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Uncharted 4: Fine di un Ladro

Uncharted 4: Fine di un Ladro

L'epica conclusione di una saga eccezionale.

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Un'attesa lunga cinque anni. Un'attesa pari quasi ad un'agonia, in cui gli amanti della serie Uncharted hanno dovuto aspettare - tra un rimando e qualche incidente di percorso in fase di sviluppo - il grande ritorno delle avventure di Nathan Drake. Perché se è vero che i Naughty Dog hanno voluto ingannare il tempo facendoci innamorare di un altro capolavoro come The Last of Us - caratterizzato da tematiche più mature e una trama nettamente più profonda rispetto alle peripezie del giovane avventuriero - i fan della celebre saga in esclusiva per le console di Sony non aspettavano che questo momento. E l'attesa è diventata ancora più estenuante, se si considera il fatto che Uncharted 4: Fine di un Ladro rappresenta l'ultima tappa di un viaggio lungo oramai dieci anni. Sapevamo che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi. Tutte le cose belle - proprio per preservare il loro status di opera d'arte - devono necessariamente concludersi.

Eppure, anche se in quest'ottica, è stata comunque una scelta difficile da digerire: l'idea di dire addio a Nate, Sully ed Elena - dopo che ci hanno accompagnato nei posti più disparati e dimenticati del globo, costantemente assetati di nuove avventure - non era ancora contemplata nel nostro immaginario. Non eravamo ancora pronti. Ci sono ancora così tanti tesori e segreti da scoprire, mappe da setacciare, anfratti sperduti da perlustrare... è stato un colpo di grazia.

Ma dopo aver spolpato da cima a fondo Uncharted 4, aver vissuto su ogni centimetro della nostra pelle quelle sensazioni incredibili che solo i Naughty Dog (e pochi altri) sono capaci di regalare al genere, abbiamo capito tutto. Il canto del cigno della serie Uncharted era necessario, dovuto, ma soprattutto voluto. Al contrario di chi trascina per troppi anni un marchio - nella speranza di poter trarre un costante profitto, seppur talvolta a scapito della qualità - lo studio di Santa Monica ha preferito andare controcorrente, scrivere la parola "Fine" sulla sua incredibile saga, ancor prima che venisse consumata e logorata da release sempre più frequenti. Dare, dunque, valore e importanza a quanto è stato fatto in questa lunga ed affascinante decade, suggellarne il suo successo e la sua rilevanza nella storia videoludica contemporanea con un portentoso e sublime finale. E nel caso ve lo stesse chiedendo, sì, Naughty Dog did it again!. E vi raccontiamo perché.

Uncharted 4: Fine di un Ladro
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«Ogni grande avventura ha un principio, ma è la strada da percorrere, quella che conduce al suo termine, che riserva la vera gloria.»
(Sir Francis Drake, 1587 - Uncharted: Drake's Fortune)

Uno dei punti di forza della serie Uncharted è sempre stato l'avvincente apparato narrativo, dove a muovere le fila di ogni singolo capitolo vi è la ricerca di un tesoro ambizioso, raro e ovviamente impossibile da reperire. A questa tradizione consolidata non può ovviamente esimersi Uncharted 4, e questa volta l'oggetto delle brame di Drake è il leggendario tesoro del corsaro britannico (realmente esistito) del XVII secolo, Henry Avery, la cui "carriera" durò appena un paio d'anni, ma quel tanto che basta da costruire intorno a sé e alla sua temibile flotta un vero e proprio mito. Ancor più che nei tre precedenti capitoli, le motivazioni che spingono Nathan Drake nella ricerca di questo ambito tesoro affondano le radici nel suo passato, un aspetto che i Naughty Dog - grazie anche all'eccezionale apporto della sceneggiatrice Amy Henning - avevano già avuto occasione di toccare in Uncharted 3: L'inganno di Drake, seppur in modo più sommario.

