Italiano
Gamereactor
recensioni
Fable III

Fable III

La rivoluzione è iniziata, e noi siamo in testa al corteo. Fable III, il nuovo titolo Lionhead, riporta la serie al top nel suo terzo capitolo. Siete pronti a conquistare il regno di Albion?

HQ

Peter Molyneux è fissato su due cose: il potere e la libertà. Il giorno in cui uscì Black & White facevo le superiori, e a scuola ci si divideva tra chi interpretava un dio buono e amabile e chi, al contrario, preferiva essere un dio malvagio e vendicativo. Molyneux da anni ci piazza un angioletto sulla spalla destra e un diavoletto su quella sinistra, ci rimpinza di poteri e ci lascia scegliere la nostra via.

Fable III non fa differenza, se non per il fatto che questa volta il potere ce lo dobbiamo sudare. Nel gioco vestiamo i panni di un principe (o una principessa), soggiogato da un fratello davvero malvagio e contemporaneamente conscio dei problemi che stanno attraversando il proprio regno, denominato Albion.

Fable III

L'obiettivo è uno solo: la rivoluzione. Spodestare il fratello e diventare re, il tutto guadagnando una certo numero di seguaci che ci accompagnano verso lo scontro finale e la conquista del regno. Possiamo scegliere di farci amare dai buoni o rispettare dai cattivi, possiamo uccidere gli innocenti o aiutarli nelle loro problematiche quotidiane. Il tutto rappresentato con un crocevia di emozioni che lascia pesare le nostre scelte.

Annuncio pubblicitario:

Nei primi 10 minuti di gioco ci troviamo di fronte a una scelta importante che, per quanto possa consentirci di intuirne le conseguenze, ci mette in seria difficoltà. E in effetti questo è il paradigma del gioco stesso: un re deve compiere delle scelte molto difficili, spesso dettate dal proprio istinto e, per quanto si possa pensare di aver fatto la scelta giusta, ad ogni azione corrisponde una reazione.

In altre parole in Fable III la storia è in grado di trascinare il giocatore, in quanto costeggiata da ostacoli (sia materiali che morali) in perpetua contemplazione dell'obiettivo finale. A questo scopo Molyneux ha lavorato in modo metaforico, proponendoci un sistema di levelling non dettato da un menù ma da una sorta di dimensione parallela piena di cancelli e forzieri. Solo raccogliendo un numero sufficiente di seguaci (ottenibili risolvendo quest o socializzando con gli NPC che incontriamo lungo il nostro cammino) è possibile aprire questi forzieri contenenti un potere. Risolvendo la quest principale, invece, si aprono i cancelli che bloccano la strada al nostro regno.

Fable III

Questa metafora, a sentire Molyneux, ha una funzionalità tecnica: eliminare "l'orribile menù che compare in tutti i giochi di ruolo quando si passa di livello". Da questo punto di vista la cosa funziona, anche se "gli orribili menù" di norma consentono di selezionare un certo numero di opzioni, imprimendo al nostro personaggio una strada lineare. In Fable III, al contrario, il giocatore può procedere sbloccando un grande numero di forzieri, ottenendo dunque un numero enorme di poteri. Naturalmente il numero di seguaci richiesto per sbloccare ogni opzione è gargantuesco, ciò non toglie che con numerosissime ore di gioco è possibile giungere allo scontro finale con la potenza di una bomba all'idrogeno.

Annuncio pubblicitario:

L'aspetto che, tuttavia, trovo più interessante si riscontra proprio nella metafora messa in scena. Al di là delle questioni tecniche, certamente semplificate da questo mondo parallelo, vedere il proprio regno che si avvicina mano a mano che procediamo nel gioco accresce ulteriormente il senso del level-up. Dunque, se dietro questa curiosa scelta di eliminare i menù c'è uno scopo, questo scopo è certamente da individuarsi nel livello ludico e non in quello tecnico. Ovvero, anche il level up è ora parte del gioco, e non dell'interfaccia. Messaggio per chi sta scrivendo una tesi di laurea sui videogiochi: questa è roba forte, ragazzi, prendetene nota!

Fable III

Più tecnica, invece, appare la scelta di eliminare l'inventario costruendo una sala (tenuta più o meno in ordine dal nostro fidato e sarcastico maggiordomo) accessibile premendo il tasto Start. Qui è possibile selezionare i propri vestiti e le proprie armi, controllare lo stato delle nostre finanze, accedere alle funzionalità online (di cui non parleremo, in quanto non disponibili nel periodo di pre-lancio concessoci per realizzare la recensione) e visualizzare la mappa del regno che consente spostamenti rapidi.

