questo genere: i palazzi sono un po' anonimi e i quartieri poco caratterizzati. Tuttavia, si riesce comunque ad acquisire un certo senso dell'orientamento dopo qualche ora di gioco.
Il sonoro è straordinario. Ottimo doppiaggio (in inglese), ottimi effetti sonori e, soprattutto, ottima musica. Le stazioni radio offrono ogni tipo di genere musicale: abbattere un elicottero in stile Apocalypse Now ascoltando Wagner è un'esperienza da consigliare. Inoltre, durante le missioni, si attivano dialoghi davvero esilaranti, in particolare durante le sessioni di spostamento a bordo dell'auto. Si tratta di un espediente già presente in GTA IV, ma che qui compie un ulteriore passo avanti: qualora non fosse ancora chiaro, Saints Row: The Third è un gioco con un solido umorismo, quasi mai sottile ma quasi sempre divertente.

Se cercate un gioco che va fuori dagli schemi restando però legato a un gameplay molto robusto, a tratti tradizionale, Saints Row è quello che fa per voi. Nell'enorme oceano di titoli importanti usciti negli ultimi giorni non potete certo ignorare questo gioco, senza ombra di dubbio uno dei migliori di questo ultimo periodo dell'anno. Se siete fra quelli che amano fumare un buon sigaro sorseggiando un whisky torbato di fronte al caminetto, Saints Row riuscirà a tirare fuori il lato rozzo di voi. Scoprirete quanto è divertente.

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09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
Divertente, lungo, ottimo sonoro, tanto umorismo, tanta azione esagerata al punto giusto
-
La città è un po' anonima, non è innovativo
overall score
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RECENSIONE. Scritto da Lorenzo Mosna

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