L'opening del gioco ci introduce per la prima volta a quanto avevamo in parte dedotto dalle nostre precedenti avventure in compagnia di Nate: un'infanzia sballottata da un orfanotrofio all'altro, una passione per la storia e i tesori più misteriosi mutuata tra le mura domestiche, e un'ambizione alla ricerca del tesoro per eccellenza, il vero motore che ha portato il giovane avventuriero ad appassionarsi alle spedizioni impossibili. L'introduzione del personaggio di Sam, il testardo e temerario fratello maggiore di Nathan, gioca un ruolo decisivo in questo frangente: attraverso la relazione tra i due fratelli, mossi dalla comune e pericolosa ossessione di vivere la propria vita al limite, Neil Druckmann e Bruce Straley imbastiscono una trama profonda, matura (pur mantenendo inalterato il suo straordinario piglio umoristico), volta a lasciar trasparire tutte le sfumature del personaggio del Drake più giovane. Il dualismo che si instaura tra i due fratelli permette infatti di esplorare lati inediti di Nate, qui non più ragazzino scavezzacollo tenuto a bada dal buon vecchio e paterno Sully, ma un uomo adulto, diviso tra responsabilità familiari e l'impossibilità di tenere a bada il suo spirito più spericolato.

Il tocco autoriale del duo Druckmann&Straley si percepisce sin dai primi attimi in compagnia del gioco, dove - rispetto ai precedenti episodi, questi ultimi sceneggiati dalla stessa Henning - si respira un'atmosfera decisamente più ricercata, più solenne (ma con questo non meno irriverente), volta a preparare il giocatore a questo gran finale, nel tentativo di rendere la pillola dell'addio meno amara. In questo, sicuramente ha giocato un ruolo importante l'esperienza mutuata da The Last of Us, da cui recupera in modo netto le intriganti dinamiche tra i personaggi, non più visti come simpatici comprimari dalla battuta sempre pronta - come nel caso di Sully, di cui ancora più che in passato traspare il suo affetto paterno nei confronti di Nate - o come semplici comparsate di contorno (come avvenuto ultimamente con Elena, qui invece ago della bilancia nelle scelte di Nathan e motore narrativo importante nella costruzione della vicenda), ma come tasselli necessari di un grande e spettacolare mosaico. Nulla è lasciato al caso, tutto funziona perfettamente in questa nuova composizione narrativa, che trascina, emoziona e cattura il giocatore fino al suo straordinario (e forse un po' atteso) epilogo.

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Uncharted 4: Fine di un LadroUncharted 4: Fine di un Ladro

«Non ho raccontato neppure la metà di ciò che ho visto, perché sapevo che nessuno ci avrebbe creduto.»
(Marco Polo sul suo letto di morte, 1324 - Uncharted 2: Il covo dei Ladri)

Se la trama di Uncharted 4: Fine di un Ladro gioca senza dubbio la parte del leone in quest'ultimo straordinario episodio, non è certamente da meno tutto ciò che concerne il reparto grafico e tecnico del gioco. Attraversando panorami e scenari molto diversi tra loro, è impossibile non restare a bocca aperta per l'elevata qualità qui offerta. Tralasciando il fatto che l'aggiunta della modalità Foto scatenerà in voi un lato creativo e artistico senza precedenti, alla costante ricerca dello scatto perfetto, Uncharted 4 è splendido anche solo da guardare. Perdersi ad ammirare un tramonto in cima ad una scogliera sull'Oceano, immergersi nella natura selvaggia di una foresta, o sentire sulla pelle gli schizzi di fango che alziamo a bordo di una jeep percorrendo un fitto e coloratissimo mercato africano, diventa parte integrante dell'esperienza di gioco, un'esperienza essa stessa. La cura maniacale a cui i Naughty Dog ci hanno già deliziosamente abituato da tempo ritorna con prepotenza anche in questo capitolo conclusivo, offrendo un'esperienza visivamente ricchissima, emozionante e forse tra le prime davvero new gen su PS4. Inoltre, questa grande quantità di dettagli non influisce in alcun modo sulla performance della console, la quale restituisce senza problemi un'esperienza molto fluida, piena di elementi distruttibili (che avranno grande importanza nei combattimenti) e con animazioni altrettanto eccellenti, anche nelle sezioni più concitate e veloci, come la guida in macchina e i combattimenti con i nemici.