Il regno è davvero grande, denso di segreti e di città da visitare. Nei villaggi e nei centri abitati possiamo conoscere i cittadini, stringere loro la mano, acquisire la loro fiducia. Il sistema di socializzazione è stato modificato rispetto a quanto visto in Fable II: se prima avevamo una rosa di espressioni predefinite, questa volta le opzioni si attivano contestualmente al personaggio con cui abbiamo a che fare. Dunque, una volta intercettata una donzella, dovremo passare dalla stretta di mano per arrivare a qualcosa di più intimo.

Fable III

Oltre all'acquisizione di seguaci, la socialità consente al nostro principe di avere una sposa, di fare sesso non protetto (già, esiste l'opzione "fai sesso non protetto") e mettere su famiglia. Non avendo interpretato un personaggio omosessuale non mi è dato sapere come funzioni la costruzione di una famiglia da parte di coppie formate da personaggi dello stesso sesso, in ogni caso socializzando con i personaggi presenti nei villaggi possiamo fin da subito sapere il loro orientamento sessuale, al fine di evitare situazioni che possano portare il nostro virile principe a pomiciare con un maniscalco baffuto o la nostra principessa omosessuale ad essere stretta fra le braccia di un barista obeso.

Tecnicamente il gioco si colloca su livelli medio-alti. Una grafica molto buona, priva di rallentamenti anche nelle situazioni più concitate, un numero di modelli dei personaggi moderato. Più di una volta può capitare, infatti, di avere a che fare con personaggi molto simili nello stesso villaggio, un problema quando si sta stringendo le mani a tutto il paese nel tentativo di accaparrarsi qualche seguace in più. Il design del regno di Albion, per contro, è straordinario.

L'audio è ottimo, con musiche in grado di scandire i tempi del gioco e un doppiaggio di ottima fattura (in particolare per quanto riguarda il nostro maggiordomo, che gode della stessa causticità di Niles del telefilm "La Tata"). All'inizio del gioco, purtroppo, ci viene data la possibilità di sacrificare un personaggio doppiato decentemente per una buona causa. Se siete maniaci dei dialoghi in italiano, sappiate subito che la scelta determinerà la scomparsa di questo personaggio e, pertanto, della sua voce. Ma, come detto prima, il consiglio è uno solo: seguite il vostro istinto.

La giocabilità, infine, è davvero ottima. Oltre agli elementi sociali, il combattimento è ben implementato. Il fatto di poter compiere un attacco magico, un attacco corpo a copro o con armi da fuoco senza preoccuparsi di munizioni, mana o usura dei propri gingilli taglienti rende il combattimento un'esperienza molto divertente e particolarmente concitata. Certo, più semplice e meno profonda di tanti action RPG, ma che certamente ben si adatta al tipo di gioco a cui punta Fable III.

Fable III

La quest principale con la conseguente apertura di tutti i cancelli e l'inizio della rivoluzione può essere portata a termine in meno di dieci ore di gioco. Naturalmente con tutte le quest secondarie (che sono caricate casualmente tra gli NPC con cui abbiamo a che fare) l'esperienza di gioco è infinitamente maggiore. Se a questo aggiungiamo la possibilità di andare online e il fatto che il regno, una volta conquistato, non si governa da solo, il gioco può durare davvero molto. La rigiocabilità, come quasi sempre avviene nei titoli firmati da Molyneux, è pressoché garantita.

Fable III ci guida attraverso la riconquista di un regno. Forse questo regno non è altro che la metafora del posto che la serie Fable e la genialità di Molyneux si meritano: dopo Fable II, per molti una gioco solo parzialmente riuscito, Fable III risale la china e si rivela un titolo di straordinaria fattura, capace di catturare un pubblico eterogeneo, svincolandosi da quel pubblico di fanatici degli action-rpg a cui, di norma, questo genere di giochi si rivolge. Fable III è un ottimo titolo, da gustarsi a fondo.

09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
Ottima grafica, musica meravigliosa, doppiaggio ben realizzato, interfaccia sostituita in modo egregio
-
Pochi modelli di nemici e personaggi, qualche momento morto
overall score
Questo è il voto del nostro network. E il tuo qual è? Il voto del network è la media dei voti di tutti i Paesi

Testi correlati

1
Fable IIIScore

Fable III

RECENSIONE. Scritto da Lorenzo Mosna

La rivoluzione è iniziata, e noi siamo in testa al corteo. Fable III, il nuovo titolo Lionhead, riporta la serie al top nel suo terzo capitolo. Siete pronti a conquistare il regno di Albion?



Caricamento del prossimo contenuto