"Ok, in pratica ho tempo fino all'uscita di Mass Effect 3 per finire Skyrim."
"E poi hai tempo fino all'uscita di Witcher 2 per finire Mass Effect 3."
"Oh Gesù"
Questo è un estratto di una conversazione che ho avuto qualche settimana fa con un amico su Twitter.
A sua insaputa sono proprio tornando da un evento organizzato da Namco Bandai è dedicato proprio a quel gioco. The Witcher 2: Assassin's of Kings - Enhanced Edition, per usare il suo nome completo, è un altro enorme action-RPG che con ogni probabilità rubra parecchio tempo a partire da aprile.
Anche i possessori di un PC che hanno già avuto disposizione ben undici mesi in compagnia di Geralt, avranno qualche ragione per tornare su questo gioco, dato che CD Projekt rilascerà un aggiornamento gratuito per la versione PC nel momento in cui la versione Xbox 360 arriverà nei negozi, aggiungendo ben quattro ore di gameplay e cambiando alcune carte in tavola per creare un nuovo adattamento del sequel acclamato dalla critica.
Lo sviluppatore stesso ha usato la parola "adattamento" piuttosto che "porting" durante la presentazione, a causa della grandezza dei miglioramenti.
La versione Enhanced rappresenta un vero bonus per i giocatori PC, ma per i giocatori Xbox 360 sarà bello sapere che non ci saranno DLC che costeranno denaro extra e occuperanno spazio su disco.
Lo studio già parlato di un "RPG purosangue, hardcore", probabilmente per mettere a tacere quelle voci che vorrebbero la versione 360 del gioco semplificata per adattarsi al nuovo formato. Del gioco di una certa personalizzazione, alberi delle abilità multipli, alchimia per creare bombe e pozioni, bottini, strumenti che aumentano i punti esperienza, storie a bivi e parecchi opzioni di combattimento.
CD Projekt a posto accento al sistema di mira, assegnando dei controlli in maniera attenta. Il tutto viene introdotto attraverso un tutorial in un'arena che, in tutta onestà, ci ha completamente spiazzati lanciandoci addosso ondate di nemici per determinare in maniera automatica il miglior livello di difficoltà da assegnarci.
Si hanno a disposizione due spade, la cui scelta è mappata sul padre a croce. Una spada va bene per gli umani, l'altra per i mostri. Ci sono due attacchi, uno veloce e uno forte, assegnati ai tasti A e X. La telecamera si ruota con lo stick destro, i nemici si bloccano tenendo premuto il tasto LT. Il tasto RT è utilizzato per bloccare.
Per la magia si preme il tasto Y per attivare uno dei simboli che selezionano la magia. I pulsanti spalla attivano le armi secondarie, come i pugnali, le trappole e le bombe, con un piccolo sotto menù.
Alla fine delle ondate di nemici veniamo uccisi. Ma il sistema ci mostra l'ampia varietà introdotta nel combattimento che affronteremo durante l'avventura: magie, mostri, cavalieri con armature e scudi... ci sono tante strategie da mettere in atto per riuscire a proseguire.
Il nostro tempo in compagnia del gioco ci mostra l'intero prologo, diviso in diverse sezioni temporali e narrato da Geralt di fronte a un interrogatorio del castello dove si trova rinchiuso.
Sin dall'inizio il tutto è molto immersivo. Una ricca storia di fantasia viene narrata in maniera amara, con la durezza di Game of Thrones piuttosto che con la poesia del Signore degli Aelli, e personaggi principali sono così vividi da risultare sempre in risalto.
Gli elfi sono gli esseri più ai margini, e c'è una sorta di razzismo nei loro confronti da parte degli umani. Si incontrano nemici che vengono torturati, eroe che raccontano la propria storia, maledizioni e sesso. Tutto sembra incredibilmente reale ed unico, un elemento imprescindibile per questo genere di giochi.
Sin dall'inizio ci sono un sacco di eventi e di decisioni da prendere. Anche se l'azione può essere controllata, all'inizio i soldati scarsamente armati si fanno prendere molta confidenza nell'uso dei nostri attacchi, e della narrativa a rendere l'esperienza più ricca.
Il gioco continua ad affascinarci una sua storia e con le ripercussioni derivanti dalle nostre scelte, che diventano subito concrete anziché riservarci una sorpresa per il finale.
Durante la presentazione, gli sviluppatori decidano di fare fuori il nobiluomo Aryan La Vette e i suoi uomini sulla cima di una delle torri del castello. Durante la nostra partita, invece, convinciamo La Vette ad affrontarci da solo, risparmiando così la vita dei suoi uomini. Infine, durante la partita di un terzo giocatore, troviamo La Vette in uno dei sotterranei della prigione, vivo.
Con tutte queste variazioni e queste scelte, sono già passate le prime due ore di gioco.
Le conversazioni mostrano un livello adulto di narrazione che spinge Witcher 2 nel territorio di Mass Effect e Deus Ex, anche se ogni tanto ci imbattiamo in qualcosa di strano. Ad esempio, dei mugugni di disappunto si trasformano in conversazioni accoglienti quando premiamo il pulsante per attivare il dialogo.
Sembra quasi che CD Projekt abbia preso ogni dettaglio della versione PC e lo abbia infilato nella versione console, ma da un punto di vista visivo The Witcher 2 per Xbox 360 non riesce a raggiungere lo splendore della versione PC; dopo essere stati sommersi da screenshot, trailer e dopo averci giocato sul nostro potente computer di casa, la nuova versione per console di questo gioco un poco delude. I colori sembrano più freddi, al gioco manca lo splendore e il calore che aveva deliziato i nostri occhi e che c'aveva spinto a ruotare la telecamera soltanto per ammirare quello che ci circondava. A un livello prettamente tecnico, abbiamo notato dei violenti effetti di screen tear.
Ma, fortunatamente, tutti gli altri elementi ci hanno intrigato e che hanno spinto continuare a giocare. Abbiamo terminato la nostra partita entrando in una grossa città e camminando verso un'impiccagione. Come avvenne durante l'anteprima del gioco per PC di qualche anno fa, ci siamo emozionati nel notare i personaggi intenti a parlare con gli accenti tipici delle isole britanniche.
Sembra proprio che questo sarà un altro gioco al quale dedicheremo molto tempo, e dopo aver viaggiato fino ai confini della galassia con Mass Effect 3, saremo felici di tornare a giocare con qualcosa che si farà sentire un po' più vicini a casa.