Il riferimento alla guida del veicolo e ai combattimenti ci obbliga, a questo punto, ad affrontare un'analisi necessaria sul gameplay. Sebbene la formula utilizzata dai Naughty Dog nella serie sia rimasta sostanzialmente invariata, concentrando gli scontri con i nemici in aree aperte in momenti ben precisi (solitamente a ridosso di una nuova scoperta lungo il nostro viaggio) e alternando l'uso di armi con combattimenti corpo a corpo, ci sono alcune interessanti novità. In primo luogo, ancor più rispetto al passato, i giocatori sono invitati ad usare non solo le coperture, ma un sistema stealth ben più strutturato che sfrutta l'erba alta offerta dai rigogliosi paesaggi (a partire dal Madagascar) che attraverseremo. Questa dinamica si sposa alla perfezione con un'altra novità introdotta nel gioco, ossia il sistema di allerta dei nemici (qui graficamente rappresentato da un diamante), che può essere di due tipi: diamante di colore giallo e uno di colore rosso.

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Nel primo caso, abbiamo pochi istanti a disposizione per scegliere se nasconderci o affrontare il nemico (in corpo a corpo o sparando); nel secondo caso, invece, Nathan è stato scoperto e dobbiamo immediatamente prepararci al combattimento. Infine, nel caso in cui il nemico ci agguanti alle spalle, possiamo premere il tasto triangolo sul controller per liberarci, evitando così di incorrere in possibili morti. Per quanto riguarda il comportamento dell'IA, abbiamo notato un miglioramento rispetto alla nostra ultima prova con il gioco in fase di preview, rivelandosi meno "tonta" rispetto al passato e decisamente più aggressiva e accorta ai nostri movimenti. Forse non raggiungiamo ancora l'eccellenza in questo settore, ma notiamo sicuramente grandi migliorie da questo punto di vista.

L'introduzione del rampino, inoltre, gioca un altro tassello importantissimo all'interno delle dinamiche di combattimento: oltre a permetterci di spostarci con maggiore agilità nel mondo di gioco (che qui, più che mai, lavora tantissimo sulla verticalità), possiamo sfruttarlo sia per attaccare in modo tattico i nostri nemici, ma anche per fuggire all'occorrenza e trovare un nuovo nascondiglio. E se le novità illustrate non fossero sufficienti, lo studio californiano ha voluto arricchire ulteriormente Uncharted 4: Fine di un Ladro introducendo per la prima volta un veicolo "guidabile". Accanto a piccoli motoscafi che ci serviranno per esplorare le isolette al largo del Madagascar, avremo a disposizione in alcune aree una jeep, che oltre a rivelarsi utilissima per attraversare le lunghe distese lussureggianti del mondo di gioco (un aspetto che svecchia molto la dinamica dell'attraversamento della mappa), può rivelarsi anche un interessante strumento per risolvere alcuni piccoli puzzle disseminati in giro, sfruttando il verricello con cui è equipaggiata. Il suo utilizzo è semplice quanto intuitivo, e anche se non siete degli assi della guida (come chi scrive), potrete muovervi senza alcun indugio all'interno delle aree apposite.

Nel complesso, la componente action del gioco ha assistito ad un netto miglioramento rispetto a quanto fatto in passato, complice sicuramente (e ci dispiace continuare a ribadirlo) la recente esperienza con The Last of Us, che ha senza dubbio spinto ad un nuovo livello questa componente del gioco, mostrando un lato decisamente più maturo e strutturato.

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«Coloro che sognano di giorno sono uomini pericolosi, perché possono vivere i loro sogni a occhi aperti e realizzarli. Io sono uno di questi.»
(T.E. Lawrence, conosciuto come Lawrence d'Arabia - Uncharted 3: L'inganno di Drake)

In una recente dichiarazione pubblicata appena prima del lancio del gioco, Neil Druckmann aveva raccomandato ai giocatori di non limitarsi ad un solo playthrough, ma di spingersi a scoprire ogni più piccolo dettaglio di Uncharted 4 in quanto il mondo di gioco n'è pieno zeppo. Pensavamo fosse la classica trovata pubblicitaria, usata per spingere ulteriormente alle stelle l'hype sul titolo, ma ci sbagliavamo. Fine di un Ladro, infatti, si apre a noi nella sua immensità, e molto probabilmente rappresenterà il Paradiso dei collezionisti. Se in passato uno degli elementi più accattivanti della saga era rappresentato dai tanti tesori nascosti disseminati in giro per la mappa, in Uncharted 4: Fine di un Ladro questa componente è spinta al massimo, invitandoci non solo a raccogliere e collezionare i tanti ninnoli e reperti nascosti nei punti più impensabili, ma anche documenti, foglietti, aguzzare la vista cercando incisioni, volti a colmare alcune "lacune" necessariamente introdotte in termini narrativi, che ampliano a dismisura il racconto. E se non fosse abbastanza, vi raccomandiamo di tenere sempre gli occhi aperti: lo studio ha disseminato parecchi Easter Egg davvero favolosi che vale davvero la pena scovare!

