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The Banner Saga 3

The Banner Saga 3

Minacciati da un'imminente apocalisse, abbiamo viaggiato fino ai confini della terra nella conclusione dell'affascinante trilogia di Stoic.

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Al giorno d'oggi è ormai quasi impossibile trovare in ambito videoludico delle grandi storie raccontate in più capitoli. Non ci stiamo riferendo ai soliti seguiti di serie blasonate che propongono storie sì collegate ai precedenti capitoli, ma comunque in possesso di una indipendenza narrativa. Parialmo invece di un'unica grande ed epica storia che si dipana attraverso molteplici videogiochi. Questo metodo di narrazione è quasi completamente scomparso da quando Electronic Arts ha inglobato BioWare, un po' come ha fatto il viscido The Blob con così tanti innocenti. Nonostante questo, un manipolo di coraggiosi è riuscito a fuggire da questo destino per dare inizio ad un'era d'oro dei giochi di ruolo occidentali, tra cui Arnie Jorgenson, John Watson e Alex Thomas, che hanno fondato Stoic con l'obiettivo di creare il videogioco dei loro sogni. Dopo una campagna Kickstarter di successo arrivò il primo capitolo di The Banner Saga. Anche se un po' monotono, il titolo si ergeva come simbolo di libertà creativa. E' passato diverso tempo da allora, e adesso siamo giunti al capitolo finale di questa trilogia. Se siete tra coloro che hanno storto il naso davanti alla deriva dei moderni titoli di BioWare, in termini di narrativa di grande respiro e profondità dei personaggi, allora assicuratevi di rivolgere la vostra attenzione su questa serie. Attenzione: spoiler in arrivo.

La storia raccontata nella serie di The Banner Saga è tra le migliori e più avvincenti - se non LA migliore e più avvincente - che abbiamo visto da molto tempo. Essa infatti non si sviluppa unicamente tramite meccanismi che sono fuori dalla portata del giocatore, ma viene fortemente influenzata dalle scelte di quest'ultimo, che agirà vestendo i panni del leader di un enorme clan. Nelle prime fasi di The Banner Saga 3 ci è stata posta dinnanzi una scelta che avrebbe deciso il destino della capitale umana, Arberrang. Un nuovo Sundr - una sorta di campione semidivino a capo di un esercito di Dredge - è apparso sul precipizio dell'oscurità dilagante, tentando di abbattere le mura della città attraverso un'arma simile ad un'ancora. Dovremo dunque sacrificare guerrieri e membri del clan per eseguire una rapida controffensiva, oppure abbandonare le mura per ritirarsi e pianificare un attacco strategico? The Banner Saga ha sempre offerto un'esperienza decisionale ben scritta e dai risvolti tutt'altro che semplici, cosa che si riscontra anche in questo terzo capitolo.

Le scelte sono infatti preponderanti in questo ultimo atto della trilogia, dato che non esiste nulla che non abbia importanza. L'oscurità ha avvolto la maggior parte del mondo, e nessuno sa perché o da dove provenga. Gli umani, la razza gigange conosciuta come Varl, e i Dredge del sottosuolo, sono stati tutti messi all'angolo, mentre il cast di personaggi memorabili provenienti dal primo e dal secondo capitolo - tra cui Ubin, Oddleif, Eirik, e finalmente Iver e Rook (o Allette, in base alle vostre scelte nel finale del primo capitolo) - combattono coraggiosamente per la sopravvivenza. Nonostante questo, Stoic ha saputo introdurre nuovi personaggi in maniera decisamente abile, sia nelle prime fasi di gioco, che nel mezzo e persino verso la fine di esso. In particolare ci riferiamo alla strega Alfrun e ad un altro compagno di squadra Dredge chiamato Castaway. Tutta questa diversità si riflette in maniera egregia nel gameplay, con una tale estensione da portarci a credere di avere a nostra disposizione scelte praticamente infinite in termini di composizione del party durante le battaglie.

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The Banner Saga 3

Proprio perché i ruoli e le abilità dei nuovi personaggi sono perfettamente inquadrati nell'ottica della difficoltà di gioco, del sistema di combattimento e così via, risulta davvero incredibile quanto ben bilanciato sia il titolo. Stoic è ben consapevole che voi, in quanto giocatori, avete dalla vostra parte guerrieri molto potenti dopo aver affrontato ben due giochi. Nonostante questo nulla sembra troppo facile. Anche lanciandosi alla cieca su questo The Banner Saga 3, il sistema di difficoltà funziona, sebbene da parte nostra non possiamo assolutamente consigliarvi di farlo. E' praticamente un obbligo l'aver giocato i titoli precedenti, in quanto il vero punto di forza di The Banner Saga risiede proprio nella storia raccontata e nell'esperienza narrativa. Se considerati separatamente, tutti i titoli della serie, compreso questo, appaiono piuttosto brevi. A tale mancanza si aggiungono poi problematiche inerenti al comparto tecnico - come crash e texture mancanti - ma siamo certi che la maggior parte di esse verranno corrette nel corso del tempo.

