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Sekiro: Shadows Die Twice

Sekiro: Shadows Die Twice - Ultima prova

Un ultimo sguardo al nuovo lavoro dei From Software a pochi giorni dal lancio.

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Dire che FromSoftware abbia lasciato il segno nella cultura videoludica degli ultimi dieci anni sarebbe probabilmente un eufemismo. Con giochi come Demon's Souls, la trilogia di Dark Souls e l'esclusivo Bloodborne per PlayStation 4, lo sviluppatore giapponese ha creato un vero e proprio genere, caratterizzato da una difficoltà spesso disarmante. Quelli di passaggio possono trovare difficile capire perché i giocatori di tutto il mondo amano questa tipologia di titoli, ma non cadete in errore: la ricompensa nel riuscire a memorizzare e cronometrare ogni singola mossa per sconfiggere un boss è una corsa alla dopamina che pochi altri giochi sono in grado di offrire. Il fatto che usiamo anche il termine "Souls-like" per i giochi con un livello di difficoltà elevato come Cuphead, Dead Cells e Ashen dimostra l'impatto culturale che FromSoftware ha avuto in questi anni.

Con una così grande reputazione da portare avanti, non dovrebbe sorprendere il fatto che le aspettative di Sekiro: Shadows Die Twice siano eccezionalmente alte. Bloodborne ci ha dimostrato che FromSoftware non deve fare affidamento sull'ambientazione dei Souls per riuscire a creare giochi coinvolgenti che richiedono un'attenzione pazzesca da parte dei giocatori, e ora che lo studio si è lasciato alle spalle la serie Souls è emozionante vedere quale direzione vogliono intraprendere gli sviluppatori a partire da qui.

Sekiro: Shadows Die Twice

La prima e più evidente differenza tra Sekiro e i suoi predecessori è l'ambientazione. Insomma, è stata abbandonata l'ambientazione dark europea/medievale ispirata ai giochi Souls, così come lo stile gotico di Bloodborne. Questa volta il viaggio ci porta in Giappone e nell'era Sengoku del 1500, un'era di costante conflitto tra i feudatari locali, i loro eserciti samurai, e nulla che assomigli remotamente a un governo centralizzato a livello nazionale (quest'ultimo entrò in vigore solo nel cambio di secolo dopo quasi 300 anni di lotte feudali). È un'epoca del folklore giapponese in cui signori della guerra, soldati e contadini locali erano in costante conflitto, che lo rende anche un perfetto scenario per mescolare alcuni degli elementi più mitici e misteriosi della cultura giapponese come ninja, spiriti e demoni (una combinazione che ha funzionato molto bene per Nioh due anni fa).

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Con questa ambientazione che funge da arazzo per Sekiro, è giusto che FromSoftware e Activision vogliano concentrarsi sulle arti marziali giapponesi e le tecniche di combattimento. Ciò è stato immediatamente evidente visto che all'evento dell'anteprima abbiamo preso parte ad un corso introduttivo di 75 minuti al kendo, l'arte marziale giapponese in cui i concorrenti usano spade di legno (bokuto) per colpire l'un l'altro seguendo criteri specifici. La base del kendo deriva dalle antiche tecniche di combattimento samurai e il bushido, la filosofia dei samurai che traduce "La via del guerriero", è parte integrante dell'arte marziale. L'elemento base del kendo è quello di far perdere l'equilibrio ai tuoi avversari usando i loro movimenti contro di loro e rompendo la loro postura. Questa è una delle meccaniche di base di Sekiro, dove il combattimento ruota attorno alla rottura della posizione dei nemici con la spada e il braccio artificiale prima di colpirli con un colpo mortale quando la loro postura è vacillante. I giocatori di Souls troveranno un sacco di familiarità nel gameplay quando si tratta di concentrarsi sul tempo, schivare e parare, ma il concetto di rottura della postura di un nemico appare ancora più unico, raffinato e appropriato all'ambientazione di qualsiasi altra cosa abbiamo vissuto nella serie Souls o in altri giochi simili.

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Dopo aver appreso alcuni fondamenti di base del kendo, è impressionante vedere come il combattimento in Sekiro miri a una sorta di realismo nel suo modo di affrontare i nemici. Naturalmente l'ispirazione realistica dalle tecniche di combattimento del mondo reale si combina con il sangue e la violenza tipica del genere dark fantasy, e i giocatori che sono alla ricerca di un maggior realismo probabilmente dovranno attendere il lancio di Ghost of Tsushima, la promettente esclusiva per PlayStation 4. Non fraintendeteci, la violenza e il sangue risultano anche piuttosto intensi in Sekiro e, combinati con elementi oscuri della mitologia giapponese, non lo rende senza dubbio un gioco per i deboli di cuore.