Nel caso in cui voleste prendervi una pausa dalla modalità singleplayer, vi farà molto piacere sapere che in Uncharted 4 fa il suo ritorno la modalità multiplayer. Approfondiremo nelle prossime settimane questo aspetto, ma per il momento vi basti sapere che il gioco presenta tre diverse modalità (Deathmatch a squadre, Controllo e Saccheggio) e otto mappe molto dettagliate. Sebbene graficamente non possa raggiungere il medesimo standard della sua controparte singleplayer, la componente multigiocatore di Uncharted 4 vanta un framerate di 60 fotogrammi al secondo, un aspetto che permette di garantire al giocatore la migliore risposta possibile in termini di controlli. Parlando in dettaglio delle modalità, Controllo vede i giocatori impegnati a conquistare zone specifiche della mappa per ottenere punti, che aumentano una volta ucciso il leader della fazione opposta; Saccheggio, invece, è una versione "drakiana" di Cattura la Bandiera, dove verranno utilizzati degli idoli. Altro aspetto interessante di questa modalità è la possibilità di giocare con i personaggi "buoni e cattivi" di tutti i capitoli della saga, un bell'omaggio con cui i Naughty Dog hanno voluto congedarsi dalla serie. Come dicevamo, torneremo prossimamente sulla modalità multiplayer in modo più dettagliato, anche perché vogliamo mettere alla prova i server del gioco ora che il titolo è finalmente disponibile per tutti.

Uncharted 4: Fine di un Ladro

"I'm a man of Fortune, and I must seek my fortune"
(Henry Avery, 1694 - Uncharted 4: Fine di un Ladro)

C'è una sequenza che, ancor più del finale, ci ha emozionato in Uncharted 4: Fine di un Ladro ed è quella ambientata nella soffitta della casa di Nathan ed Elena. Nate è lì, perso nel suo mondo fatto di carte, zaini da viaggio, cimeli recuperati nel corso delle sue numerose avventure - un mondo che sembra quasi non appartenergli più, ma che osserva con sguardo malinconico di chi è costretto ad abbandonare quel cammino. In sua compagnia, ripeschiamo alcuni oggetti iconici tratti dai primi tre episodi ed è lì che si è manifestata la nostra più angosciante e drammatica stretta al cuore. Sopraffatti dalla consapevolezza che quella sarà l'ultima tappa del viaggio di Nate, la nostra ultima tappa in sua compagnia, e un po' fa male. L'aspetto che in qualche modo ci rincuora e ci rende meno tristi è il fatto che i Naughty Dog abbiano lavorato davvero sodo, pixel dopo pixel, parola dopo parola, affinché Uncharted 4 rappresentasse quella conclusione perfetta ed eccellente che la serie, ma soprattutto i suoi più grandi estimatori, avrebbero meritato.

Forte di una trama ancora più ricca e intrigante, un comparto grafico che ha permesso di scoprire il potenziale racchiuso nell'hardware di casa Sony e una colonna sonora che punteggia alla perfezione questo titolo incredibile, Uncharted 4: Fine di un Ladro è riuscito nello straordinario intento di spodestare dalla nostra classifica degli Uncharted preferiti persino Il covo dei Ladri, fino ad oggi inarrivabile. A nostro avviso, è ad oggi il miglior titolo della saga e probabilmente uno dei migliori (se non il migliore) visto su PS4 negli ultimi mesi.
E speriamo che ci perdonerete la citazione di una canzone degli Afterhours, forse è la più indicata ad esprimere le nostre sensazioni a conclusione della saga, che abbiamo scelto per salutare Drake: "Io non tremo. È solo un po' di me che se ne va". Grazie di tutto, Nathan. Ci mancherai tantissimo.

Uncharted 4: Fine di un Ladro
10 Gamereactor Italia
10 / 10
+
La conclusione perfetta per la serie di Naughty Dog; Storia affascinante e avvincente, una delle migliori della serie; Visivamente incredibile; Meccaniche solide; Buona componente multiplayer.
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L'IA non raggiunge ancora l'eccellenza; Qualche sporadico bug.
overall score
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