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Warcraft III: Reforged

Warcraft III: Reforged - Prime Impressioni

Ecco le nostre prime impressioni sul ritorno del grandioso RTS classico di Blizzard.

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Dopo un prolungato silenzio radio e un'uscita prevista nel 2019 che non è mai diventata realtà, Warcraft III: Reforged è finalmente approdato sui nostri scaffali di gioco digitali. Come molti altri fan di Warcraft, abbiamo avuto accesso ad alcune parti del gioco in anteprima dalla scorsa settimana. In particolare, la sezione Versus in cui ci si confronta sin da subito con altri strateghi assetati di sangue, così come il modulo personalizzato, in cui le modifiche del gioco come Wintermaul, Hero Line Wars e altre sono state riportate in vita dal mondo dei morti. Questa settimana, la cosa che attendevamo maggiormente ossia la campagna, è stata pubblicata con Thrall, Arthas e una serie di altri personaggi iconici i cui drammatici scontri hanno gettato le basi dell'universo fantasy di Blizzard.

Abbiamo spesso voluto tornare a giocare a Warcraft 3, ma non abbiamo davvero osato toccarlo negli ultimi dieci anni. È stata una grande esperienza al momento del lancio, ma da allora il gioco ha attraversato così tante fasi che è servito da piattaforma Dota più che da avventura di strategia/gioco di ruolo. Anche se questo non ci è sempre piaciuto, è stata una testimonianza della sopravvivenza del gioco. Nel corso degli anni Warcraft 3 si è adattato trasformandosi in una bestia flessibile e iper-mobile di proporzioni chimeriche. Nella sua esistenza che dura da quasi due decenni, il gioco ha significato molto per molte persone.

Stando così le cose, in che modo Blizzard ha assicurato la stessa grandiosità e flessibilità in questa riedizione del 2020? Lo studio ha adottato un approccio in qualche modo comprensivo con Reforged, concentrandosi sul rendere ragionevolmente riconoscibile il nucleo del gioco senza gravi difetti e carenze. A prima vista, il gioco sembra simile a come appariva nel 2002. La schermata del titolo con il suo sfondo dinamico e le grandi icone blu ti riporta rapidamente alla memoria dei bei vecchi tempi. Sul lato destro dello schermo, tuttavia, è stata aggiunta una finestra di chat semitrasparente. Lo scopo è che i giocatori possano comunicare non solo attraverso sessioni di gioco interne ma anche attraverso altri giochi Blizzard. L'idea è buona, ma la presenza di una finestra di chat semitrasparente in cima al menu del gioco rappresenta un po' una fonte di distrazione.

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Warcraft III: Reforged

La riedizione autunnale di Age of Empires 2 aveva a sua volta un pugno in un occhio a forma di pulsante Xbox nell'angolo destro, quindi forse non è poi così male. Quando si crea un nuovo ecosistema di piattaforme, sono necessarie tali modifiche. La differenza più significativa è, ovviamente, il lifting grafico, ed è davvero emozionante rigiocare il classico nella sua nuova veste, anche se la qualità sembra essere distribuita in modo non uniforme. I modelli dei personaggi del gioco sono stati sostituiti, ma lo stile generale delle foreste, delle cascate e dei villaggi del gioco sembra essere rimasto inalterato. Questo dà al gioco un aspetto stranamente anacronistico, in cui alcuni degli elementi audiovisivi sembrano moderni, mentre altri sembrano essere stati presi direttamente dall'originale del 2002, e molti altri sono a metà tra le due epoche.

Mentre i personaggi di Warcraft III: Reforged sembrano migliori dei loro omologhi nel recente World of Warcraft: Classic, i dintorni di Warcraft III: Reforged non offrono lo stesso livello di dettaglio o profondità di campo. Questo crea un'esperienza grafica irregolare con texture e modelli che sembrano non procedere di pari passo. Le principali preoccupazioni riguardanti la nuova grafica avrebbero potuto essere risolte facendoci provare il gioco con impostazioni "Classiche", ma quella funzione non è ancora disponibile, il che è una bizzarra restrizione.

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Certo, finora abbiamo solo grattato la superficie, ma Warcraft III: Reforged ha già mostrato alcune crepe nella sua facciata. Nessuna uscita videoludica, al giorno d'oggi, è priva di problemi, ma da un acclamato studio con materiale sorgente così leggendario come il suo punto di partenza, il margine di errore dovrebbe essere minimo. Alla fine, il destino della riedizione non sta nelle sue aggiunte, ma in ciò che potrebbe mancare: un'interfaccia utente fluida, impostazioni di sistema adeguate, filtri di ricerca adeguati, un'espressione visiva coerente e, soprattutto, una base di giocatori attiva e dedicata.

Siamo stati lieti di provare ancora una volta il viaggio di Thrall a Kalimdor e Arthas dalla tragica caduta alla gloria, ma alla fine, una grande esperienza campagna non è abbastanza per attirarti ancora, diciotto anni dopo l'uscita originale del gioco. È attraverso le partire online e il contenuto creato dall'utente che il gioco dovrà offrire a prolungarne la sua durata o meno, a seconda dei casi. Il fatto che si possano sperimentare mod di gioco classici come Wintermaul ed Hero Line Wars è un bonus prezioso, non solo per i giocatori, ma anche per Blizzard, e speriamo che il leggendario studio ne sia consapevole.

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