The Long Walk
Il regista di Costantino e Io sono leggenda ha affrontato il primo romanzo di Stephen King e non c'è certo nulla di sbagliato nel risultato...
Dire che Stephen King è più in voga che mai in questo momento, dopo 65 romanzi pubblicati e quasi 200 racconti pubblicati, all'età di 78 anni e dopo aver scritto libri di successo per 50 (!) anni, è per me quasi assurdo. Ma lo è, e l'ondata di adattamenti cinematografici che sono apparsi negli ultimi due anni è quasi sbalorditiva. Gli adattamenti cinematografici di King stanno arrivando a fiumi e, poco prima che appaia il tanto pubblicizzato The Running Man di Edgar Wright, The Long Walk ha finalmente fatto la sua strada verso il paradiso dello streaming.
Il libro è stato il primo di King (almeno il suo primo scritto, dato che Carrie rimane il suo primo romanzo pubblicato), ed è una sorta di incrocio tra Il tempo della peste e Stand By Me, e uno schiaffo metaforico in faccia alla nostra società ultra-materialista e alla nostra tendenza molto umana a non mettere mai in discussione il potere e lo stato. Il film, come il suo predecessore, è ambientato nel 1967 e si svolge in una sorta di passato post-apocalittico in cui si svolge una sfida annuale in cui 50 giovani fanno a gara per vedere chi riesce a camminare più lontano, senza riposo o interruzioni. Se la loro velocità scende al di sotto di una certa cifra, vengono uccisi. Se deviano dal percorso predeterminato, vengono colpiti a morte allo stesso modo in cui si riposano o si fermano. In queste condizioni, a dir poco strane, un gruppo di giovani perduti ritrova non solo se stessi ma anche l'uno l'altro, ed è qui che questo film brilla davvero.
Cooper Hoffman nei panni di Raymond Garraty (#47) e David Jonsson nei panni di Peter McVries (#23) sono entrambi straordinari e i due che rubano questo film in un ensemble di diversi giovani gentiluomini di grande talento. Ci sono vere scintille su questi due, la cui relazione avrebbe potuto essere facilmente blanda e piena di tropi, ma invece riesce ad essere umanamente credibile e sfumata in un modo in cui non credo che King possa essere stato un esperto, durante la sua straordinaria carriera. C'è disperazione qui, speranza, significato, futilità e un coraggio ben costruito attraverso una direzione netta che fa funzionare molto bene tutti i 108 minuti. Al timone c'è Francis Lawrence (Io sono leggenda, Constantine, Hunger Games) e, a parte qualche passo falso con i sequel vuoti e monotono di Hunger Games, è davvero tornato in grande forma qui. Ci sono parti di The Long Walk che forse non funzionano come previsto (Luke Skywalker come generale, essendo uno di quei momenti) ma nel complesso questo è un film ben fatto e un dramma avvincente e guardabile.