I deboli di cuore magari ci penseranno un paio di volte prima di addentrarsi in Sekiro, perché questo è senza dubbio un titolo in cui il giocatore incontrerà immense sfide. In altre parole, morirai. Un sacco. Sekiro non perdona, e uno o due colpi del nemico sono sufficienti per metterti KO. Fortunatamente avrai l'opportunità di risorgere una volta, il che dà una mano gradita per coloro che hanno una certa difficoltà con questi giochi, ma nonostante questa possibilità, è comunque facile essere sconfitti e morire. La morte può essere punitiva e gli sviluppatori ci dicono che metà dei nostri punti esperienza andranno persi ogni volta che moriremo (anche se gli dei potrebbero aver pietà di te), il che significa che l'aggiornamento delle tue abilità nel sistema di aggiornamento del gioco richiederà più tempo del previsto. Alla morte verrai riportato al centro del gioco e dovrai tornare sui tuoi passi da lì, ma con metà dei tuoi punti esperienza la lotta sarà comunque reale. Stranamente, però, non abbiamo mai avuto la sensazione che il gioco si comportasse in modo sleale, ma semplicemente avevamo bisogno di maggiore allenamento.

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La nostra sessione di un'ora con il gioco ci ha condotto lungo il tutorial di apertura e la sequenza successiva. Questo ci ha dato una piccola idea della storia e dell'ambientazione, anche se puoi solo apprendere molto dalla prima ora del gioco, specialmente quando parli di un gioco in cui la morte accade più spesso di quanto tu voglia ammetterlo. Seguiamo la storia del guerriero shinobi Wolf, il cui compito è di servire per mano del suo giovane maestro Kuro, noto anche come Erede divino. Il tentativo da parte di Wolf di liberare Kuro dalla sua prigionia finisce con un fallimento e un duello su un campo illuminato dalla luna con un generale nemico, che sfrutta l'occasione per tagliare il braccio sinistro di Wolf. Wolf si sveglia più tardi in uno strano tempio, che servirà da snodo durante il gioco, dove uno strano scultore ha creari per Wolf un braccio protesico. Insieme all'aiuto di personaggi eccentrici come lo scultore solitario, un dottore e un samurai imperituro che funge da compagno di lotta, Wolf decide di liberare ancora una volta Kuro.

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La sequenza di apertura del gioco conferisce una bella atmosfera alla classica serie manga Lone Wolf and Cub, e poiché gli sviluppatori ci dicono che il gioco è un racconto di fede e crescita proviamo quasi un senso di ispirazione dall'eminente God of War dell'anno scorso. Tuttavia, dal momento che Kuro viene rimesso in custodia all'inizio del gioco, dovremo giocare più di esso per vedere come si sviluppa la storia.

Muoversi nel gioco a volte può sembrare un po' lento e macchinoso, ma fortunatamente Sekiro prevede l'uso di un rampino che può essere usato per afferrare alberi, tetti e alcune sporgenze. Combinato con un braccio potenziabile che può essere utilizzato in combattimento, imboscate sui nemici e un'opzione di intercettazione, il movimento e l'azione in Sekiro hanno molte potenzialità e possibilità. Andrebbero comunque introdotte alcune migliorie per rendere il gioco leggermente più accessibile, come una mappa o un puntatore di sorta ogni volta che ci perdiamo nel gioco (cosa che è accaduta più di quanto ci piace ammettere durante l'anteprima), ma dato che Activision afferma che la versione provata a questo evento in anteprima non è definitiva, potremmo comunque assistere ad alcuni piccoli cambiamenti sul gameplay e l'accessibilità.

A meno di tre settimane dall'uscita, siamo abbastanza sicuri che i fan di si divertiranno un sacco a giocare le avventure di Wolf nell'era Sengoku. Le sfide sembrano impegnative e difficili ma anche gratificanti, proprio come il genere impone. Resta da capire se quelli che sono leggermente meno inclini a questo genere troveranno il gioco troppo difficile, punitivo e intimidatorio per goderselo appieno. Questa domanda può essere risolta solo su base individuale, ma fortunatamente possiamo scoprirlo il prossimo 22 marzo.

Sekiro: Shadows Die Twice

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