Per quanto riguarda il combattimento, sono stati fatti dei grandi passi avanti rispetto a quello del primo, dove la monotonia degli scontri li rendeva quasi dei compiti noiosi necessari per proseguire la storia. Il secondo capitolo ha parzialmente corretto questo problema introducendo nuovi tipi di nemici e ostacoli sul campo di battaglia. Il terzo capitolo si spinge ancora oltre, con nemici che lasciano pericolose pile di cenere, ambienti incendiabili, moltissime tipologie di nemici diversi e così via. Sfortunatamente, nonostante l'aggiunta di una interessante modalità survival, il combattimento stesso finisce per diventare più una distrazione rispetto a qualcosa da attendere con trepidazione. Stoic ha introdotto un sistema di titoli nel gioco, che permette di ottenere vari potenziamenti e abilità extra in base al titolo che si è scelti. Questi sono tuttavia unici, pertanto due guerrieri non potranno condividere lo stesso titolo. In generale, dopo aver trascorso dopo così tanto tempo in compagnia di Rook e Iver in questo mondo di ispirazione vichinga, la distribuzione di punti e annessi è stata compiuta in maniera automatica piuttosto che dietro accurate riflessioni, semplicemente per pura abitudine.

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Diversamente da, per esempio, Octopath Traveler, questo non ci è sembrato un grandissimo problema. Versus Evil e Stoic hanno infatti ribadito sin all'inizio che la serie di The Banner Saga sarebbe stata molto più una visual novel che un gioco di ruolo strategico, mentre Acquire e Square Enix furono un po' più vaghi sul loro titolo. Il vero ed unico focus è la storia, la narrativa. Come scritto in precedenza, in questo terzo capitolo la storia continua a svilupparsi imperterrita, presentando un'evoluzione dei personaggi anche per quelli che sono già stati parecchio sviluppati. E' difficile scrivere evitando di compiere una lunga dissertazione sul tema, ma per amor di sintesi ci limiteremo a dire di star riferendoci in particolare a personaggi come Folka, Iver e Juno, a cui è stato dato moltissimo spazio per svilupparsi.

Stoic è anche riuscita a ricavare dello spazio per ogni differente linea narrativa coesistente in questo terzo titolo, ovvero la missione suicida nell'oscurità che ha mutato l'intero continente e il grande gioco politico che si svolge ad Arberrang ad un passo dall'apocalisse. Qui il gameplay compie improvvisamente una svolta per seguire il flusso della storia, quando la capitale cade nell'anarchia, e la quantità di membri del clan, guerrieri, varl e altre scelte compiute in precedenza vengono unite e conteggiate prima del gran finale. Ci sono stati concessi 13 giorni per preparaci, e questo ha creato una grande atmosfera di tensione, preparandoci al climax del cupo racconto di Stoic. La critica sui combattimenti scritta in precedenza assume in questo frangente meno peso a causa dell'aumento esponenziale di intensità che circonda gli sforzi del giocatore. Non ci è parso un tentativo disperato per rendere il gioco più emozionate, quanto piuttosto una scelta ben ponderata che si adatta perfettamente con la narrativa in atto.

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Una menzione d'onore va fatta anche ad Austin Wintory, compositore di grande talento che ha realizzato gli spartiti dell'intera trilogia. Evitando di dilungarci troppo, egli è riuscito a creare una colonna sonora che trasmette perfettamente il clima da vera e propria apocalisse che avvolge l'intera esperienza di The Banner Saga 3.

Non abbiamo molto altro da aggiungere se non che, giunti a questo punto, The Banner Saga può rivaleggiare a tutto diritto con serie blasonate del calibro di Mass Effect, Lost Odyssey e Drakengard. Abbiamo esitato a chiamarlo epico perché in realtà non lo è; cupo, melanconico, triste, disperato, un'inno sulla battaglia dell'uomo contro l'ignoto, il bizzarro e il sovrannaturale. Se Stoic Studio continuerà a realizzare titoli di questa qualità, osiamo suggerire che potremmo esser davanti all'erede al trono di BioWare, e questo non può che renderci felici.

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08 Gamereactor Italia
8 / 10
+
Narrativa coinvolgente - Numerose scelte strategiche di composizione del party - Livello di difficoltà bilanciato - Introdotti cambiamenti funzionali rispetto ai precedenti capitoli.
-
I combattimenti possono diventare presto secondari - Diversi bug fastidiosi.
overall score
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RECENSIONE. Scritto da Søren Svanhof

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